Oscar Oiwa ha disegnato 250 metri quadri di museo con motivi che evocano i mari del sud

Oscar Oiwa. Tutte le immagini dell'installazione: Dreams of a Sleeping World, installation view, 2019

Oscar Oiwa. Tutte le immagini dell'installazione: Dreams of a Sleeping World, installation view, 2019

L’artista brasiliano di origini giapponesi Oscar Oiwa (ne ho parlato qui) ha realizzato un monumentale disegno per il museo USC Pacific Asia di Pasadena, in California. L’opera, eseguita a 360° in una struttura gonfiabile con soffitto a cupola di quasi 250 metri quadri, si intitola ‘Dreams of a Sleeping World’ (Sogni di un Mondo Addormentato). Per completarla sono stati necessari 120 pennarelli neri.

Nato in Brasile da genitori giapponesi, Oscar Oiwa, che adesso vive a New York, si è imposto nel panorama internazionale per i suoi enormi disegni immersivi composti da centinaia di motivi astratti e frammenti di paesaggio. “Ora molte persone usano i media digitali - ha detto - ma gli umani che risalgono al tempo degli uomini delle caverne hanno sempre disegnato. I nostri bambini continuano a disegnare, ma gli adulti hanno dimenticato come fare i disegni. Voglio recuperare questo modo molto semplice per creare arte usando un pennarello su una parete o un palloncino.

Con ‘Dreams of a Sleeping World’ l’artista vuole evocare un mondo paradisiaco e rilassante ma anche irreale. Composto da scampoli di immagini che si legano l’una all’altra solo nell’universo parallelo della fantasia. La circolarità dello spazio, l’assenza di colori e il ripetersi della nuvola turbinante (che Oiwa usa in tutte le opere di questo tipo) contribuiscono a rendere l’esperienza ipnotica.

Per portare a termine il grande disegno Oscar Oiwa ha lavorato insieme al suo assistente e a quattro studenti (del USC Roski School of Fine Art MFA) per due settimane. Alla fine l’inchiostro di 120 pennarelloni neri era stato esaurito.

L’opera è stata realizzata all’ USC Pacific Asia di Pasadena nell’ambito della mostra personale dell’artista giappobrasiliano (fino al 26 aprile 2020). Per vedere altre opere di Oscar Oiwa si può consultare il suo account Instagram oltre al sito internet.

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La signora Dianna Wood inventa la Idropulitrice-Art. Un modo rinfrescante per decorare i vialetti sporchi

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La statunitense Dianna Wood, dopo aver ricevuto in regalo dal marito una idropulitrice si è inventata un modo creativo di usarla. Con un procedimento simile a quello delle tecniche grafiche tradizionali, la signora Wood, infatti, disegna fiori, uccelli, farfalle e motivi decorativi vari nei vialetti dell’isolato. Più sono sporchi meglio è, ovviamente.

Sul suo Blog Dianna Wood spiega che per ottenere le sfumature e definire i volumi regola la forza del getto d’acqua o semplicemente la sua distanza dal disegno. L’idea le è venuta solo lo scorso autunno ma è già diventata virale e ha spinto i suoi vicini di casa a chiederle di abbellire anche i loro vialetti. Trasformando, con la sola forza della fantasia, un quartiere residenziale ordinato ma anonimo in luogo originale e sicuramente più pulito.

Si tratta disegni effimeri che possono essere cancellati usando l’idropulitrice sullo sporco superstite, oppure limitandosi ad aspettare. Per preservarli, invece, basta ripassarli con il getto d’acqua di quando in quando.

Oltre al blog la signora Dianna Wood condivide le nuove opere di idropulitrice-art sulla sua pagina facebook (via My Modern Met)

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Toshihiko Hosaka ha riprodotto in formato gigante una pagina completa di giornale sulla sabbia, per parlare di inquinamento dei mari

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L’artista giapponese Toshihiko Hosaka, ha recentemente riprodotto in grande scala l’intera prima pagina del quotidiano Tokyo Shimbun sulla sabbia. Comprese fotografie, infografiche e articoli.

Specializzato in sculture popolari in sabbia, Toshihiko Hosaka, ha copiato sul litorale l’edizione uscita il 31 maggio, che in Giappone è il giorno del rifiuto zero, per richiamare l’attenzione sull’inquinamento dei mari. In cima al ciclopico foglio di Hosaka, infatti, spicca il titolo dell’editoriale apparso a piena pagina per l’occasione: “Plastiche che fluttuano nei nostri mari.” Ma anche le immagini approfondiscono lo stesso tema, trasformando la cronaca in un mezzo per creare eco intono all’ecosistema marino ferito. E alle creature che lo abitano.

"Anche noi giapponesi-è scritto nell'editoriale- siamo in gran parte responsabili. Il Giappone produce la seconda maggior quantità di rifiuti a persona. Per rettificare questo, dobbiamo dare una buona occhiata a ciò che sta accadendo nell'oceano. Dobbiamo pensare a cose che abbiamo ignorato come risultato della priorità della crescita economica, della convenienza quotidiana e così via."

Per completare l’opera intitolata ‘Full Page Editorial’, Toshihiko Hosaka si è fatto aiutare da abitanti e scolari di Iioka Beach (nella prefettura di Chiba). Nonostante ciò gli sono serviti 11 giorni per finire. Comprensibilmente, viste le dimensioni importanti dell’efffimera incisione (50 metri per 35).

Il video in fondo illustra velocemente il mastodontico lavoro svolto. A questo link è possibile leggere l’editoriale riprodotto sulla sabbia per intero (in inglese). (via Spoon and Tamago)

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