Le ultime sculture di Johnson Tsang (ne ho già parlato qui) fanno parte di un carosello di maschere che l’artista di Hong Kong ha trasformato da cliché in opere complesse. Si chiamano Lucid Dream II Series e giocano con il materiale (ceramica), che da solido diventa come plastica, tessuto o si fa addirittura liquido. Da statico diventa dinamico e capace di raccontare una storia. Il soggetto? Sono i sogni dell’artista. E i suoi incubi.
“L'idea (di realizzare Lucid Dreams ndr) è nata dai miei sogni. Per anni ho scritto i miei sogni- ha spiegato Tsang in un’intervista rilasciata a Julie Antolick Winters della Bein Art Gallery- Ho trasformato alcuni di questi strani sogni in idee. A volte, le idee nascevano dalla meditazione. Poiché le idee non sono state originate dalla mia coscienza. Ho trovato fosse una cosa affascinante; dopo che la prima opera è stata realizzata, mi sono sentito come se i miei sogni avessero preso vita”.
Anche in questo nuovo capitolo della serie Lucid Dream, Johnson Tsang percorre il sentiero della narrazione surreale senza dimenticarsi di sorridere e senza abbandonare il suo sguardo ingenuo sulla realtà (lui lo chiama “il bambino che è dentro di me”). Almeno in apparenza. Perché le opere di Tsang spesso nascondono dietro una forma piacevole e un sorriso divertito, turbolenze insidiose . Così un volto classico diventa la sede di una piccola casa in rovina. Il tema della maschera che cela ben altra persona (fino a diventare la prigione di chi la porta) ricorre, e l’angoscia è sempre in agguato.
Johnson Tsang ha cominciato a lavorare l’argilla fin da bambino ma non ha sempre fatto l’artista a tempo pieno. Prima ha svolto diversi lavoretti temporanei ma soprattutto è entrato nella polizia di Hong Kong dove è rimasto per 13 anni fino a quando non ha abbandonato il servizio per dedicarsi alla scultura.
“Ho lavorato in molti reparti delle forze di polizia, come l'unità tattica, l'unità di emergenza, la squadra speciale, il vice (squadra antidroga) e il team investigativo incidenti stradali. Ho visto molti casi in cui c’era bisogno dell’assistenza o del rinforzo della polizia. Il più delle volte quei casi mostravano il lato oscuro della città e dell'umanità. Ciò che mi ha colpito di più sono stati i casi fatali. Ho visto persone uccise e pugnalate da gangster, una bambina di 6 anni che è stata uccisa dalla sua cameriera, una bambina di 11 anni che ha visto morire suo fratello minore sotto la grossa ruota di un autobus a due piani mentre aiutava sua madre a prendersi cura di lui, e molti volti di persone che hanno perso la vita in incidenti stradali. Oggi direi sicuramente che il mio servizio svolge un ruolo importante nella mia creazione. Almeno, vedo le cose in modo diverso”.