La ricamatrice Yao Huifen che ha riprodotto la Gioconda con ago e filo

Mona Lisa (Leonardo da Vinci), ricamo a cuciture casuali, 45x65cm, 2005

Mona Lisa (Leonardo da Vinci), ricamo a cuciture casuali, 45x65cm, 2005

Senza avvicinarsi non ci si accorge che le opere di Yao Huifen (di cui ho già parlato qui) non sono dipinte ma ricamate. Tante sono le tecniche usate, studiato il colore e la rifrazione dei fili; minuscoli i punti. 
Anche se la parte più importante del lavoro di Lady Yao consiste nel riprodurre con il tradizionale ricamo cinese i capolavori del passato.

Si è cimentata nella reinvenzione ad ago e filo dei dipinti iconici conservati nelle sale dei musei occidentali. Dalla Gioconda di Leonardo da Vinci a ‘La Lattaia’ di Vermeer, passando per Raffaello e le tele degli impressionisti. Forse però rasenta la perfezione solo quando si confronta con la pittura a inchiostro dei grandi maestri cinesi. 

Il ricamo ha fatto parte della vita di Yao Huifen fin da bambina. La famiglia aveva una lunga storia in quest’arte applicata e Yao ha cominciato studiarlo fin da piccola anche se la parte più importante della sua formazione risale a tempo dopo quando ha imparato a padroneggiare le tecniche di Suzhou. 

Perché in Cina ricamare è una cosa seria, con centri particolarmente specializzati e una storia millenaria che conosce il suo punto di svolta nella figura della leggendaria ricamatrice Shen Shou (che fece di questa forma d‘artigianato un mestiere vero e proprio). E Yao Huifen è appunto considerata il quarto successore di Shen Shou.

Yao Huifen ha girato tutto il mondo per mostrare le tecniche di ricamo cinesi, in patria tra le altre cose è a capo di un’istituzione che porta il suo nome. Alcuni suoi lavori sono conservati al British Museum e quest’anno è stata tra i protagonisti del Padiglione Cina della Biennale di Venezia. Per riprodurre i capolavori della Storia dell’Arte con il ricamo usa centinaia di tecniche diverse in un solo pezzo.

Lotus, ricamo a cuciture casuali, 70x70cm, 2005

Lotus, ricamo a cuciture casuali, 70x70cm, 2005

La Lattaia (Vermeer), ricamo a cuciture casuali, 60x80cm, 2006

La Lattaia (Vermeer), ricamo a cuciture casuali, 60x80cm, 2006

Uva, ricamo a cuciture casuali, 25x100cm, 2012

Uva, ricamo a cuciture casuali, 25x100cm, 2012

Principessa di Broglie (Ingres), ricmo a cuciture casuali, 60x80cm, 2006

Principessa di Broglie (Ingres), ricmo a cuciture casuali, 60x80cm, 2006

Paesaggio , ricamo a cuciture casuali, 80x80cm, 2011

Paesaggio , ricamo a cuciture casuali, 80x80cm, 2011

Biennale di Venezia| Il Padiglione Cinese. sfavillante di ottimismo e zeppo di tradizioni, che inquieta gli occidentali

'Continuum-Generation by Generation', Padiglione Cina, Biennale di Venezia, Installation view

'Continuum-Generation by Generation', Padiglione Cina, Biennale di Venezia, Installation view

Il padiglione cinese della Biennale di Venezia con la mostra ‘Continuum – Generation by Generation’ è una festa di sollecitazioni, colori e curiosità. Sfavillante e ottimista. Ma anche inquietante (per noi occidentali ovviamente).
Il tema dell’esposizione è il ’Bu Xi’ ovvero il perpetuarsi delle cose in un ciclo rotatorio continuo e incessante (ad esempio il passato è la radice del futuro che si volge a guardare il passato e via discorrendo) simile ai concetti di ying e yang tipici della cultura cinese.
‘Continuum – Generation by Generation’  è curata Qiu Zhijie

Qiu Zhijie

Qiu Zhijie

Qiu Zhijie: E’ un artista e un teorico di fama già conosciuto in Italia (ha lavorato molto con il Museo Pecci di Prato ad esempio). Ha il chiodo fisso delle mappe: “Di solito il mio metodo è quasi sempre basato sul realizzare mappe- ha dichiarato in un’ intervista rilasciata al giornale del Centro Pecci- che diventano poi uno strumento di ricerca su vari argomenti.”
Questo tema ricorrente delle sue opere per cui è amatissimo ha influenzato molto il Padiglione Cina da lui curato. Che a prima vista in effetti risulta difficile da leggere. O meglio dà l’impressione di essere ricco a livello visivo ma disordinato concettualmente. In realtà è perché la mostra è stata immaginata non linearmente ma come si fosse trattato di una rete di idee con frecce che vanno avanti e indietro da una all’altra.

Installation view

Installation view

Gli artisti che riempiono la mostra con le loro opere sono quattro (più lo stesso Qiu Zhijie che è appunto anche artista): Yao Huifen (o Lady Yao), Wang Tianwen, Tang Nannan e Wu Jian’an
E si dividono in due gruppi: arti applicate tradizionali (Yao Huifen, Wang Tianwen) e arte contemporanea (Tang Nannan e Wu Jian’an).

Due artisti tradizionali e due artisti che utilizzano i linguaggi contemporanei delle arti visive-spiega il comunicato stampa- sono stati scelti per rappresentare il significato di questa narrazione. Artigianato e opere d’arte contemporanea si influenzano a vicenda.”

