Il giapponese Azuma Makoto incentra la sua attività creativa sulla rilettura delle tradizioni orientali legate ai fiori e alle piante attraverso diverse pratiche. Ci sono gli ikebana giganti realizzati all’aperto, che diventano delle installazioni. Ma spesso, l’artista usa anche la tecnologia, per mostrare sotto una luce nuova, immagini che si legano alla tradizione. E’ il caso, per esempio, del progetto Exobiotanica in cui ha lanciato dei fiori nello spazio.
Nel suo ultimo lavoro la tecnologia assume un carattere addirittura prevalente. Con TACHIKO, infatti, Azuma Makoto ha inventato una sorta di serra futuristica che fornisce alle piante (nel caso delle fotografie riprodotte in questo post un bonsai) un ambiente artificiale del tutto simile a quello reale. All’interno delle pareti di vetro di TACHIKO spira il vento, si forma la nebbia, piovono gocce d’acqua come quelle che cadono dalle nuvole. E pensare che l’invenzione di Makoto si ispira al Paludarium Shigelu.
Il Paludarium Shigelu, nell'800, fu una rivoluzione per la spedizione della flora. E permise ad appassionati e studiosi dell’epoca di mantenere in vita le piante durante i lunghi viaggi per mare.
"Le persone mettevano delle piante preziose all'interno di un contenitore con pareti di vetro per poi spedirle dalle colonie britanniche verso l'Australia e hanno apprezzato i loro cicli di crescita- ha spiegato Makoto- La serie dei 'Paludarium' è il risultato di una nuova interpretazione del paludarium, che è ora dotato di varie funzioni e trasformato in un sistema ambientale incapsulato contemporaneo".