Aperto GrossDomesticProduct Banksy lancia Bbay, il sito di aste d'arte online più pazzo del mondo

Banksy, Soft Toys. Image via Colossal

Banksy, Soft Toys. Image via Colossal

Ha inaugurato la settimana scorsa lo shop online di Banksy GrossDomesticProduct (GDP). Dove di fatto è possibile accaparrarsi un’opera recente del famoso artista britannico a prezzi decisamente molto competitivi. E come se non fosse abbastanza ha annunciato l’apertura del sito Bbay. Ma è davvero così facile comprare su GDP? E che cos’è Bbay’

Gross Domestic Product (in italiano Prodotto Interno Lordo) fa seguito all’omonima installazione in un negozio di Londra, realizzata dal writer per risolvere una contesa legale su una questione di copyright. Ma in qualche misura diventa un’opera a se stante. Un’opera alla Banksy si intende, o piuttosto un ironico atto d’accusa al mercato dell’arte.

In vendita ci sono articoli fatti in serie economici, come le tazze a 10 sterline con un piccolo graffito a stencil realizzato dai bambini. O almeno è ciò che, tra il serio e il faceto, dichiara il sito : “Hai mai guardato Banksy e pensato: potrebbe farlo pure mio figlio? Bene, anche Banksy e ora lo hanno fatto. Per realizzare una serie di tazze firmate, l'artista ha indotto i bambini a farlo, quindi ha firmato il risultato.”. O la t-shirt da donna a 30 sterline che riproduce “Love is in the bin” (si riconosce da quella dedicata a “Girl with baloon” perchè è a frange). Ma anche lavori importanti in edizione limitata (firmati dall’artista), e pezzi unici (ovviamente firmati), come la “borsa mattone” o un giubbotto antiproiettile decorato uguale a quello indossato dal rapper Stormzy (più probabilmente lo stesso ma il sito non lo specifica). Pure questi ultimi, con una media di 500 sterline l’uno, e senza mai superare le 850, sono decisamente abbordabili. Basti pensare che il giubbotto di Stormzy è stato valutato da Joey Syer (co-fondatore del sito di vendita d’arte online MyArtBroker) 200mila sterline!

Ma è davvero così semplice comprare un lavoro di Banksy su GDP? No, o almeno non è così immediato e automatico. L’acquisto, infatti, non avviene al momento del checkout online, ma è l’artista in un secondo tempo a valutare se vendere l’opera all’aspirante compratore. E se dovesse avere sentore che questa persona intende rivenderla si rifiuterà di farlo.

Vediamo nel dettaglio come avviene lo shopping su GDP. Innanzitutto bisogna avere le idee ben chiare, perchè più di un articolo a persona non è possibile comprare. Dopo aver deciso e prima di poter inserire i propri dati bisogna rispondere all’interrogativo “Perchè l’arte è importante?” A questo punto ci si può registrare. Se la richiesta dovesse superare l’offerta (e almeno per i pezzi unici è ragionevole pensare che succederà) Banksy deciderà a chi assegnare l’opera in base alla risposta fornita. A valutarle sarà “un cabarettista di professione”. Cioè il comico inglese Adam Bloom . Qui va aperta una parentesi, perchè ognuno rimane proprietario del copyright della propria risposta ma autorizzerà automaticamente l’artista a pubblicarla. Questo ha fatto supporre a qualcuno che le migliori potrebbero essere al centro di futuri lavori dell’artista.

Chiusa la parentesi si procede. Anzi ci si ferma perchè bisogna aspettare. Se la nostra risposta sarà piaciuta riceveremo una mail con un link per completare online il pagamento (GDP specifica di verificare con attenzione che la mail sia tata effettivamente spedita da loro). Altrimenti niente da fare.

