Biennale di Venezia 2019| La cittadina americana ideale di Alex da Corte, psichedelica e tanto pop, che finge di rassicurare i visitatori di "May you Live in Interesting Times"

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Le opere dell’artista statunitense Alex Da Corte proprio non ci stanno a passare inosservate. Assomigliano a quei sistemi che fulminano gli insetti attirandoli con la luce verso l’elettricità. E Da Corte di colori psichedelici, led e quant’altro fa un largo uso. Ma una volta dentro le sue installazioni immersive il cortocircuito è in agguato. Perchè nulla è come sembra.

“The decorated Shed” realizzata da Alex da Corte per la Biennale d’Arte di Venezia 2019, “May Yuo Live in Interesting Times” (curata da Ralph Rugoff), ad esempio, a prima vista potrebbe sembrare un semplice diorama. La rappresentazione di una cittadina americana dall’aria vintage, ingenuamente calata nella quiete notturna. In realtà è la copia del plastico della serie tv per l’infanzia “Mister Roger’s Neighborhood”. Piazzata su un tavolo di mogano in stile federale, riempita di insegne al neon di famose catene di ristoranti, e messa al centro di una stanza le cui pareti sono state ricoperte con una tappezzeria floreale in velluto, che cita in un colpo solo Prince e gli architetti di Philadelphia Robert Venturi e Denise Scott Brown.. Un vero tripudio del pop, con riferimenti alla cultura alta, a rendere più allucinatorio il tutto.

D’altra parte il fine di Alex Da Corte è proprio quello di spingerci ad abbandonare il pensiero razionale per entrare in un mondo del memorabilia il cui linguaggio assomiglia a quello del sogno. Dove passato e presente sono sincronizzati, dove l’eccesso è di casa e il paradosso dietro l’angolo, ma anche dove le radici della purezza personale e collettiva riemergono anche se per un solo, sfavillante, istante.

“The decorated Shed” è stata collocata nel Padiglione Centale e insieme a “Rubber Pencil Devil” all’Arsenale costituisce il contributo di Alex Da Corte alla mostra “May you Live in Interesting Times”. Come le altre opere ovviamente si potrà visitare fino al termine della Biennale d’Arte di Venezia 2019 (24 novembre)

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Alex Da Corte , The Decorated Shed, 2019 , Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Lucy Sparrow ha riempito con 31mila sculture di feltro lavorato a mano il suo supermercato americano retrò

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Lucy Sparrow è una giovane artista britannica che crea delle piccole sculture di feltro. Ritrae oggetti di uso comune, come quelli che si trovano nelle dispense. Non è quindi sorprendente che abbia, nel tempo, venduto queste piccole opere d’arte all’interno di negozi creati per l’occasione e che cercavano di riprodurre, il più fedelmente possibile, veri e propri mini-market. Ma nella sua ultima installazione, realizzata quest’estate al quarto piano dello Standard Hotel Downtown LA di Los Angeles (di cui ho già parlato qui), la Sparrow ha superato se stessa.

Il progetto realizzato, infatti, un supermercato stile anni ’80, era mastodontico con i suoi scaffali ingombri di 31mila sculture in feltro lavorato a mano. Per un totale di oltre 854 metri quadri occupati.

Allo Sparrow Mart di Los Angeles c’era di tutto, dalla frutta e verdura alla carne agli affettati fino agli snack e ai prodotti in scatola. Qualche scaffale di videocassette (come usava negli anni ’80) e poi cereali, caramelle, bibite, liquori, prodotti per la pulizia e per l’igiene della persona. Senza contare una consistente varietà di prodotti etnici: il solo sushi compariva in ben 27 varianti (di ognuna erano stati realizzati 300 pezzi)!

Ogni piccola singola scultura era stata fatta a mano.

Lucy Sparrow ha fatto tutto da sola fino a pochi giorni dalla partenza quando per completare il lavoro in tempo è stata costretta ad assumere del personale.

I prezzi delle opere oscillavano tra i 5 e i 73 dollari e l’installazione è stata accompagnata da ‘Sparrow To Go’ , un ristorante aperto 24 ore su 24 nella hall dell'hotel che serviva piatti ispirati alle opere in feltro di Lucy Sparrow.

Lo Sparrow Mart ha abbassato la serranda a fine agosto, ma l'artista sta valutando la possibilità di realizzare un progetto simile a Chicago, Dallas, Melbourne o da qualche parte in Asia (ad esempio Hong Kong o Tokyo).

Per vedere altre opere di Lucy Sparrow oltre al sito internet c’è il suo account instagram. (via Colossal)

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I colori shock e le geometrie rigorose di Ilka & Frank che ti trasformano l’ordinario in straordinario senza prendersi troppo sul serio

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Le fotografie di Ilka & Frank proiettano concetti e scene quotidiane in un universo parallelo in cui tutto è pop, coloratissimo e giocoso. Per farlo usano di tutto: dalle composizioni di cibo agli accorgimenti della moda fino alle sculture di carta. Rifrangendo la realtà in un caleidoscopio di mondi possibili.

Ma non bisogna ingannarsi: nel mondo di Ilka e Frank nulla è abbandonato al caso, ogni minimo particolare, anche il più insignificante, è rigorosamente calcolato e la composizione è semplice e geometrica.

Tedesca lei, austriaco lui, ilka & Frank (che all’anagrafe fanno Ilka Noggler e Franz Thomüller), vivono a Londra, hanno clienti importanti e in genere lavorano insieme. L’ultimo progetto, ’Bottomless Brunch’, tuttavia, è firmato dalla sola Ilka. Parla di una ragazza che nelle immagini si intravede appena ma che deduciamo essere eccentrica per come mangia.

“Prima di tutto ho disegnato a mano degli schizzi delle scene e raccolto alcuni riferimenti- ha spiegato Ilka ad Artbooms- È qui che la scenografa Gemma Therese Pearce è entrata in gioco esaminando il materiale, suggerendo oggetti di scena ecc. E le cose hanno iniziato a prendere forma. Sul set c'erano anche un food stylist, che ha preparato tutto il cibo e le bevande da zero, un hair stylist, un truccatore e un nail artist, e naturalmente la modella. Il progetto è stato girato in un giorno e poi le immagini sono state modificate in Photoshop, che suona come una piccola cosa alla fine di un progetto, ma in realtà è una componente importante del lavoro e la maggior parte delle volte richiede parecchio tempo.”

Per farla breve Ilka e Frank sono un duo creativo che mixa colori vivacissimi, semplicità formale, atmosfere vagamente vintage, cura per il dettaglio e una dose extra di ironia. Ingredienti eterogenei in grado di trasformare l’ordinario in straordinario, la vita di tutti i giorni e i piccoli gesti, in un’allucinazione pop.

Per vedere altre fotografie di Ilka e Frank e godersi il modo in cui mettono insieme food art, fashion, creatività e ironia si può consultare il loro sito internet o seguirli su instagram.

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch (particular), shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch (particular), shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Franz got commissioned by Seven to shoot for Vitality Magazine

Ilka & Franz got commissioned by Seven to shoot for Vitality Magazine

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)