L’ossessione della famosissima nonna dell’arte contemporanea Yayoi Kusama (oltre alle zucche) sono sempre stati i pois. Li ha usati per ricoprire tele su tele nei suoi anni giovanili a New York, sono stati spesso parte delle ‘Infinity Mirror Rooms’ e sempre questi ultimi le hanno ispirato la nota installazione ‘The obliteration room’ in cui, dopo aver ricostruito degli ambienti domestici in gallerie o musei, ha invitato i visitatori ad appiccicare degli adesivi a forma di “dot” ad ogni superficie. Seggiole, tavole, pareti, pavimenti, ovunque insomma.
Meno noto è il legame di Yayoi Kusama con i fiori. Ma c’è ed è forte. Ne è una prova ‘Flower Obsession’ (2017) eseguita su commissione per l’inaugurazione della triennale della National Gallery of Victoria (Australia).
In cui, come in ‘The obliteration room’, ha invitato i visitatori ad appiccicare ovunque degli adesivi. Ma questa volta erano degli stichers a forma di gerbera o delle vere e propie margheritone rosse sintetiche.
L’artista, che dall’infanzia soffre di allucinazioni, ha spiegato: "Un giorno [da bambina], dopo aver osservato un modello di fiori rossi sulla tovaglia, ho alzato lo sguardo per vedere che il soffitto, le finestre e le colonne sembravano intonacate con lo stesso motivo floreale rosso. Ho visto l'intera stanza, tutto il mio corpo e universo coperto di fiori rossi, e in quell'istante la mia anima è stata cancellata ... Quella non era un'illusione, ma la realtà stessa."
I fiori emergono con una certa prepotenza nella produzione recente dell’artista giapponese. Se volendo possono essere evocati dall’opera ‘Narcissus garden’ (se non altro perché tradizionalmente installata in un giardino), sono certamente elemento centrale di ’With all my love for the tulips, I pray forever’ . E adesso appunto di ‘Flower Obsession’.