L’opera minimale ed aggraziata di Ann Veronica Janssens capace di mettere in evidenza gli animi indomiti e le inclinazioni romantiche

Ann Veronica Janssens “Grand Bal”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Capace di scolpire la luce e creare ingannevoli e complessi giochi di specchi, l’opera di Ann Veronica Janssens, è minimale e mutevole. Al confine tra ricerca artistica e scientifica. Talvolta effimera, a momenti inafferrabile, incorpora il movimento e le emozioni del visitatore con cui instaura un dialogo serratissimo. Al centro della sua attenzione, la percezione della realtà.

Per “Grand Bal”, l’importante personale in corso al Pirelli Hangar Bicocca di Milano, Ann Veronica Janssens, ha cominciato col pensare allo spazio architettonico in cui l’esposizione è ospitata. Un edificio di archeologia industriale in cui un tempo si costruivano locomotive: grande (sia per estensione che in altezza), buio, lineare. Poi l’ha modificato, in maniera transitoria e se vogliamo sottile, ma decisamente sostanziale.

L’artista originaria di Folkestone (Regno Unito), infatti, ha rimosso alcune delle porte d’uscita, sostituendo i battenti con una rete in PVC porosa e trasparente, che permette alla luce naturale, così come a suoni, aria e altri elementi esterni, di penetrare nell’ esposizione. Il risultato è drammatico e lo spazio architettonico appare trasformato. La luce che arriva dalle pareti si diffonde dolcemente nell’ambiente ma quella che dal soffitto raggiunge il suolo taglia il vuoto. L’effetto è quello di una serie di riflettori capaci di generare fasci di luce diretta che da lontano sembrano colonne (come quelle di un tempio o di una cattedrale). L’intervento si chiama “Waves” ed è stato ideato per la mostra.

Che si apre con una serie di 12 specchi circolari a pavimento (“Drops”, 2023). Somigliano a delle grandi gocce d’acqua come dice il titolo, ma fanno pensare anche alle pozzanghere, e riflettono il soffitto (o meglio la parte dell’edificio non utilizzata dalle persone). Il dialogo con l’architettura è stretto, quasi intimo, mentre quello con lo spettatore si apre in sordina (per crescere passo a passo), generando nuovi punti di vista, meraviglia e un vago spaesamento.

I lavori in cui Janssens si interroga sull’architettura, o comunque, le assegna un ruolo fondamentale nel corpo a corpo che via via si crea tra l’artista e il pubblico, sono molti ancora. Non a caso il video “Oscar” del 2009, è centrato sull’architetto modernista brasiliano, Oscar Niemeyer (1907-2012), radicale portavoce di ideali sociali. Mentre “Area” (2023), una piattaforma percorribile in mattoni, mette in discussione il netto confine che separa scultura ed architettura.

Un lavoro asciutto, persino troppo, ma su cui “Swings” (2000-2023), fa bella mostra di se. Si tratta, infatti, di altalene che oltre a citare soggetti pittorici del passato, introducono il tema del ludico e del meraviglioso che accompagna tutta la mostra. Quest’ultima, infatti, altro non è che una grande scenografia, in cui il visitatore si muove liberamente, guidato dal senso di stupore e da un giocoso spirito d’avventura (anche se inconsapevolmente indirizzato dall’artista).

Sulle altalene, lascia traccia del proprio passaggio, attraverso una pellicola termoreagente che muta di tonalità a contatto con il calore del corpo. Per trovarsi poi a cospetto con l’assenza di punti di riferimento spazio-temporali, ne “L’espace infini” (1999) (l’opera è una struttura concava rettangolare, priva di angoli e bordi, l’ambiente è bianco, talmente bianco che per un effetto ottico lo sguardo non riesce più a distinguere dimensioni e limiti). Simile ma peggiore l’esperienza di o “MUKHA, Anvers” (1997-2023), un ambiente isolato dal resto della mostra che da fuori sembra un grande ma banalissimo cubo bianco. Quando si entra però la musica cambia, Janssens, ha riempito la stanzetta di fitta nebbia artificiale e ha lasciato che l’illuminazione naturale rendesse ancora più vaghi i confini dello spazio e più sfumate le forme dei corpi in movimento. Risultato? Il completo spaesamento. Ci si sente alla deriva, spesso irrazionalmente incapaci di fare un passo ma la sensazione che si prova non è del tutto sgradevole. L’artista, ha spesso raccontato di stupirsi per i messaggi che le mandano le persone che hanno affrontato quest’opera, diverse volte ha persino ricevuto ringraziamenti da parte di donne che tra la nebbia di “MUKHA, Anvers” hanno incontrato quello che sarebbe diventato il loro marito.

Meno votate a mettere in evidenza gli animi indomiti e le inclinazioni romantiche, ma altrettanto suggestive, le opere che si soffermano sul colore. Fasci di toni primari che pulsano nello spazio finchè il visitatore non vede bianco (“Rouge 106, Bleu 132 -Scale Model”), o si ricorrono senza mai combaciare (“Bitter, Salty, Acid and Sweet #2”) e poi un piccolo prisma che cattura la luce e porta l’arcobaleno in mostra (“Untitled - Prism”). Oltre ad opere che attraverso finiture di nuova generazione sviluppano cromie cangianti apparentemente irreali.

