L’artista Aiko Tezuka lavora con i tessuti. Come Penelope li crea e li disfa ma a differenza del personaggio omerico, l’impressione di chi osserva non è mai che sia tornata al punto di partenza. Anzi. Le sue installazioni sono un raffinato succedersi di tessiture, colori, motivi decorativi e citazioni. Frutto di un paziente lavoro, danno in un sol colpo, il senso del tempo e della malleabilità della Storia. Ma, come se fossero dipinti, regalano anche una piacevole sensazione di sospensione.
"Grazie alla loro struttura primordiale- scrive Aiko Tezuka sul suo sito web- i tessuti e i ricami mi permettono di svelare la tela nei centinaia di fili che la compongono. In altre parole, loro potrebbero invertire il tempo in modo figurato, rendendo visibile il tempo invisibile e, di conseguenza, avendone allentato la superficie."
Di origine giapponese, Aiko Tezuka, da diversi anni vive a Berlino. Ha studiato pittura e il modo in cui interviene sul tessuto che decostruisce fa pensare che dipinga. I fili, infatti, si ricompongono in masse che ricordano colori sprimacciati o pennellate aeree e ordinate. Le citazioni alla Storia dell’Arte sono numerose anche se il lavoro di Tezuka si sofferma soprattutto sulla storia dei tessuti come metafora dalla complessità della Storia tout court..
I motivi che li caratterizzano, infatti, sono spesso il sovrapporsi di tradizioni culturali e la loro tipicità nient’altro che la cifra della loro permanenza ed importanza economica in una determinata area geografica.
L’artista a volte tesse da zero degli arazzi che riprendono antiche creazioni in cui inserisce però simboli contemporanei (carte ci credito, scorie nucleari ecc.).