Distributori automatici come fari, nella campagna buia e innevata di Hokkaido

distributori-automatici-giapponesi-hokkaido

In Giappone nei distributori automatici si vende di tutto: pasti caldi, mazzi di fiori, riviste e uova fresche. Va da se quindi che le macchinette siano diffuse un po’ ovunque. Anche nell’estremo nord del paese dove gli inverni sono bui e rigidi. Anche nelle periferie. Persino nelle aree rurali. 

Impressiona comunque vedere i distributori automatici come unica testimonianza di vita in piccoli centri di una Hokkaido stretta nella morsa del gelo. Come quelli che il fotografo Eiji Ohashi ha congelato nella serie di scatti ‘Time to shine’. Non che ce ne fosse bisogno, dato che le macchinette di Hokkaido sembrano lì da sempre,  unica testimonianza di vita dopo che tutto il resto è stato spazzato via. Unica fonte di luce in un paesaggio freddo e buio.

"A Hokkaido dove vivo, gli inverni sono duri e le nevicate sono intense", dice il fotografo Eiji Ohashi  "Ogni giorno può riservare degli incovenienti.” Soprattutto nei piccoli agglomerati di case in zone remote dove la neve costringe i pochi abitanti in casa “Ma anche allora posso ottenere bevande calde dai distributori automatici- continua- Quando ho qualcosa di caldo  comprato da un distributore, i miei sentimenti si rilassano."

Insomma a Eiji Ohashi le macchinette piacciono. E non c’è da stupirsene, visto che in Giappone i distributori automatici hanno una diffusione capillare (1 ogni 23 abitanti) e fanno parte del paesaggio urbano dall’800 (in Italia le prime le hanno portate gli americani dopo la seconda guerra mondiale).

Ma anche nella patria dei distributori automatici, in zone e climi in cui costituiscono un conforto, questi negozi-macchina sono minacciati dalle leggi del mercato, che decidono della rimozione di quelle che vendono meno. Esattamente come succede per i piccoli esercizi commerciali e con le stesse conseguenze per le comunità che vi ruotano intorno.

Delle fotografie di Eiji Ohashi hanno parlato importanti testate, e i suoi distributori automatici dopo essere stati al centro di un libro (‘Roadside Lights’) saranno in mostra a Parigi (dal 7 al 30 dicembre) a Gallery & co 119. (via Spoon and Tamago)

distributori-automatici-giappone-neve
distributori-automatici-giappone-neve-01
distributori-automatici-giappone-neve-02
distributori-automatici-giappone-neve-03
distributori-automatici-giappone-neve-04
distributori-automatici-giappone-neve-05
distributori-automatici-giappone-neve-07
distributori-automatici-giappone-neve-08

Yayoi Kusama a New York con 2 nuove Infinity Mirror Room fa il pieno su Instagram e file alla Van Gogh

installation view, yayoi kusama: festival of life, david zwirner, new york, 2017; image © yayoi kusama / courtesy of david zwirner, new york; OTA fine arts,tokyo/singapore/shanghai; victoria miro,london; yayoi kusama inc.

installation view, yayoi kusama: festival of life, david zwirner, new york, 2017; image © yayoi kusama / courtesy of david zwirner, new york; OTA fine arts,tokyo/singapore/shanghai; victoria miro,london; yayoi kusama inc.

E chi l’avrebbe detto che Yayoi Kusama, a 88 anni suonati, con una vita tribolata alle spalle (anche se densa di successi professionali), si sarebbe trasformata in una star di instagram in grado di muovere una massa di spettatori da far invidia al museo di Van Gogh in un giorno di festa? Eppure è quello che sta succedendo in questi giorni a New York.

La David Zwirner gallery, infatti, ha recentemente inaugurato la personale di Yayoi Kusama, ‘Festival of life’. L’evento, che in realtà è un grappolo di mostre dedicate all’artista giapponese spalmate in vari spazi, comprende diverse opere tra le quali due nuove ‘Infinity mirror rooms’. E sono proprio queste ultime ad essersi immediatamente trasformate in spazi di culto per gli istagrammers. Ma non solo, perché per entrare a vedere ‘Festival of life’ gli organizzatori avvertono di mettere in preventivo una coda da un minimo di 2-4 ore.

Sotto (il lavoro della Kusama ndr) c’è una sensibilità, autenticità e profondità- ha detto Lucas Zwirner, direttore editoriale della galleria, a abc7 NY- che penso attragga anche tante persone giovani”.

La mostra si concentra sulle opere recenti della Kusama e comprende sessantasei dipinti della iconica serie ‘My eternal soul’, delle nuove sculture floreali, un ambiente interamente ricoperto di pois (elementi ricorrenti nella produzione dell’artista fin dai suoi esordi) e, appunto, due ‘Infinity mirror rooms’.

yayoi kusama, infinity mirror room- let’s survive forever; festival of life, david zwirner,image © designboom 

yayoi kusama, infinity mirror room- let’s survive forever; festival of life, david zwirner,image © designboom 

Infinity Mirror Room- Let’s Survive Forever: La stanza è fatta di specchi e sfere riflettenti (sospese e appoggiate a terra). Il motivo di quest’opera immersiva ricalca ‘Narcissus garden’, che la Kusama presentò alla Biennale di Venezia del ‘66 e che ha recentemente riproposto alla ‘Glass House’ (in Connecticut; ne ho parlato qui). Ma se la storica installazione scivolava nella performance (l’artista, in kimono dorato, vendeva le sfere a 1200 lire l’una, salvo poi essere fermata dalla direzione) e voleva rappresentare una critica alla mercificazione dell’arte. ‘Let’s survive forever’ è una scultura e una riflessione su temi intimi ma intramontabili (ricordi, percezione, differenza tra esperienza individuale e condivisa). 

