Azuma Makoto ha tolto il Paludarium Shigelu dai libri di storia della botanica per trasformarlo in TACHIKO che tiene in vita le piante anche su Marte

images courtesy of azuma makoto

images courtesy of azuma makoto

Il giapponese Azuma Makoto incentra la sua attività creativa sulla rilettura delle tradizioni orientali legate ai fiori e alle piante attraverso diverse pratiche. Ci sono gli ikebana giganti realizzati all’aperto, che diventano delle installazioni. Ma spesso, l’artista usa anche la tecnologia, per mostrare sotto una luce nuova, immagini che si legano alla tradizione. E’ il caso, per esempio, del progetto Exobiotanica in cui ha lanciato dei fiori nello spazio.

Nel suo ultimo lavoro la tecnologia assume un carattere addirittura prevalente. Con TACHIKO, infatti, Azuma Makoto ha inventato una sorta di serra futuristica che fornisce alle piante (nel caso delle fotografie riprodotte in questo post un bonsai) un ambiente artificiale del tutto simile a quello reale. All’interno delle pareti di vetro di TACHIKO spira il vento, si forma la nebbia, piovono gocce d’acqua come quelle che cadono dalle nuvole. E pensare che l’invenzione di Makoto si ispira al Paludarium Shigelu.

Il Paludarium Shigelu, nell'800, fu una rivoluzione per la spedizione della flora. E permise ad appassionati e studiosi dell’epoca di mantenere in vita le piante durante i lunghi viaggi per mare.

"Le persone mettevano delle piante preziose all'interno di un contenitore con pareti di vetro per poi spedirle dalle colonie britanniche verso l'Australia e hanno apprezzato i loro cicli di crescita- ha spiegato Makoto- La serie dei 'Paludarium' è il risultato di una nuova interpretazione del paludarium, che è ora dotato di varie funzioni e trasformato in un sistema ambientale incapsulato contemporaneo".

All’interno di TACHIKO c’è pure la musica per non far mancare nessun tipo di confort al fortunato vegetale. Per il piacere del proprietario, nella teca è stata inserita una lente d’ingrandimento che permette di ammirarne i dettagli. Per vedere altre opere di Azuma Makoto, invece, c’è l’account instagram dell’artista. (via Designboom)

ezgif.com-gif-maker.gif
azuma-makoto-bonsai-tree-encapsulated-environmental-system-paludarium-tachiko-9.jpg
azuma-makoto-bonsai-tree-encapsulated-environmental-system-paludarium-tachiko-12.jpg

Alex Chinneck ha disseminato il Regno Unito di cassette postali annodate

7.Alex+Chinneck+-+Alphabetti+Spaghetti+-+Test+Image+3+-+Photography+by+Marc+Wilmot+copy.jpg

L’artista britannico Alex Chinneck, con il consueto stile in bilico tra arte, scenografia e design, ha da poco ultimato un progetto di arte pubblica. Le nuove sculture che fanno seguito all’edificio zippato di Milano in occasione della Milan Design Week, rappresentano delle semplici cassette postali dall’aria molto british ma annodate su se stesse come si potrebbe fare con un fazzoletto.

L’espediente del nodo in strutture rigide e lineari tuttavia non è nuovo a Chinneck che l’aveva già usato per esempio in “Birth, Deth and a Midlife Crisis

Il nuovo progetto si intitola “Alphabetti Spaghetti” e si snoda tra Londra, Margate nel Kent e Tinsley nello Sheffield. Alex Chinneck ha scelto accuratamente le location per la loro valenza simbolica nella sua carriera. Quasi una nota romantica in un lavoro che da sempre si caratterizza per l’immediatezza narrativa e l’ironia.

Non a caso il percorso parte da un magazzino abbandonato di East London dove Chinneck ha creato la sua prima opera d'arte pubblica nel 2012 (cioè 312 finestre rotte allo stesso identico modo).

Dal punto di vista logistico “Alphabetti Spaghetti” presenta delle criticità per chi decidesse di visitarlo: Le date entro le quali è possibile vedere le opere, infatti, non coincidono: la scultura posizionata nello Sheffield è stata portata via il 29 settembre, ancora visibile invece quella a Margate (fino al 12 gennaio) e quella di Londra che è stata collocata permanentemente in Caxton Street. Il lavoro di Alex Chinneck si può comunque seguire attraverso il suo sito internet o scorrendo l’account instagram.

9.+Alex+Chinneck+-+Alphabetti+Spaghetti+-+Margate+-+Image+2+-+Photography+by+Marc+Wilmot+copy.jpg
4.+Alex+Chinneck+-+Under+the+weather+but+over+the+moon+-+Image+by+Stephen+O'Flaherty.jpg
Alex+Chinneck+-+Alphabetti+Spaghetti+-+Margate+-+Image+4+-+Photography+by+Marc+Wilmot+copy.jpg
6.-Alex-Chinneck---Alphabetti-Spaghetti---Margate---Image-5---Photography-by-Marc-Wilmot.jpg
5.+Alex+Chinneck+-+Alphabetti+Spaghetti+-+Tinsley+-+Image+2+-+Photography+by+Marc+Wilmot+copy.jpg

Vanessa Barragão reinventa il mondo (senza l'Italia) in un arazzo lungo 20 metri e fatto interamente di lana riciclata

vanessa-heathrow-5.jpg

La giovane designer portoghese Vanessa Barragão realizza tappeti e arazzi artigianali con tessuti riciclati. Mixa varie tecniche (maglia, macramè, uncinetto ecc.) per ottenere diversi volumi e tessiture. II suo soggetto prediletto sono i fondali marini e le barriere coralline.

Ultimamente si è però cimentata nella realizzazione di un’enorme carta geografica. L’opera, commissionatale a Vanessa Barragão in occasione di una partnership tra l'aeroporto Londra Heathrow e il Royal Botanic Gardens di Kew, rappresenta il mondo con riferimenti alla flora dei vari continenti. E’ stupefacente per la grandezza e la ricchezza dei particolari, anche se la comprensibile approssimazione topografica appare a volte eccessiva. Nella mappa, ad esempio non sembra esserci traccia dell’Italia. Probabilmente troppo piccola per non essere nascosta da uno dei fiori applicati all’arazzo.

In compenso ci sono riferimenti alla profondità dei fondali marini, alle correnti e alla presenza di barriere coralline. Ma anche alla quantità di precipitazioni in un determinato territorio e al conseguente sviluppo della vegetazione. Per arricchire il suo arazzo di questi particolari Barragão ha usato i colori dei filati ma anche tecniche artigianali diverse. Così le zone secche corrispondono a punti in cui il tappeto ha pelo raso, mentre dove le piante abbondano si fa lungo e lavorato.

Ha anche inserito piante autoctone dei luoghi tratteggiati. Come il Gingko biloba cinese, il Cypripedium calceolus europeo ( orchidea selvatica Scarpetta di Venere ) e il Caffè africano

L’arazzo, lungo 20 metri, è stato posizionato nella zona destinata alle partenze dell’aeroporto Londra Heathrow. Per completarlo a Vanessa Barragão sono servite 520 ore di lavoro. (via Colossal)

vanessa-heathrow-2.jpg
vanessa-heathrow-1.jpg
vanessa-heathrow-3.jpg
vanessa-heathrow-6.jpg