In migliaia accettano la sfida del museo Getty e ricreano capolavori del passato con ciò che hanno in casa

immagini di @gettymuseum

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Migliaia di persone in tutto il mondo hanno accettato la sfida lanciata dal museo Getty di ricreare opere d’arte classiche con ciò che si sono trovate tra le mani durante la quarantena. Vestiti vecchi, pigiami, scriugamani oppure cibo. E ne sono venuti fuori dei piccoli capolavori di creatività e autoironia che il museo ha pubblicato sulle proprie pagine social.

L’idea del Getty in realtà non è originale ma riproduce un’iniziativa del Rijksmuseum di Amsterdam. Che a sua volta si è ispirato al geniale account instagram Between Art and Quarantine. Entrambe esperienze coronate da successo. Insomma, il Getty quando ha lanciato la sua sfida aveva ragione di pensare che il pubblico non sarebbe rimasto freddo ma le risposte sono state talmente tante da stupire gli stessi organizzatori.

C’è’ chi si è buttato sulla china che conduce all’astrazione usando vestiti, biancheria da letto e tappeti per ricostruire Il Bacio di Gustav Klimt. Chi ha dato vita all’ Urlo di Edvard Munch su una fetta di pane tostato. E ancora chi ha arrualato il proprio cagnolino per interpretare la parte della Ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer. Ma la lista è lunga e i periodi storici variano da remote epoche del passato fino alla contemporaneità (su Between Art and Quarantine ci sono anche imitiazioni di opere di Jeff Koons e Marina Abramović). Tuttavia la maggior parte delle preferenze si sono concentrate sull’arco di tempo che dal Rinascimento porta fino all’Impressionismo e poco oltre.

Il Getty pubblica su Twitter e su Instagram le foto di questi nuovi capolavori in bilico tra la quotidinaità ferita della quarantena e l’arte di arrangiarsi. Ma non va dimenticato di sbirciare su Facebook cosa hanno fatto i fan del Rijksmuseum e naruralmente quelli di Tra Arte and Quarantena. Da spulciare anche l’hashtag #betweenartandquarantine. (via The Iris)

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Scarica gratis oltre 300 libri d'arte dalla biblioteca virtuale del Getty Art Museum

“Julia Margaret Cameron: Complete Photographs”; Julian Cox, Colin Ford, Joanne Lukitsh, Philippa Wright (2002)

“Julia Margaret Cameron: Complete Photographs”; Julian Cox, Colin Ford, Joanne Lukitsh, Philippa Wright (2002)

Da qualche anno a questa parte il Getty Art Museum ha aperto e perfezionato una biblioteca digitale (Virtual Library) che permette di leggere e scaricare centinaia tra cataloghi e libri d’arte gratis.

Sono oltre 300, infatti, i titoli della Virtual Library e spaziano dai libri dedicati a un singolo artista o a momenti della Storia dell’Arte, fino a testi in cui si parla della conservazione del patrimonio artistico, di restauro, o si approfondisce l’incontro tra arte e nuove tecnologie (in uno, per esempio, si parla della riproduzione delle immagini dei dipinti e in un altro dei metadati). Anche dal punto di vista geografico ce n’è per tutti i gusti: c’è l’arte orientale, quella europea e quella latino-americana. Ma è soprattutto sul fronte delle epoche che la biblioteca virtuale del Getty si dimostra fornita: si va dai reperti archeologici fino a un passo dalla modernità.

Comprensibilmente, invece, la biblioteca non arriva a lambire neppure marginalmente la contemporaneità. Tanto che sul fronte della fotografia, con un numero di testi che si conta sulle dita di una mano, è decisamente deboluccia.

Inutile dire che l’iniziativa ha avuto molto successo. E Greg Albers (Digital Publications Manager del Getty) ha detto in un’intervista che i loro libri sono stati già scaricati 398.058 volte.

