Han Meilin è un uomo magro e vivace. Viaggia accompagnato dalla moglie e sembra rilassato, anche se sta per inaugurare una personale (“Il mondo di Han Meilin”) che è solo l’inizio di un tour che lo terrà a lungo lontano dalla Cina e lo porterà in giro per tre continenti. Il sole che splende sul Canal Grande sembra dargli ragione. Del resto non è la sua prima volta a Venezia e nemmeno le sale dell’Università di Ca’ Foscari sono una novità per lui (l’anno scorso ha tenuto una lectio magistralis proprio in questo famoso ateneo). E non sarà neppure l’ultima visto che tornerà in occasione della prossima Biennale. Il fatto che Han Meilin abbia ottant’anni resta un fatto secondario.
A testimonianza di questa incredibile vitalità in Cina ci sono una fondazione e tre musei che si occupano solo della sua opera (Pechino, Hangzhou e Yinchuan). Si, perché in Cina, Han Meilin, è considerato un genio e non c’è cinese che non conosca il suo nome. Sono lontani i tempi in cui venne torturato in un campo di rieducazione. E per quanto strano possa sembrare ad un occidentale, oggi, è addirittura considerato un “tesoro nazionale”. Al dei fuori della sua patria però le cose cambiano. Anche se è stato insignito dall’Unesco “Artista per la pace”.
Ed è proprio per porre riparo a questa lacuna conoscitiva che ieri ha inaugurato a Cà Foscari, la mostra “Il mondo di Han Meilin”, organizzata dall’ateneo veneziano, dalla Venice International University, dalla Han Meilin Foundation e dalla China Italy Dialogue Association. E fortemente voluta dall’ambasciatore Umberto Vattani che, infatti, ne è anche curatore insieme al professor Zhao Li.
Profondo conoscitore dell’Asia e appassionato d’arte, Umberto Vattani, ha anche anticipato al Corriere, che in occasione della Biennale del 2017 sull’Isola di San Servolo sarà allestita un’altra grande mostra di Han Meilin.
La personale si compone di oltre 200 opere ed è presidiata da 10 panda in bronzo che accolgono il visitatore nel cortile di Cà Foscari. Sono piuttosto piccoli e tondeggianti. Sono anche un pò tristi perchè l'uomo maltratta il Pianeta (Meilin si impegna per la difesa dell'ambiente). Fanno tenerezza. Sembrano personaggi di un cartone animato orientale. Alla gente piacciono, i ragazzi li fotografano. Ma non finisce lì, perché questo filone fatto di personaggi giocosi con occhi espressivi (che ha portato Han Meilin alla realizzazione della mascotte delle Olimpiadi di Pechino 2008 “Fu Wa”) attraversa tutto il suo lavoro in modo inaspettato. Tanto che, appena prima di sbarcare in Italia, Meilin, ha completato una serie di francobolli con dei soggetti simili.
Questo sembra forse l’unico lato leggero nella produzione di un artista incredibilmente poliedrico, che in fatto di lavoro si prende molto sul serio. E anche l’unica apertura alla contemporaneità. Han Meilin, infatti, ha usato praticamente ogni medium tradizionale: dalla pittura (che più spesso, nel suo caso, prende le mosse dall’antica arte della calligrafia) alla scultura, dalla ceramica fino all’arazzo e al design del mobile. Della scultura monumentale abbiamo già parlato qui. Ma di video, performance, installazione e persino fotografia manco a parlarne. E anche affrontando i medium che usa con padronanza tecnica e duttilità espressiva, Meilin non muove un passo al di fuori del recinto della classicità.
In pittura ha un tratto rapido e deciso. Conosce l'arte della sintesi.
A lasciare senza fiato però sono le sue ceramiche. Certo sono molto ammodino. Ma sono aggraziate e soprattutto rivelano colori inaspettati e lucenti. Quasi psichedelici. Fuxia accesi, blu elettrici; a volte riflettono due toni nello stesso momento: “Ci riesce attraverso l’ossidazione”, mi spiega pazientemente la Signora Meilin. E aggiunge: “I colori sono sempre un mistero fino all’ultimo. Non si sa mai che tono uscirà”.
I vasi sono anche il luogo in cui l’artista riversa forse con una maggior libertà la sua fantasia. E così, grumosità lucenti, da semplici texture tramutano le ceramiche nei tentacoli di una piovra o in contenitori misteriosi dotati di una vita propria.
La Mostra è patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, oltre che dal Comune di Venezia.“Il mondo di Han Meilin” sarà a Cà Foscari fino al 28 febbraio 2017. Per aggiornamenti basterà consultare la pagina Facebook e l’account Instagram dedicati all’esposizione.