I “Termini e Condizioni” di vendita sono chiari: non si deve considerare l’acquisto un investimento, perchè gli oggetti potranno aumentare di valore oppure no. Vietato comperare per terzi (l’artista si riserva di chiedere ulteriori informazioni al cliente). Vietato pubblicizzare l’acquisto (che in questo caso verrà annullato). E in definitiva prepararsi a rivedere quanto si è appena preso. Quello che Banksy vuole assolutamente evitare è che accedano mercanti o speculatori tanto che i certificati d’autenticità verranno rilasciati solo 2 anni dopo aver ricevuto la merce!

Qualcuno potrebbe obbiettare che con “Devolved Parliament” battuto in asta per oltre 11 milioni di euro poche settimane fa, e “Girl with baloon” (diventata “Love is in the bin” dopo la parziale autodistruzione) che lo scorso anno ha superato il milione di sterline, Banksy potrebbe evitare di polemizzare sul mercato artistico. E che tutto sommato il suo processo di vendita somiglia molto alle liste d’attesa delle gallerie più famose (domanda sul perchè l’arte è importante a parte). Ma queste sono le regole.

GrossDomesticProduct lancia anche al prossima apertura di Bbay. Un nuovo sito commerciale firmato Banksy, di cui si sa ancora poco ma che viene presentato come “Il concessionario autorizzato del’usato Banksy”. Sulla home c’è un uomo con gli occhi coperti (che potrebbe essere l’artista ma più probabilmente non lo è) appoggiato a un camioncino con appese le opere del writer. Sotto l’immagine è scritto: “La tua destinazione di prima scelta per commerciare lavori di seconda mano fatti da un artista di terza classe”. Insomma, a giudicare dall’ironica assonanza del nome con un altro sito, si direbbe che Bbay sarà la casa d’aste di Banksy. Ma, come insegna GDP, le sorprese sono di certo dietro l’angolo.

Banksy, Shredded Tee. Image via Colossal

Banksy, Shredded Tee. Image via Colossal

Dal Guggenheim di New York a Palazzo Reale. Da domani 'La collezione Thannhauser da Van Gogh a Picasso' apre a Milano

Vincent van Gogh , Montagne a Saint-Rémy

Vincent van Gogh , Montagne a Saint-Rémy

Domani apre al pubblico “Guggenheim. La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso”. La mostra, che si terrà a Palazzo Reale di Milano, è uno degli appuntamenti espositivi più attesi di quest’anno perchè occasione irripetibile (o comunque molto rara) per ammirare dal vivo i circa 50 capolavori della collezione dei galleristi Heinrich (1859–1935) e Justin (1892–1976) Thannhauser, normalmente conservati al Guggenheim Museum di New York.

Per quanto “Guggenheim. La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso” sia un incontro dedicato all’arte moderna ha tutte le carte per coinvolgere un pubblico vasto. Gli appassionati d’arte contemporanea per il carattere di rottura delle avanguardie storiche (anche se non ci saranno pezzi di Duchamp) e chi predilige l’arte più datata per l’impianto classico dei dipinti impressionisti e non solo. D’altra parte l’ esposizione che conta opere firmate da Paul Cézanne, Edgar Degas, Paul Gauguin, Édouard Manet, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Vincent van Gogh e Pablo Picasso, può contare su alcuni tra gli artisti più amati di sempre.

"È la prima volta che questi capolavori arrivano in Europa: dopo la prima tappa al Guggenheim di Bilbao e la seconda all’Hotel de Caumont di Aix-en-Provence, Palazzo Reale a Milano rappresenta la tappa conclusiva della mostra, dopo la quale queste splendide opere ritorneranno a New York. Si tratta dunque di un’occasione unica e irripetibile per ammirare lavori di eccezionale qualità di grandi maestri della pittura europea sinora mai esposti fuori dagli Stati Uniti." Fanno sapere i portavoce della mostra nata dalla collaborazione di Comune di Milano, Palazzo Reale, MondoMostre Skira e The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York.

