Zemer Peled che crea fiori e coralli con migliaia di frammenti di ceramica

Pair by the sea. Porcelain shards, fired clay.

Pair by the sea. Porcelain shards, fired clay.

L’artista di origini israeliane Zemer Peled crea grandi sculture policrome che ricordano fiori nell’atto di sbocciare, foglie, piante grasse, coralli e spugne marine. Le opere sono composte da migliaia di frammenti di ceramica che Peled taglia, applica e dipinge uno ad uno.

Le opere sono insieme dinamiche e riccamente decorate. Solitamente di grandi dimensioni. Evocano, ad un tempo, l’ambiente che ci circonda e il ricordo (il più delle volte frutto di riprese video o fotografie) che abbiamo di esso. Zemer Peled dice che con esse “esamina la bellezza e la brutalità del mondo naturale”. Tuttavia, colorate e stilizzate come sono, hanno un’aria allegra e fanno più che altro emergere nell’osservatore l’infantile piacere della scoperta di minuti particolari nascosti nella moltitudine di segni sempre uguali e sempre diversi.

Attualmente Zemer Peled tiene degli workshops alle Maldive per sensibilizzare le persone, attraverso l’esperienza delle arti applicate, agli effetti del cambiamento climatico sulle barriere coralline. Condivide il suo lavoro sia sul sito internet che sull’account instagram. (via Colossal)

Maldive Vibes porcelain, 2018. H72 W36 L36 inches

Maldive Vibes porcelain, 2018. H72 W36 L36 inches

Blue & White porcelain shards flower. No.1, 2014. Porcelain shards, fired clay.

Blue & White porcelain shards flower. No.1, 2014. Porcelain shards, fired clay.

Pair by the sea. Porcelain shards, fired clay.

Pair by the sea. Porcelain shards, fired clay.

Pair by the sea (detail). Porcelain shards, fired clay.

Pair by the sea (detail). Porcelain shards, fired clay.

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I mosaici di Zhanna Kadyrova che crea abiti di piastrelle e generi alimentari in pietra e cemento

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

L’artista ucraina Zhanna Kadyrova ama usare materiali di recupero, pesanti e densi di richiami all’architettura e alla storia di un territorio, per creare mosaici che rappresentano oggetti d’uso quotidiano come abiti o vegetali. Alla Biennale d’Arte di Venezia 2019, “May you live in interesting Times” ha presentato i progetti “Market” e “Second Hand.”

In entrambe le serie di opere la vita di tutti i giorni si fonde al passato, leggerezza e la pesantezza convivono trovando un nuovo equilibrio, la morbidezza delle forme marcia di pari passo con le rigide geometrie dei materiali. Insomma la Kadyrova alla fine dei conti rappresenta sempre un bilanciamento precario, ai limiti del paradosso. Che cova ironia e trasgressione. Da un momento all’altro qualcosa potrebbe accadere. Ma noi ci limitiamo ad osservare l’attimo in cui gli opposti si mettono gli uni nei panni degli altri.

In “Second Hand” (Giardini della Bennale), l’artista raccoglie piastrelle da edifici abbandonati o no, con cui crea dei veri e propri indumenti. Calze, pantaloncini, ma soprattutto mini-abiti che appende su delle grucce o fa indossare a dei manichini. Per la Biennale ha recuperato il materiale in un hotel di Venezia ma in patria si è servita in varie fabbriche in rovina e da una fermata dell’autobus nei pressi di Cernobyl.

Con Market (Arsenale), invece. Zhanna Kadyrova ricrea un vero e proprio mercatino. Ci sono banchi di fiori, frutta e verdura, salumeria. I materiali sono vari (pietra naturale, cemento ecc.) ma i mosaici con piastrelle di ceramica la fanno sempre da padroni. In genere le sculture dell’installazione Market vogono vendute a peso nelle mostre in cui vengono esposte (ogni grammo corrisponde a 1 moneta locale).

I mosaici di Zhanna Kadyrova si potranno ammirare alla Biennale di Venezia fino alla conclusione dell’evento (il 24 novembre).

