Le sculture in porcellana di Limoges dell’artista francese Juliette Clovis sono molto decorative ma anche inquietanti. I suoi busti di donna, ricoperti come sono di farfalle, rose, coralli, serpenti o quant’altro, sembrano sempre sul punto di trasformarsi.
Indecise se fare un salto da un parrucchiere punk-rock o entrare in un documentario di National Geographic, le creazioni di Juliette Clovis, denunciano la loro natura duale già dal materiale di cui sono fatte: ceramica di Limoges. Un materiale nobile e dalla storia molto antica (è stato prodotto in numerose manifatture della Haute-Vienne a partire dal 1771), ma anche tradizionale. E che quindi mal si coniuga con le signore-mutanti al centro della scultura di Juliette Clovis.
“Juliette Clovis è un artista francese multidisciplinare- è scritto sul sito della scultrice di Bordeaux- La sua opera plastica si organizza intorno ai 3 grandi temi che sono il rapporto tra l’uomo e la natura, l’opposizione tra la vita e la morte e il dialogo fra tradizione e modernità”.
I busti sono a volte coperti di elementi scultorei e ripetitivi. Altre sembrano fondersi con i graziosi elementi che li rivestono. In alcuni casi sono monocromi (bianchi o neri), in altri sono dipinti con motivi aggraziati, adatti a un vaso d’epoca.
Trovo che il lavoro della ceramista francese sia una sorta di omaggio alla fotografia di moda ma anche ai software che consentono di manipolare le immagini rendendole esteticamente opulente.