La collezione nasce dalla passione per l’arte della famiglia Thannhauser, il padre Heinrich prima ma soprattutto il figlio Justin che lavorò fin da giovanissimo nella galleria paterna in Europa e con la seconda moglie Hilde si affermò come commerciante d’arte sulla scena newyorkese. I Thannhauser esposero Impressionisti, postimpressionisti e futuristi e allacciarono relazioni durature con molti di loro. In particolare lo stretto rapporto tra Justin K. Thannhauser e Picasso (che durò fino alla morte dell'artista nel ‘73) si traduce nella collezione in un importante corpo di opere.

Guggenheim. La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso”., curata dalla conservatrice del Guggenheim, Megan Fontanella, rimarrà esposta a Palazzo reale fino al 1 marzo 2020.

Georges Braque , Paesaggio vicino ad Anversa

Georges Braque , Paesaggio vicino ad Anversa

Claude Monet , Palazzo Ducale, visto da San Giorgio Maggiore

Claude Monet , Palazzo Ducale, visto da San Giorgio Maggiore

Pierre-Auguste Renoir , Donna con pappgallo

Pierre-Auguste Renoir , Donna con pappgallo

Pablo Picasso , Still Life: Fruit and Pitcher ( Natura morta: frutta e vaso )

Pablo Picasso , Still Life: Fruit and Pitcher ( Natura morta: frutta e vaso )

Vincent van Gogh , Paesaggio innevato ( Paysage enneigé )

Vincent van Gogh , Paesaggio innevato ( Paysage enneigé )

Henri de Toulouse-Lautrec , Nel salone

Henri de Toulouse-Lautrec , Nel salone

Pablo Picasso , Vetro Pipa e pacchetto di tabacco

Pablo Picasso , Vetro Pipa e pacchetto di tabacco

Paul Gauguin , Andiamo

Paul Gauguin , Andiamo

Vincent van Gogh , Carreggiata con sottopasso ( Le viaduc )

Vincent van Gogh , Carreggiata con sottopasso ( Le viaduc )

"Ruomors of war" a Time Square. Kehinde Wiley svela la sua prima scultura monumentale

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

L’artista statunitense Kehinde Wiley (di cui ho parlato spesso ad esempio qui e qui) conosciuto per aver dipinto il ritratto di Barack Obama per la National Portrait Gallery dello Smithsonian, ha realizzato la sua prima scultura monumentale. L’opera, alta oltre 8 metri, si intitola “Rumors of war” e rappresenta un giovane afroamericano in sella a un cavallo dal passo fiero.

La scultura in bronzo è stata collocata al centro di Times Square (Broadway Plaza tra la 46a e la 47a strada) a New York. Ma solo temporaneamente. Dal prossimo inverno, infatti, “Rumors of war” troverà stabilmente casa al Virginia Museum of Fine Arts che ne ha commissionato la realizzazione..

Ma fino ad allora il monumento rimarrà nel cuore pulsante della grande mela creando un contrasto tra i colori intensi delle insegne pubblicitarie digitali e il tono scuro del bronzo, tra il curvilineo guizzare delle forme della scultura e la linearità maestosa dei grattacieli. Tra presente e passato, insomma. Infatti, “Rumors of war”, ispirata alla statua equestre del generale JEB Stuart, cita esplicitamente (e polemicamente) i monumenti confederati. Solo che nella posa innaturale e celebrativa dell’ufficiale sudista a Time Square c’è un giovane afroamericano in jeans, felpa e scarpe da ginnastica.

Con questa scultura Kehinde Wiley da’ tridimensionalità al lavoro che da anni svolge come pittore, reinterpretando dipinti classici i cui protagonisti diventano uomini e donne di colore in abiti contemporanei.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ian Douglas per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ian Douglas per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Walter Wlodarczyk per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Walter Wlodarczyk per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.

Kehinde Wiley, Rumors of War, 2019. © 2019 Kehinde Wiley. Presentato da Times Square Arts in collaborazione con il Virginia Museum of Fine Art e Sean Kelly, New York. Fotografo: Ka-Man Tse per Times Square Arts.