Yayoi Kusama è tornata a presentare la sua iconica installazione ‘Narcissus Garden’ negli Stati Uniti. Già nel 2017 le sfere in acciaio specchiato avevano invaso la Glass House (Connecticut), quest’anno è la volta di una fabbrica abbandonata nella Penisola di Rockaway (Queens, New York).
L’opera di Yayoi Kusama presentata dal MoMa PS1 nell’ambito del festival d’arte pubblica Rockawa! 2018 è composta da 1500 sfere argentee in cui si riflette la faticosa ripresa di una zona messa in ginocchio dal passaggio dell’Uragano Sandy.
Oggi Yayoi Kusama è un’artista famosissima, il Giappone, suo paese natale, le ha dedicato un museo e gli Stati Uniti, sua patria d’adozione negli anni della gioventù, una grande mostra itinerante (‘Infinty Mirrors Rooms’ ne ho parlato qui) ma quando realizzò ‘Narcissus Garden’ per la prima volta non la conosceva quasi nessuno. Era il 1966 e l’artista, creò l’opera per la Biennale di Venezia. Cercò poi di vendere ogni sfera a poche lire come atto d’accusa verso la mercificazione dell’arte (la Biennale che non è un mercato, ovviamente, interruppe all‘istante l‘iniziativa commerciale della Kusama).
Insomma originariamente le sfere erano state create per riflettere la vanità di chi desidera possedere l’arte (di qui il titolo dell’installazione) ma nel tempo il loro scopo è cambiato. Alla Glass House dialogavano con l’ambiente circostante, mosse dal vento e dall’acqua, erano in grado di creare un paesaggio poetico e meditativo. Mentre nella fabbrica di Rockaway sono fredde e immobili testimoni dell’eco di una tragedia passata che non ha ancora smesso di farsi sentire. In loro si specchiano i graffiti e i muri scrostati ma anche l’impossibilità di lasciarsi completamente alle spalle un trauma profondo.