Quello che ci propone la fotografa sudafricana Elsa Bleda è un mondo capovolto. Notturno, solitario, freddo, in cui i colori fluorescenti che si riverberano dalle luci al neon invece di portare conforto dall’oscurità suggeriscono un’inquietudine febbrile. Qualcosa sta per succedere? O forse è già successo? Poco importa però, perché l’atmosfera è sospesa, fissata a un indefinito orario nel cuore della notte. E si capisce che di lì la lancetta dell’orologio non si muoverà mai.
Diverse serie di immagini di Elsa Bleda ritraggono il Sud Africa, ma non solo. E comunque nelle sue fotografie la cartina geografica perde la sua importanza. Ad avere peso sono le atmosfere soffuse, che dilatano il tempo e sfumano l’immagine, il colore che ridà corpo e carica emotivamente, la notte, che assorbe il paesaggio per rigettarlo riconfigurato. E l’architettura: l’unico elemento che sembra destinato a durare.
Al centro delle fotografie della sudafricana ci sono periferie urbane, foreste, campi. La neve e la nebbia, la aiutano a smussare gli angoli di immagini altrimenti dure. Insieme alla luce colorata che inonda di mistero e di attesa il paesaggio silenzioso.