Infinity Mirror Room- Longing for eternity: In questa stanza non si può entrare. I visitatori sono invitati a guardare da uno spionciono delle minuscole luci che cambiano colore e, moltiplicate dagli specchi, si succedono all’infinito. Riflessi e luci creano un motivo esagonale ripetuto e uno scenario architettonico trasfigurtato. E’ un opera molto poetica che ricorda un grande caleidoscopio.

installation view, yayoi kusama: festival of life, david zwirner, new york, 2017;image © yayoi kusama  / courtesy of david zwirner, new york; OTA fine arts, tokyo/singapore/shanghai; victoria miro, london; yayoi kusama inc.

installation view, yayoi kusama: festival of life, david zwirner, new york, 2017;image © yayoi kusama  / courtesy of david zwirner, new york; OTA fine arts, tokyo/singapore/shanghai; victoria miro, london; yayoi kusama inc.

La mostra presenta anche ’With all my love for the tulips, I pray forever’. L’opera, che fa parte di una serie recente, è una sorta di ‘Obliteration room’ con al centro due grandi sculture in fibra di vetro rinforzate in plastica. Si tratta ovviamente di giganteschi tulipani.

E mentre la David Zwirner celebra il talento di Yayoi Kusama a New York, il museo ‘The Broad’ di Los Angeles ospita l’importante retrospettiva itinerante ’Infinity mirrors’ focalizzata proprio sulle sue ‘Infinity mirror room’ (la prima tappa è stata all’Hirshhorn, ne ho parlato qui). E’ recente, infine, l’apertura dello ‘Yayoi Kusama Museum’ a Tokyo

yayoi kusama, with all my love for the tulips, i pray forever; festival of life, david zwirner,image © designboom 

yayoi kusama, with all my love for the tulips, i pray forever; festival of life, david zwirner,image © designboom 

yayoi kusama, infinity mirror room- longing for eternity; festival of life, david zwirner,image © designboom 

yayoi kusama, infinity mirror room- longing for eternity; festival of life, david zwirner,image © designboom 

yayoi kusama, with all my love for the tulips, i pray forever; festival of life, david zwirner,image © designboom

yayoi kusama, with all my love for the tulips, i pray forever; festival of life, david zwirner,image © designboom

yayoi kusama, infinity mirror room- let’s survive forever; festival of life, david zwirner,image © designboom

yayoi kusama, infinity mirror room- let’s survive forever; festival of life, david zwirner,image © designboom

yayoi kusama, infinity mirror room- longing for eternity; festival of life, david zwirner,image © designboom 

yayoi kusama, infinity mirror room- longing for eternity; festival of life, david zwirner,image © designboom 

La ricamatrice Yao Huifen che ha riprodotto la Gioconda con ago e filo

Mona Lisa (Leonardo da Vinci), ricamo a cuciture casuali, 45x65cm, 2005

Mona Lisa (Leonardo da Vinci), ricamo a cuciture casuali, 45x65cm, 2005

Senza avvicinarsi non ci si accorge che le opere di Yao Huifen (di cui ho già parlato qui) non sono dipinte ma ricamate. Tante sono le tecniche usate, studiato il colore e la rifrazione dei fili; minuscoli i punti. 
Anche se la parte più importante del lavoro di Lady Yao consiste nel riprodurre con il tradizionale ricamo cinese i capolavori del passato.

Si è cimentata nella reinvenzione ad ago e filo dei dipinti iconici conservati nelle sale dei musei occidentali. Dalla Gioconda di Leonardo da Vinci a ‘La Lattaia’ di Vermeer, passando per Raffaello e le tele degli impressionisti. Forse però rasenta la perfezione solo quando si confronta con la pittura a inchiostro dei grandi maestri cinesi. 

Il ricamo ha fatto parte della vita di Yao Huifen fin da bambina. La famiglia aveva una lunga storia in quest’arte applicata e Yao ha cominciato studiarlo fin da piccola anche se la parte più importante della sua formazione risale a tempo dopo quando ha imparato a padroneggiare le tecniche di Suzhou. 

Perché in Cina ricamare è una cosa seria, con centri particolarmente specializzati e una storia millenaria che conosce il suo punto di svolta nella figura della leggendaria ricamatrice Shen Shou (che fece di questa forma d‘artigianato un mestiere vero e proprio). E Yao Huifen è appunto considerata il quarto successore di Shen Shou.

Yao Huifen ha girato tutto il mondo per mostrare le tecniche di ricamo cinesi, in patria tra le altre cose è a capo di un’istituzione che porta il suo nome. Alcuni suoi lavori sono conservati al British Museum e quest’anno è stata tra i protagonisti del Padiglione Cina della Biennale di Venezia. Per riprodurre i capolavori della Storia dell’Arte con il ricamo usa centinaia di tecniche diverse in un solo pezzo.

Lotus, ricamo a cuciture casuali, 70x70cm, 2005

Lotus, ricamo a cuciture casuali, 70x70cm, 2005

La Lattaia (Vermeer), ricamo a cuciture casuali, 60x80cm, 2006

La Lattaia (Vermeer), ricamo a cuciture casuali, 60x80cm, 2006

Uva, ricamo a cuciture casuali, 25x100cm, 2012

Uva, ricamo a cuciture casuali, 25x100cm, 2012

Principessa di Broglie (Ingres), ricmo a cuciture casuali, 60x80cm, 2006

Principessa di Broglie (Ingres), ricmo a cuciture casuali, 60x80cm, 2006

Paesaggio , ricamo a cuciture casuali, 80x80cm, 2011

Paesaggio , ricamo a cuciture casuali, 80x80cm, 2011