L’artista norvegese Anja Niemi anche per la sua ultima serie di fotografie “The woman who never existed” (“La donna che non è mai esistita“), ispirata ad una famosa frase di Eleonora Duse, è riuscita nell’epica impresa di fare tutto da sola.
La Niemi, infatti, è contemporaneamente fotografa, modella, costumista e coreografa delle sue immagini.
“Mi capita spesso di pensare a come sarebbe fotografare qualcun altro- ha spiegato in un’intervista rilasciata a GUP Magazine- Sono sempre stata un po' a disagio con l'esposizione, e poi fotografare me stessa non è il modo di lavorare più pratico! Come quando il mio personaggio stà sui pattini a rotelle o galleggia a faccia in giù in una piscina. Inoltre, molto ironicamente, in realtà odio essere fotografata, ma quando sono sola e in costume la sensazione è diversa. Io sto fotografando un personaggio, non me stessa“.
D’altra parte, Anja Niemi ha dato prova della sua abilità nel gestire molteplici ruoli nella serie di fotografie “Darlene & Me” (di cui ho parlato qui) nella quale interpretava ben due personaggi per ogni scatto.
Un modo di lavorare che non ha inventato, ma in cui riesce benissimo, a giudicare dalla cura e dalla complessità delle composizioni da lei firmate. Ricche di decorazioni, raffinate nei colori e dotate di una nota glamor a cavallo tra la fotografia di moda e il set di un film in costume hollywoodiano.
“Trascorro la maggior parte dell'anno nella preparazione- continua- costruendo la storia, cercando le locations, così come nel raccogliere e fare costumi e oggetti di scena. Sul set, mi acconcio i capelli, mi trucco e scelgo il guardaroba prima di andare finalmente in scena e cattrare l'immagine“.
“The woman who never existed” si ispira alla frase della famosa attrice primo novecentesca, Eleonora Duse, che alle domande insistenti di un giornalista sulla sua vita privata rispose: “Lontano dal palcoscenico io non esisto!” Così Anja Niemi ci parla di un personaggio che lentamente si fa più evanescente fino a scomparire man mano che il periodo della performance si allontana.
In questa serie di fotografie come nelle sue opere precedenti l’artista norvegese da prova di sottigliezza psicologica e sensibilità.