Le Ukiyo-e in versione XXL. Un nuovo spettacolare libro TASCHEN celebra le immagini del mondo fluttuante

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Amate tra gli altri da Van Gogh e Manet, le stampe giapponesi su blocchi di legno, sono diverse dalla xilografia come siamo abituati a conoscerla. Non ne esiste anzi un equivalente occidentale. Le Ukiyo-e o Immagini del Mondo Fluttuante, rappresentano cortigiane, lottatori di sumo, attori del teatro kabuki ma anche paesaggi, fantasmi e personaggi mitologici che ancora oggi influenzano manga e videogiochi. E lo fanno in un modo straordinario; fantasioso e rigoroso al tempo stesso.

La casa editrice TASCHEN ha appena messo in commercio un libro che esplora la storia, ma soprattutto illustra la varietà e la vivacità delle xilografie giapponesi, o stampe su blocchi di legno che dir si voglia, nel periodo che va dagli esordi delle ukiyo-e (1680) fino al 1938. E lo fa in formato XXL (come nel caso del libro dedicato a Basquiat) per far meglio risaltare la bellezza delle immagini e i colori straordinariamente vivi delle stampe giapponesi.

"Alcune delle idee più dirompenti nell'arte moderna-spiegano- furono inventate in Giappone nel 1700 e espresse come mai prima nei disegni di maestri come Hokusai, Utamaro e Hiroshige all'inizio del XIX secolo."

Si intitola Japanese Woodblock Prints (1680–1938) e raccoglie l’opera di 89 artisti (da quelli di fama mondiale a quelli poco familiari). Oltre a raccontare questo medium attraverso le immagini di 200 capolavori. Divisi in sette capitoli, organizzati in ordine cronologico. Le riproduzioni provengono da musei e collezioni private di tutto il mondo. Alcune stampe sono state persino fotografate per l’occasione.

Nel libro ci sono, infine, 17 pieghevoli, in cui è possibile ammirare le riproduzioni delle xilografie in dimensioni vicine a quelle originali.

Japanese Woodblock Prints (1680–1938) di TASCHEN è curato dallo studioso di arte giapponese e coreana Andreas Marks.

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Chiharu Shiota ha tessuto un'enorme nuvola di fili bianchi e pagine scritte al Gropius Bau di Berlino

Chiharu Shiota, Beyond Memory, Gropius Bau. Image by Mathias Völzke, courtesy of die künstlerin & VG bild-kunst, bonn 2019

Chiharu Shiota, Beyond Memory, Gropius Bau. Image by Mathias Völzke, courtesy of die künstlerin & VG bild-kunst, bonn 2019

L’artista giapponese Chiharu Shiota (nota, tra le altre cose, per aver rappresentato il paese del sol levante alla Biennale di Venezia)ha recentemente realizzato una grande ed evocativa installazione nel Gropius Bau di Berlino. Una sorta di nuvola di fili intrecciati a mano e pagine di materiale stampato, che ha invaso e ridisesegnato la sfarzosa architettura dell’ex-museo di arti decorative della capitale tedesca.

La grande opera di Chiharu Shiota si intitola Beyond Memory ed è stata realizzata nell’atrio del Gropius Bau, come monumentale introduzione alla mostra And Berlin Will Always Need You. Un’indagine, sul contributo di arti applicate e processi artigianali alla scena dell’arte contemporanea cittadina, che a sua volta si incasella nel nutrito programma di iniziative del Berliner Festspiele

Beyond Memory è composta da migliaia di fili bianchi in cui, oltre alle pagine strappate dai libri, sono stati imprigionati volantini, stampe in bianco e nero e vari oggetti di carta. E fa riferimento al legame che diverse forme di sapere instaurano l’una con l’altra, di epoca storica in epoca storica. E indirettamente, quindi, alla memoria collettiva. "Il filo bianco è senza tempo- ha detto Chiharu Shiota, alludendo alla scelta del colore- Non penso che il tempo sia qualcosa di lineare, ma ha piuttosto una nozione circolare".

L’installazione. come già ricordato, riempie l’altro del Gropius Bau, che automaticamente diventa più accogliente, capace di ispirare uno sguardo riflessivo ed intimo. D’altra parte secondo l’artista si tratta di: “una nuvola di pensieri e connessioni, che legano lo spettatore al passato e al futuro”. E’ anche possibile ammirare l’opera da due punti di osservazione (dal piano terra e dal balcone del primo piano.)

Beyond Memory di Chiharu Shiota rimarrà al Gropius Bau di Berlino fino al 16 giugno 2019. (via Designboom)

image by sunhi mang, courtesy of chiharu shiota

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image by mathias völzke, courtesy of die künstlerin & VG bild-kunst, bonn 2019

image by mathias völzke, courtesy of die künstlerin & VG bild-kunst, bonn 2019

image by sunhi mang, courtesy of chiharu shiota

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image by sunhi mang, courtesy of chiharu shiota

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