Va detto che l’opera di Janssens è stata spesso associata al lavoro dei “Light & Space” (gruppo di artisti americani degli anni Sessanta come Robert Irwin e James Turrell) da cui discendono figure più recenti come Olafur Eliasson. Tuttavia l’artista britannica (ma trapiantata in Belgio) ha sempre avuto un linguaggio ed una ricerca squisitamente personali.

La grande retrospettiva “Grand Bal” di Ann Veronica Janssens, curata da Roberta Tenconi, proseguirà fino al 30 luglio 2023 al Pirelli Hangar Bicocca di Milano. In contemporanea a quella dedicata a Gian Maria Tosatti.

Ann Veronica Janssens Magic Mirrors (Pink & Blue), 2013-2023 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Courtesy l’artista e Alfonso Artiaco, Napoli © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti

Ann Veronica Janssens MUHKA, Anvers, 1997-2023 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Collection 49 Nord 6 Est – Frac Lorraine © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Ann Veronica Janssens La pluie météorique, 1997 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Collezione M HKA / Museum of Contemporary Art Antwerp © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Ann Veronica Janssens waves, 2023 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Commissionata e prodotta da Pirelli HangarBicocca, Milano © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Ann Veronica Janssens “Grand Bal”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Ann Veronica Janssens Drops, 2023 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Ann Veronica Janssens “Grand Bal”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Ann Veronica Janssens “Grand Bal”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti

Ann Veronica Janssens “Grand Bal”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Ann Veronica Janssens Pink Coco Lopez, 2010 (particolare) Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 Courtesy l’artista ed Esther Schipper, Berlino/Parigi/Seoul © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti

Ann Veronica Janssens for PHB, 2004-23 Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023 © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto Andrea Rossetti Courtesy the artist/ l’artista, Alfonso Artiaco, Napoli; Bortolami Gallery, New York; mennour, Paris/London; Esther Schipper, Berlin/Paris/Seoul; Galerie Micheline Szwajcer, Antwerp; 1301PE, Los Angeles, and/e Pirelli HangarBicocca, Milan/Milano

Ann Veronica Janssens Ritratto Courtesy Esther Schipper Gallery © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE Foto © Andrea Rossetti

Gli affascinanti e malinconici ritratti senza forma del Gian Maria Tosatti pittore

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Conosciuto per le sue gransi installazioni ambientali, scenografiche e pervase di una sottile malinconia, Gian Maria Tosatti, che la scorsa estate ha rappresentato l’Italia alla 59esima Biennale di Venezia (per la prima volta da solo), si dedica da tempo anche alla pittura. Opere astratte, pensate come ritratti collettivi sospesi tra passato e futuro. I ritratti delle emozioni di una generazione, incapaci di dare forma ad un presente che all’artista appare fugace ed incerto.

Non a caso tra i due cicli pittorici, presentati da Tosatti in anteprima al Pirelli Hangar Bicocca durante la mostra “Now/here” (attualmente in corso nello spazio espositivo milanese), ce n’è uno che si chiama “Ritratti”. Si tratta di grandi supporti rettangolari di metallo usurato. Il mutare della materia in queste opere simboleggia lo scorrere del tempo. Contemporaneamente l’artista originario di Roma (vive a Napoli), attraverso la tessitura tattile e cangiante di “Ritratti”, allude a costellazioni di emozioni inesprimibili e fa eco alle ampie geometrie vissute che compongono Pirelli Hangar Bicocca (un tempo sede del gruppo Ansaldo).

Le opere, dipinte in oro e ruggine, su pannelli in ferro assemblati e installati su strutture in tubo giunto, sono molto grandi, talmente a loro agio nello spazio che le ospita da sembrare scultoree. Le dorature che le impreziosiscono, poi, fanno riferimento alla tradizione pittorica occidentale, dai mosaici bizantini, ai dipinti medioevali fino alle più recenti pratiche sperimentali di artisti italiani degli anni settanta (Jannis Kounellis, Gino De Dominicis e Luciano Fabro) ma ricordano anche alla lontana il Kiefer più recente.

Tosatti, con “Ritratti, dice di aver dato vita a “una superficie che separa il regno delle cose da quello dell’anima”.

Nell’altra serie presentata a Pirelli Hangar Bicocca si scorgono invece dei vaghi residui figurali. Ma di paesaggio e non di ritratto. La serie, che dà anche il titolo alla personale, si chiama “Now/here” e fa subito venire in mente il paesaggio notturno con lucciole dell’ultima stanza dell’installazione "Storia della notte e destino delle comete". Le grandi tele, dieci in tutto, in questa serie, sono sospese al soffitto e interamente coperte con tratti e sfumature di grafite e carboncino bianco. La composizione può suggerire l’esistenza di una linea d’orizzonte al di sopra della quale starebbero sospesi dei candidi cerchi. Le forme, simili a pianeti o astronavi, talmente lucenti e ferme nel profondo grigiore dello sfondo, portano con se una sensazione di inquietudine e levità.

