E’ un universo poetico e vigoroso quello creato dal duo di artisti Quiet Ensemble. Ingannevole però. Dove i suoni elettronici e la ritualità della performance mascherano l’ironia. Dove la teatralità delle luci prende il centro della scena e svia l’attenzione dagli attori. D’altra parte un mondo in cui gli insetti tracciano intricati disegni astratti, i topolini compongono melodie orecchiabili e gli ortaggi suonano, deve pur custodire i suoi segreti.
Quiet Ensemble è il nome che si sono dati Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli. Entrambi romani, l’uno focalizzato sulla creazione di opere video interattive ed esperto nei software di manipolazione audio-video, l’altro light designer in Danimarca con in tasca una laurea in scenografia teatrale conseguita in Norvegia. Professionalmente inseparabili dal 2009.
Per lavorare usano di tutto: luci, sensori di movimento, amplificatori, video, software. Il loro chiodo fisso è dare voce a chi una voce non ce l’ha come gli oggetti inanimati, gli insetti o l’ambiente. Li chiamano “concerti invisibili” e la band è sempre composta da improbabili musicisti come i fari che servono a illuminare la scena di un teatro, o i pesciolini rossi che nuotano in un acquario.
Hanno cominciato con frutta e verdura. In “Natura Morta” hanno usato patate, mele, pere, banane e ananas per fare musica: “E’ un concerto-spiegano gli artisti sul loro sito internet- dove i soli strumenti usati sono veri frutti e il microvoltaggio\carica elettrica che hanno dentro di se. Ogni frutto contiene acido che produce tensione elettrica, usando una speciale tecnica noi possiamo amplificare queste frequenze rendendo udibile l’inudibile”. Naturalmente anche le luci, che richiamano un po’ quelle di un dj, hanno peso nel video che documenta e completa la performance. Di “Natura Morta” hanno fatto anche una versione tropicale.
Ma l’illuminazione si fa centrale in lavori come “Unshaped” (nell’ installazione un lenzuolo sospeso in una grande stanza buia fluttua nell’aria sorretto dal vento e trasforma lo spazio industriale in un paesaggio sottomarino) o “Mechanical Ballet” in cui dei faretti motorizzati si muovono puntando il loro fascio luminoso qua e là e compongono lineari ma complesse coreografie.
“La ricerca di Quiet Ensemble- continua il duo- passa attraverso l'osservazione del bilanciamento tra caos e controllo, natura e tecnologia, creando soggetti che fondono quegli elementi, elementi che prendono forma dalla relazione tra organico e artificiale, concentrandosi su elementi insignificanti e meravigliosi, come il movimento di una libellula o il suono degli alberi.”
Tuttavia la lista delle loro originali creazioni è ancora lunga. D’altra parte si definiscono un “agenzia olistica e iperattiva”.