Yao Huifen, The skeleton fantasy show, 2017

Yao Huifen, The skeleton fantasy show, 2017

Yao Huifen (o Lady Yao): è una ricamatrice impressionante. Figlia di maestri del ricamo a loro volta figli di ricamatori e così via per diverse generazioni. Oltre a padroneggiare le tecniche tradizionali cinesi ne ha inventate parecchie. Alcuni suoi lavori sono conservati al British Museum. E non a caso, visto che è in grado si riprodurre tutti i dipinti che si trovano sui libri di storia dell’arte dalla Gioconda alle opere a inchiostro degli antichi pittori cinesi. Per il Padiglione Cina ha ricamato ‘Skeleton Fantasy Show’ di Li Song (X – XI Sec.), “attraverso l’utilizzo di oltre un centinaio di tecniche diverse”. (!!!). Ha collaborato anche con l’artista contemporaneo Tang Nannan per la realizzazione di un’opera in mostra.

Wang Tianwen, Wu Jian’an, Tang Nannan, Yao Huifen, Continuum-Removing the Mountains and Filling the Sea, Shadow play screen, 2015

Wang Tianwen, Wu Jian’an, Tang Nannan, Yao Huifen, Continuum-Removing the Mountains and Filling the Sea, Shadow play screen, 2015

Wang Tianwen: Maestro nella complessa ed antichissima arte del teatro delle ombre, che richiede la creazione delle figure lavorando la pelle secondo tecniche precise e i fondali su cui si muovono i personaggi. Oltre ad esporre delle cose sue ha collaborato con Tang Nannan per la creazione di un’opera.

Tang Nannan, The southern under world, 2017

Tang Nannan, The southern under world, 2017

Tang Nannan: E’ un’artista contemporaneo che usa diversi medium dalla tradizionale pittura a inchiostro al video alla fotografia e alle animazioni su schermi multipli. Per il padiglione ha usato inchiostro e animazione.

Wu Jian’an, The birth of the galaxy, 2012

Wu Jian’an, The birth of the galaxy, 2012

Wu Jian’an: Artista contemporaneo anche lui ,capace di spaziare dalla pittura alla scultura all’installazione. Ma il suo pezzo forte sono i collage di carta intagliata su grandi tele. Inutile dire che colpiscono per la pazienza dell’esecuzione. Per la Biennale ha realizzato delle sculture dorate e delle tele che da lontano davano l’impressione di essere state dipinte con campiture di colore puro, da vicino si scopriva invece che la superficie era stata completamente ricoperta da migliaia di figure in carta intagliata incollate l’una sull’altra.

Collaboration of Tang Nannan with Yao Huifen, Oblivious Ocean, 2017

Collaboration of Tang Nannan with Yao Huifen, Oblivious Ocean, 2017

Le immagini antitetiche ‘montagna/mare’ e ‘antico/nuovo’, che nel loro insieme rappresentano l’equilibrio perfetto dello ‘Yin/Yang’ cinesi-continua il comunicato- costituiscono la cornice entro la quale di sviluppa il percorso espositivo. Due favole cinesi molto note, Il vecchio sciocco che rimuove le montagne e Jingwei che riempie il mare, saranno il serbatoio immaginifico da cui ricavare visioni corrispondenti ai concetti di ‘montagna’ e ‘mare’”. 
Entrambe le fiabe parlano dell’incrollabile volontà del popolo cinese e della sua paziente testardaggine nel raggiungere gli obbiettivi che si è prefissato. Concetti che nella mente di un’occidentale creano una involontaria quanto persistente inquietudine.

Tang Nannan, The southern under world, 2017; photo: Artbooms

Tang Nannan, The southern under world, 2017; photo: Artbooms

Può essere che il Padiglione Cina ‘Continuum – Generation by Generation’ della 57esima Biennale d’arte di Venezia vi sembri confuso ma difficilmente non vi piacerà. Come la mostra ‘VIVA ARTE VIVA’ e gli altri padiglioni nazionali sarà possibile vederlo fino al 26 di novembre

Collaboration of Tang Nannan and Wang Tianwen, Happy excursion series, 2017

Collaboration of Tang Nannan and Wang Tianwen, Happy excursion series, 2017

Yao Huifen, The skeleton fantasy show (particolare del ricamo), 2017; Photo: Artbooms

Yao Huifen, The skeleton fantasy show (particolare del ricamo), 2017; Photo: Artbooms

Wang Tianwen, Wu Jian’an, Tang Nannan, Yao Huifen, Continuum-Removing the Mountains and Filling the Sea, Shadow play screen, 2015

Wang Tianwen, Wu Jian’an, Tang Nannan, Yao Huifen, Continuum-Removing the Mountains and Filling the Sea, Shadow play screen, 2015

Wu Jian’an, The birth of the galaxy (particolare), 2012; Photo: Artbooms

Wu Jian’an, The birth of the galaxy (particolare), 2012; Photo: Artbooms

Tang Nannan, Oblivious ocean 7

Tang Nannan, Oblivious ocean 7

Wang Tianwen, Wu Jian’an, Tang Nannan, Yao Huifen, Continuum-Removing the Mountains and Filling the Sea (particolare), Shadow play screen, 2015; Photo: Artbooms

Wang Tianwen, Wu Jian’an, Tang Nannan, Yao Huifen, Continuum-Removing the Mountains and Filling the Sea (particolare), Shadow play screen, 2015; Photo: Artbooms

Tang Nannan, Marrow Return, 2017

Tang Nannan, Marrow Return, 2017