D’altra parte, l’ambiguità e il tono perentorio del nome della serie, aiutano l’osservatore ad andare alla deriva in uno spazio di domande irrisolte. “Now\here”, infatti, che si può leggere sia “Adesso Qui” (now here) che “Nessun Luogo” (nowhere), sembra alludere a un presente sfuggente e ingannevole.

E, naturalmente ad un corso storico che si fa sentimento collettivo. Sia “Ritratti” che “Now\here”, infatti, come tutte le altre opere dell’artista, vanno letti come una riflessione sul confine che separa individuale e collettivo, nel tentativo di dare forma allo spirito di un’epoca.

La mostra “Now\here” di Gian Maria Tosatti, è stata illuminata dal light designer e direttore di fotografia Pasquale Mari. Rimarrà al Pirelli Hangar Bicocca fino al 30 luglio 2023 e dal 6 aprile farà coppia con la personale “Grand Bal” dell’ingese Ann Veronica Janssens.

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti Ritratto #004, veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti NOw/here #008 (particolare), veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano,

2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Gian Maria Tosatti “NOw/here”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Ela Bialkowska, OKNOstudio

Meredith Monk parlerà del suo lavoro e dell'amico Bruce Nauman all'Hangar Bicocca. Prima però sarà in concerto alla Triennale

Dopo l’attesissimo concerto-anteprima alla Triennale di Milano, Meredith Monk, sarà al Pirelli Hangar Bicocca per parlare della sua amicizia con Bruce Nauman (ancora al centro del prestigioso spazio espositivo con la mostra “Neons Corridors Rooms”), di quanto l’arte dell’uno abbia preso da quella dell’altra e viceversa, ma anche della retrospettiva "Meredith Monk. Calling" che il prossimo autunno vedrà il suo lavoro sessantennale protagonista dell’ Haus der Kunst di Monaco di Baviera.

Converserà con Andrea Lissoni (il direttore italiano del famoso museo d’arte contemporanea tedesco che ospiterà la sua mostra), e l’evento sarà ad ingresso gratuito.

Si tratta di un appuntamento importante perchè Meredith Monk è una figura cardine della performance art. Pluripremiata, insignita da numerosi riconoscimenti tra cui la National Medal of Arts (che le conferì Barack Obama) e l'investitura a Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica Francese.

Nata nel ‘42 a New York City, Meredith Jane Monk è compositrice, cantante, regista, coreografa e filmmaker. La sua musica è stata utilizzata nel film "Il grande Lebowski" dei fratelli Coen, in "Nouvelle Vague" e "Notre musique" di Jean-Luc Godard. Figlia d’arte, la madre, infatti, era cantante professionista e i nonni materni musicisti. Monk, è stata una pioniera di quella che oggi viene chiamata "tecnica vocale estesa"  (che prevede l’utilizzo di particolari tecniche timbriche e armoniche per ampliare la tavolozza dei suoni) e "performance interdisciplinare". In sostanza, ha esplorato con la voce territori fino ad allora inesplorati e nel contempo l’ha mixata con il movimento del corpo. Le sue performance, sono spesso concepite o adattate in funzione dello spazio in cui si esibisce, rendendo effimera e ancora più carica poeticamente la sua virtuosa arte.

Il sito internet della statunitense, in proposito dice: "Crea opere che prosperano all'intersezione di musica e movimento, immagine e oggetto, luce e suono, scoprendo e intrecciando nuove modalità di percezione. La sua innovativa esplorazione della voce come strumento, come linguaggio eloquente in sé e per sé, espande i confini della composizione musicale, creando paesaggi sonori che portano alla luce sentimenti, energie e ricordi per i quali non ci sono parole”. Lei invece ha spesso dichiarato che intende “la musica così visivamente”.

Per il Teatro della Triennale si esibirà, in compagnia di due tra le sue collaboratrici più fidate, in una scelta di brani che abbracciano cinquant’anni della sua produzione, da “Songs from the Hill” (1975-1976) e “The Games” (1984) fino ai più recenti “Mercy” (2001) e “Cellular Songs” (2018). Lo spettacolo, che si intitola semplicemente "Meredith Monk in concerto con Katie Gissinger e Allison Sniffin", si terrà sabato 18 febbraio alle 19 e 30. I biglietti sono in vendita sul sito della Triennale.

Il giorno successivo invece (domenica19 alle 21) Meredith Monk sarà in conversazione al Pirelli Hangar Bicocca con Andrea Lissoni. Al centro dell’intervento dal vivo dell’artista americana la natura multidisciplinare del suo lavoro e di quello di Bruce Nauman. L’appuntamento è gratuito ma visto il numero limitato di posti è richiesta la prenotazione. Per farlo si dovrà andare sul sito del museo da venerdì 10 febbraio.