Biennale di Venezia 2019| Il Padiglione Australia di Angelica Mesiti è un'ode alla Democrazia ambientata a Palazzo Madama

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Monumentale e poetica la videoinstallazione Assembly di Angelica Mesiti, presentata dal Padiglione Australia alla Biennale d’arte di Venezia 2019, è un’ode alla Democrazia che parla di linguaggi, comunicazione e incomunicabilità. Il girato è ambientato tra la sede del Senato italiano e quello australiano. E come punto di partenza prende la Macchina Michela, un’invenzione ottocentesca tutt’ora utilizzata per tenere traccia dei dibattiti di Palazzo Madama.

La sede del padiglione è immersa nella penombra, sul pavimento ricoperto di velluto rosso è stato creata una sorta di anfiteatro (uno spazio circolare con due gradini su cui i visitatori possono sedersi), tutt’intorno gli schermi mostrano il video di Mesiti. Le immagini cambiano da monitor a monitor, così per guardare tutto bisogna spostare gli occhi, girare la testa, cambiare posizione. Muoversi insomma, proprio come se si partecipasse a una vera assemblea.

Nel frattempo le immagini del Senato italiano scorrono e le mani di uno stenografo digitano su Michela, macchina per la stenografia con i tasti di un pianoforte, una poesia dello scrittore australiano David Malouf. I colpi chiave dell’uomo stanno alla base della partitura creata dal compositore Max Lyandvert e tutto si fa musica. Poi parola scritta su vari dispositivi, gesti, danza, manipolazione e scultura.

Assembly infatti, usa la traduzione tra linguaggi espressivi diversi come metafora della democrazia in una società in via di mutazione. E lo fa in maniera corale ma non necessariamente sincrona. Una stilla di significato di traduzione in traduzione si perde e assume nuove sfumature, così come le voci dell’una o dell’altra parte nel processo democratico si fanno meno nette, talvolta scontrandosi, contrapponendosi, altre sovrapponendosi, fino ad attenuarsi singolarmente e a fondersi. Ma la sinfonia, almeno nel video di Mesiti, è via via più partecipata ed intensa.

Attraverso sia la metafora delle traduzione che l’azione stessa, sto esplorando l’imperativo, assai umano e sempre più urgente, che proviamo di radunarci in maniera fisica, in uno spazio fisico in questi tempi così complessi- dice Angelica Mesiti- La Traduzione è stata per me un’indagine ed una metodologia particolare per diversi anni. In ASSEMBLY, esploro lo spazio in cui la comunicazione si sposta dalle espressioni verbali e scritte a quelle non-verbali, gestuali e musicali. Quest’ultima crea una specie di codice sul quale possono essere sovrapposti significato, desideri e memoria”.

Cresciuta in Australia in una famiglia di lingua italiana, Angelica Mesiti, oggi vive tra Parigi e Sydney. Per realizzare Assembly ha lavorato con quasi quaranta artisti australiani, compresi ballerini, musicisti e professionisti del film e del suono.

Il Padiglione Australia si trova ai Giardini ed è stato curato da Juliana Engberg. Sarà possibile vedere Assembly di Angelica Mesiti per tutta la durata della Biennale di Venezia 2019.

Angelica Mesiti, ASSEMBLY, 2019 (production still) three-channel video installation in architectural amphitheater. HD video projections, color, six-channel mono sound, 25 mins, dimensions variable. © Photography: Bonnie Elliott. Commissioned by the …

Angelica Mesiti, ASSEMBLY, 2019 (production still) three-channel video installation in architectural amphitheater. HD video projections, color, six-channel mono sound, 25 mins, dimensions variable. © Photography: Bonnie Elliott. Commissioned by the Australia Council for the Arts. Courtesy of the artist and Anna Schwartz Gallery, Australia and Galerie Allen, Paris.

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Angelica Mesiti, ASSEMBLY, 2019 (production still) three-channel video installation in architectural amphitheater. HD video projections, color, six-channel mono sound, 25 mins, dimensions variable. © Photography: Bonnie Elliott. Commissioned by the …

Angelica Mesiti, ASSEMBLY, 2019 (production still) three-channel video installation in architectural amphitheater. HD video projections, color, six-channel mono sound, 25 mins, dimensions variable. © Photography: Bonnie Elliott. Commissioned by the Australia Council for the Arts. Courtesy of the artist and Anna Schwartz Gallery, Australia and Galerie Allen, Paris.

