E chi l’avrebbe detto che Yayoi Kusama, a 88 anni suonati, con una vita tribolata alle spalle (anche se densa di successi professionali), si sarebbe trasformata in una star di instagram in grado di muovere una massa di spettatori da far invidia al museo di Van Gogh in un giorno di festa? Eppure è quello che sta succedendo in questi giorni a New York.
La David Zwirner gallery, infatti, ha recentemente inaugurato la personale di Yayoi Kusama, ‘Festival of life’. L’evento, che in realtà è un grappolo di mostre dedicate all’artista giapponese spalmate in vari spazi, comprende diverse opere tra le quali due nuove ‘Infinity mirror rooms’. E sono proprio queste ultime ad essersi immediatamente trasformate in spazi di culto per gli istagrammers. Ma non solo, perché per entrare a vedere ‘Festival of life’ gli organizzatori avvertono di mettere in preventivo una coda da un minimo di 2-4 ore.
“Sotto (il lavoro della Kusama ndr) c’è una sensibilità, autenticità e profondità- ha detto Lucas Zwirner, direttore editoriale della galleria, a abc7 NY- che penso attragga anche tante persone giovani”.
La mostra si concentra sulle opere recenti della Kusama e comprende sessantasei dipinti della iconica serie ‘My eternal soul’, delle nuove sculture floreali, un ambiente interamente ricoperto di pois (elementi ricorrenti nella produzione dell’artista fin dai suoi esordi) e, appunto, due ‘Infinity mirror rooms’.
Infinity Mirror Room- Let’s Survive Forever: La stanza è fatta di specchi e sfere riflettenti (sospese e appoggiate a terra). Il motivo di quest’opera immersiva ricalca ‘Narcissus garden’, che la Kusama presentò alla Biennale di Venezia del ‘66 e che ha recentemente riproposto alla ‘Glass House’ (in Connecticut; ne ho parlato qui). Ma se la storica installazione scivolava nella performance (l’artista, in kimono dorato, vendeva le sfere a 1200 lire l’una, salvo poi essere fermata dalla direzione) e voleva rappresentare una critica alla mercificazione dell’arte. ‘Let’s survive forever’ è una scultura e una riflessione su temi intimi ma intramontabili (ricordi, percezione, differenza tra esperienza individuale e condivisa).
Infinity Mirror Room- Longing for eternity: In questa stanza non si può entrare. I visitatori sono invitati a guardare da uno spionciono delle minuscole luci che cambiano colore e, moltiplicate dagli specchi, si succedono all’infinito. Riflessi e luci creano un motivo esagonale ripetuto e uno scenario architettonico trasfigurtato. E’ un opera molto poetica che ricorda un grande caleidoscopio.
La mostra presenta anche ’With all my love for the tulips, I pray forever’. L’opera, che fa parte di una serie recente, è una sorta di ‘Obliteration room’ con al centro due grandi sculture in fibra di vetro rinforzate in plastica. Si tratta ovviamente di giganteschi tulipani.
E mentre la David Zwirner celebra il talento di Yayoi Kusama a New York, il museo ‘The Broad’ di Los Angeles ospita l’importante retrospettiva itinerante ’Infinity mirrors’ focalizzata proprio sulle sue ‘Infinity mirror room’ (la prima tappa è stata all’Hirshhorn, ne ho parlato qui). E’ recente, infine, l’apertura dello ‘Yayoi Kusama Museum’ a Tokyo.