Per ora i libri della biblioteca del Getty sono tutti titoli fuori stampa: "(...)Abbiamo risolto alcuni problemi legali / relativi al copyright e rilasciato PDF dei libri originali, che chiunque può leggere e scaricare gratuitamente al 100% ". Ma pare che il museo statunitense intenda creare anche delle edizioni a questo scopo (un primo esperimento qui).

Ovviamente la stragrande maggioranza dei libri è in inglese.

La Virtual Library del Getty Art Museum non è tuttavia, l’unica fonte d’approvvigionamento di libri d’arte gratis sul web. Il Metropolitan Art Museum, per esempio, mette a disposizione oltre 1300 titoli. (via Colossal)

“Pilgrim Flask and Cover with Marine Scenes” (circ 1565-1570), Workshop of Orazio Fontana, tin-glazed earthenware. Virtual Library title: “Italian Ceramics: Catalogue of the J. Paul Getty Museum Collection” by Catherine Hess

“Pilgrim Flask and Cover with Marine Scenes” (circ 1565-1570), Workshop of Orazio Fontana, tin-glazed earthenware. Virtual Library title: “Italian Ceramics: Catalogue of the J. Paul Getty Museum Collection” by Catherine Hess

L'archivio digitale del Getty Museum raddoppia. Disponibili 135mila immagini in hd da scaricare gratis

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Il programma Open Content dell’istituzione artistica statunitense J.Paul Getty Trust che fa capo all’omonimo J. Paul Getty Museum ha recentemente reso disponibili altre immagini in hd di capolavori della sua collezione. Per un totale di 135mila tra fotografie, dipinti e oggetti pregiati, che è possibile scaricare gratuitamente “senza restrizioni d’uso” (quindi anche a scopo commerciale).

Occasione che va colta al volo visto che J..Paul Getty e con lui il Getty Museum (se si considera un periodo della sua storia recente) non sembrano destinati a passere alla Storia per la loro generosità. E neppure per la loro onestà.

J. Paul Getty fu uno degli uomini più ricchi del mondo, un abile imprenditore e una persona senza scrupoli. Leggendaria la sua avarizia. Il suo lavoro e l’amore per l’arte lo legarono al nostro Paese, in un rapporto da cui il patrimonio italiano non uscì indenne. Chi lo ha seguito non fu da meno. La sontuosa collezione che raccolse, poi confluita e ulteriormente ampliata dal J. Paul Getty Museum, è stata al centro di più di un procedimento giudiziario. E’ ancora in corso la battaglia legale per il Lisippo ma quando, una decina di anni fa, si scatenò la bufera (la vicenda portò alla restituzione all’Italia di 40 reperti e ad un processo finito in prescrizione) su Repubblica il giornalista Vittorio Zucconi scrisse: “Se si guardano le cifre, il numero e la storia delle opere esposte o acquisite nella sezione della antichità, questo stupendo museo potrebbe subire, legalmente, la spoliazione alla quale illegalmente avrebbe contribuito, in Italia e nel resto del mondo.”.

La collezione di dipinti ricalca la passione del milionario statunitense per l’arte classica, neoclassica e rinascimentale. Ma la maggior parte della raccolta digitale è composta da fotografie (da non confondere con la società Getty images fondata da uno dei figli di J. Paul). Un patrimonio inestimabile, accumulato dopo la morte di J. Paul Getty acquisendo alcune importanti collezioni private. Non tutte le immagini di famose fotografie sono tuttavia disponibili ad accesso gratuito, ma la scelta resta comunque ampia, con 112,261 file da scaricare.

E poi ci sono sculture, gioielli, manoscritti, disegni, oggetti d’arte decorativa, mappe, stampe e tanto altro ancora. La caratteristica più interessante è che le immagini a dimensione massima sono davvero grandi (8557 X 6559 ). Scomodo invece il procedimento per il download (bisogna indicare in un menù a discesa la tipologia del richiedente e il motivo per cui si sta scaricando l’immagine). (via Open Culture)

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