L’artista Andreas Lolis ironizza sulla contemporaneità usando la tradizione classica. Nato in Albania ma residente ad Atene, lavora il marmo con virtuosismo, facendo riferimento alla scultura greca. Solo che nelle sue opere gli dei lasciano spazio ai giacili improvvisati dai senza tetto, la perfezione ai sacchi dei rifiuti, il piedistallo ad angoli nascosti in cui le opere cercano di mimetizzarsi.
Andreas Lolis partecipa alla Biennale d’Arte di Venezia 2019, “May you Live in Interesting Times” (curata da Ralph Rugoff), con due composizioni scultoree iperrealiste, collocate all’esterno delle aree espositive principali (Arsenale e Padiglione Central dei Giardini).
In mezzo alla vegetazione del Giardino delle Vergini (Arsenale) Lolis ha creato una panchina di marmo verde, su cui sono stati posizionati un vecchio materasso e un cuscino logoro di marmo bianco. Difficile da individuare per la somiglianza con un vero letto improvvisato, l’installazione, dà prova dell’abilità di Lolis, inducendo sentimenti contrastanti (stupore, ironia, compassione). Il manuale della manifestazione, la spiega in questo modo: “Si tratta di opere nate dl desiderio di parlare commemorandolo, del ‘paesaggio della crisi’ della Grecia contemporanea. Le ricerche indicano che ad Atene una persona su sette è senza fissa dimora e questo le è accaduto negli ultimo cinque anni.”
Il desiderio di congelare ciò che è precario, mettere al centro della scena quello che è stato scartato, rimosso, abbandonato, ritorna anche nel complesso di sculture realizzato per i Giardini (che accolgono il visitatore accanto il portone d’ingresso del Padiglione Centrale). Ci sono tre sacchi della spazzatura, un cartone portavivande fradicio e altri rifiuti. Tutto è stato scolpito in marmo con una padronanza tecnica ineccepibile. I sacchi dell’immondizia realizzati in nero del Belgio, in particolare, fanno capire come nulla sia lasciato al caso: persino le venature simulano le tensioni della plastica e concorrono con la luce a rendere più vive le forme.