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Angelica Mesiti, ASSEMBLY, 2019 (production still) three-channel video installation in architectural amphitheater. HD video projections, color, six-channel mono sound, 25 mins, dimensions variable. © Photography: Bonnie Elliott. Commissioned by the …

Angelica Mesiti, ASSEMBLY, 2019 (production still) three-channel video installation in architectural amphitheater. HD video projections, color, six-channel mono sound, 25 mins, dimensions variable. © Photography: Bonnie Elliott. Commissioned by the Australia Council for the Arts. Courtesy of the artist and Anna Schwartz Gallery, Australia and Galerie Allen, Paris.

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Pavilion of AUSTRALIA, Angelica Mesiti, Assembly. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Angelica Mesiti, ASSEMBLY, 2019 (production still) three-channel video installation in architectural amphitheater. HD video projections, color, six-channel mono sound, 25 mins, dimensions variable. © Photography: Bonnie Elliott. Commissioned by the …

Angelica Mesiti, ASSEMBLY, 2019 (production still) three-channel video installation in architectural amphitheater. HD video projections, color, six-channel mono sound, 25 mins, dimensions variable. © Photography: Bonnie Elliott. Commissioned by the Australia Council for the Arts. Courtesy of the artist and Anna Schwartz Gallery, Australia and Galerie Allen, Paris.

Come freschi acquerelli dai colori del cielo le saline australiane catturate dalla fotografia aerea di Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Le immagini di Tom Hegen a volte sembrano acquerelli, altre fanno pensare a tessuti, altre ancora a smalti intarsiati o a dipinti astratti. Tutto tranne quello che sono realmente: fotografie. Scatti aerei delle saline australiane.

Il fotografo tedesco Tom Hegen aveva già catturato la bellezza delle campiture e dei toni di colore delle saline europee (ne ho parlato qui) e in questa nuova carrellata di immagini, intitolata ‘Salt Series Part II’, ha deciso di tornare a concentrarsi sullo stesso tema. Cambiando solo la location. Barattando i rassicuranti confini del vecchio continente per gli scenari selvaggi dell’Australia Occidentale. Il risultato premia questa scommessa con cromie delicate e fredde così diverse da quelle del primo capitolo.

"Il sale marino è un prodotto pesantemente incluso nella nostra vita quotidiana, ma non sappiamo da dove venga e come sia stato prodotto- spiega Hegen.- L'acqua di mare viene alimentata in bacini di evaporazione, l'energia del sole e del vento concentrano l'acqua per favorire la crescita del sale. Il colore dell'acqua deriva dai micro batteri, che cambiano le loro tonalità quando la concentrazione salina si alza (…)”

Attraverso le due serie sulle saline ma anche altre immagini Tom Hegen cerca di documentare il rapporto tra ambiente e esseri umani. La fotografia aerea è il suo mezzo espressivo preferito. Di solito pubblica i suoi scatti sul sito internet e li condivide sull’account instagram. (via Creativeboom)

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Salt Series Part II. © Tom Hegen

Cai Guo-Qiang fa tracciare a 10mila uccelli di porcellana tinti con la polvere da sparo un antico disegno cinese alla National Gallery of Victoria

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Cai Guo-Qiang in occasione della sua grande mostra Cai Guo-Qiang: Tranciente Landscape (di lui ho parlato spesso; della mostra invece qui) , che la National Gallery of Victoria di Melbourne presenta in contemporanea a un’esposizione dell’Esercito di Terracotta, ha creato una monumentale installazione composta da 10mila uccelli di porcellana. Le piccole sculture sono state tinte di nero con la polvere da sparo una ad una e sospese al soffitto.

L’opera si intitola Murmuration (Landscape) e vista da una certa angolazione rappresenta semplicemente uno stormo di uccellini in volo. Ma se si guarda da un altro punto di vista traccia nell’aria un disegno calligrafico del sacro Monte Li, dove si trova il mausoleo del primo imperatore Qin Shi Huang, protetto nel suo sonno eterno dai Guerrieri di Terracotta

“Esponendo materiali tradizionali cinesi-spiega il sito della National Gallery of Victoria- carta, porcellana e seta alle esplosioni di polvere da sparo durante una serie di accensioni dal vivo, Cai Guo-Qiang: The Transient Landscape presenta un nuovo corpus di opere ispirate alla storia, ai luoghi e alla cultura che hanno fatto da sfondo al regno del primo imperatore cinese Qin Shihuang e la creazione dei guerrieri di terracotta.”

Terracotta Worriors and Cai Guo-Qiang rimarrà aperta fino al 13 ottobre 2019. Un breve video in time lapse di come Cai Guo-Qiang ha installato Murmuration (Landscape) si può invece vedere qui. (via Colossal)

All images courtesy of National Gallery of Victoria

All images courtesy of National Gallery of Victoria

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Photo: Tobias Titz

Photo: Tobias Titz