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Courtesy: FOAF Praga

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Courtesy: FOAF Praga

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Courtesy: FOAF Praga

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Courtesy: FOAF Praga

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Market, 2017-2019. Ceramic tiles, cement, mirror and natural stone. Photo by: Andrea Avezzù. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Zhanna Kadyrova , Second Hand, 2015-2019. Mixed media. Photo by: _AVZ: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

L'Ikebana Rock'n Roll delle sculture in ceramica di Andrea Salvatori

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#03 ( Tarantella ), ceramica, 2019, h 43 34 x 34 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#03 ( Tarantella ), ceramica, 2019, h 43 34 x 34 cm

Il ceramista Andrea Salvatori per creare la sua ultima serie di lavori è partito da due pensieri ben distinti: l’ikebana, l’antica arte giapponese di disporre i fiori, e i rock and roll, magari nella sua variante più addomesticata, più nostrana, ma sempre arrabbiato quanto basta. Li ha shakerati e ne sono uscite delle sculture frizzanti e dinamiche, dove l’ironia prende il posto di una conflittualità nemmeno troppo nascosta, tra la necessità di rigore e la voglia di trasgressione. Il tutto ovviamente condito in salsa Pop.

Del resto Andrea Salvatori dedica gran parte della sua carriera a recuperare piccole ceramiche di dubbio gusto da robivecchi e mercatini di antiquariato per farne modelli estetici da reinventare (e con cui giocare). Il kitsch, insomma, è una categoria che ha più volte visitato. E in questa ultima serie di lavori la tradisce in favore dell’astrazione ma senza smettere di amarla. Come testimoniano le sfere rosa confetto che saltano fuori qua e là dai fili di ceramica. I titoli delle opere sono quelli delle composizioni musicali (Andante, Preludio ecc), e le sfere rappresentano le note, illustrano il ritmo che cresce o cala, ma possono anche far pensare a bolle di chewing gum, o a bozzi, indici di una qualche mutazione genetica (da cartone animato però) in atto.

La nobile arte dell’Ikebana, con la sua solida ossatura spirituale, in cui anche la forma del vaso diventa parte della racconto (non solo perchè contiene i fiori ma perchè la sua struttura può prolungarne la vita ), ne esce un po’ acciaccata. Ma Salvatori non si scompone: “La ricerca dell’equilibrio tra tutti gli elementi passa anche dal contenitore. Ci sono numerose scuole di Ikebana e ognuna opta per un arrangiamento particolare. Alcune usano vasi alti e linee verticali, altre invece contenitori poco profondi”.

In questa serie di sculture l’artista ha usato una stampante 3d per ceramica (WASP) intervenendo manualmente quasi su ogni singolo filamento depositato dalla macchina. In breve l’ha usata come uno strumento per ottenere una trama su cui lavorare.

Questa serie di opere di Andrea Salvatori è attualmente visibile alla galleria The Pool New York City (fino al 31 maggio), in una mostra che si intitola, appunto, “Ikebana Rock ‘n Roll”. Per farsi un’idea complessiva sulla sua produzione se abitate distante da Milano ci sono il suo sito web o l’account instagram.

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#01 ( Mesto con Elegia), ceramica, 2019, h 32 34 x 34 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#01 ( Mesto con Elegia), ceramica, 2019, h 32 34 x 34 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#08 ( Sarabanda ), ceramica, 2019, h 38 40 x 40 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#08 ( Sarabanda ), ceramica, 2019, h 38 40 x 40 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#12, ceramica, 2019, h 35 30 x 30 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#12, ceramica, 2019, h 35 30 x 30 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#04 ( Discanto ), ceramica, 2019, h 20 42 x 42 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#04 ( Discanto ), ceramica, 2019, h 20 42 x 42 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#06 ( Dorico ), ceramica, 2019, h 60 25 x 25 cm

Andrea Salvatori, in collaborazione con WASP, Composizione 40100#06 ( Dorico ), ceramica, 2019, h 60 25 x 25 cm