Amatissima, Yayoi Kusama, fa parte di quel ristretto numero di artisti capaci di pentrare nell’immaginario collettivo globale. E mentre le vetrine Louis Vuitton ancora celebrano la sua opera (oltre alla collezione che ha creato in collaborazione con la maison francese), il Palazzo della Ragione di Bergamo ha annunciato che il prossimo 17 novembre inaugurerà "Yayoi Kusama. Infinito Presente". Una personale dedicata all’artista originaria di Matsumoto, che tra le altre cose esporrà "Fireflies on the Water". Una delle “Infinity Mirror Room” più iconiche di Kusama. Normalmente conservata al Whitney Museum of American Art di New York ed esposta in Italia per la prima volta.
Con un’iconografia molto nota e riconoscibile (le zucche, i puntini, le sfere riflettenti, gli specchi), Yayoi Kusama è una delle donne dalle opere più care al mondo ed è al dodicesimo posto nella classifica mondiale degli artisti più venduti all'asta (dati 2022). Un posto che si è guadagnata in oltre settant’anni di carriera e con un’incrollabile dedizione al lavoro, nonostante i problemi di salute mentale che l’hanno accompagnata per tutta la vita (fin da bambina, Kusama, ha sofferto di allucinazioni). Ma che le ha anche portato qualche difficoltà. Recentemente, ad esempio, sono stati messi in circolazione e venduti dei falsi NFT a suo nome.
Tra le serie di opere più apprezzate di Yayoi Kusama c’è di sicuro quella delle “Infinity Mirror Rooms”. Antenate delle installazioni immersive, Kusama cominciò a realizzarle nel ‘63, permettendo allo spettatore di sperimentare l’essenza psichedelica della sua arte. Spazi raccolti resi immensi da un rivestimento di specchi, poetici o provocatori, spesso punteggiati di luci, mettono chi le osserva di fronte a una serie di domande sulla percezione e il senso d’identità. E’ il caso di "Fireflies on the Water", in cui, come dice il titolo, l’ambiente viene completato da uno specchio d’acqua.
I visitatori accedono all’opera attraverso una passerella, intorno alla quale c’è il laghetto che riflette l’oscurità e i 150 punti luce, resi infiniti dagli specchi che rivestono le pareti e il soffitto della stanza. Viene da se che le persone procedano destabilizzate, prive di punti di riferimento spaziali e timorose di finire in acqua. Uno stato d’animo utile all’artista, che mette così il pubblico nella condizione di dubitare dei propri sensi, di interrogarsi su se stesso e intraprendere un percorso onirico all’interno dell’opera. "Fireflies on the Water", inoltre, fa riferimento anche al paesaggio giapponese e al mito di Narciso.
L’opera, come quasi sempre capita con il lavoro di Kusama, è densa di riferimenti autobiografici.
"Yayoi Kusama. Infinito Presente", non sarà un’esposizione completa come la retrospettiva organizzata dal Hirshhorn Museum di Washington e giocata sulle stanze specchianti (nella quale sono state mostrate ben sei “Infinity Mirror Room” di Kusama), ma è la prima personale dell’artista giapponese che si tine in Italia da diversi anni a questa parte. E solo per questo è un appuntamento importante.
“È una mostra ambiziosa e speciale – ha detto il curatore Stefano Raimondi, fondatore e direttore del network per l’arte contemporanea di Bergamo, The Blank Contemporary Art - resa possibile da un progetto articolato, che ha richiesto due anni di lavoro, e dai rapporti internazionali con il Whitney Museum of American Art, senza dubbio uno dei più importanti musei al mondo”.