Edoardo Tresoldi, l’artista che ha costruito un’intera città in rete metallica per i reali di Abu Dhabi

All photos © Roberto Conte, courtesy the artist

All photos © Roberto Conte, courtesy the artist

L’installazione del giovane artista italiano Edoardo Tresoldi si estende per ben 7mila metri quadri. Rappresenta strutture architettoniche che ricordano il Rinascimento: colonnati, cupole ecc. Ci sono anche gli uccelli, che volano tranquilli, in questo paesaggio così inusuale per l’esotica Abu Dhabi. E tutto (volatili compresi) è fatto di rete metallica.

Per Edoardo Tresoldi si tratta di una cosa normale; lui scolpisce questo materiale rubato ad usi più pratici interamente a mano da diversi anni a questa parte. Di solito crea delle architetture, che riescono, contemporaneamente, a mostrare quello che già c’è, a reimmaginare il paesaggio e a porzionare lo spazio. A volte, tuttavia, effigia anche figure e forme affatto lineari. Con la rete metallica riesce a disegnare in 3d delle illustrazioni incredibilmente dettagliate e scenografiche.

Nel caso dell’ installazione di Abu Dhabi, l’artista puntava a creare un’atmosfera magica, dove realtà e sogno si fondessero nell’esperienza dei presenti. Ma anche a dividere lo spazio per renderlo più accogliente e meno impersonale. Infatti, l’opera era parte di un evento reale nella capitale degli Emirati Arabi Uniti.

Edoardo Tresoldiha progettato e costruito il grande quadro scultoreo in 3 mesi in collaborazione con lo studio di Dubai Designlab Experience. Per vedere più immagini dell’installazione di Abu Dahabi o altre opere dell’artista italiano potete fare riferimento al sito internet così come ai suoi account Facebook ed Instagram. (via Colossal)

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Biennale Venezia 2017| La sculturona di Yee Sookyung per VIVA ARTE VIVA fatta di vasi rotti rimessi insieme con il kintsugi

Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: Andrea Avezzù; Courtesy: La Biennale di Venezia

Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: Andrea Avezzù; Courtesy: La Biennale di Venezia

La nuova scultura monumentale dell’artista coreana Yee Sookyung (di cui ho parlato qui) per VIVA ARTE VIVA (la grande mostra della Biennale di Venezia 2017, curata da Christine Marcel), a spanne supera i 2 metri di altezza. Ed è fatta interamente di ceramiche rotte.

Se si osserva con attenzione si vedono frammenti di vasi, soprammobili, stoviglie, teiere, cose così. Ma la forma è del tutto cambiata, la destinazione d’uso degli oggetti solo un ricordo.
Nella serie “Translated vase”, Yee Sookyung raccoglie le ceramiche andate in frantumi e le mette insieme a casaccio. O meglio seguendo una nuova logica, basata su una forma incontenibile e sulla decorazione. Per farlo usa l’antica tecnica giapponese del kintsugi (o kintsukuroi), che con il suo filo d’oro, regala alle sue opere grazia e ricchezza. Oltre a esprimere un’opinione su un sistema economico modellato su se stesso.

“Translated Vase - scrive Christine Marcel nell’introduzione di VIVA ARTE VIVA della Biennale d’arte 2017 - comprende al contempo la ricerca di vasi coreani in ceramica la loro distruzione sistematica e la loro riconfigurazione in sculture eleganti e deformi, come affette da escrescenze contro natura. La rilettura di antiche tradizioni operata da Yee Sookyung, in particolare la tensione tra raffinatezza e rifiuto della perfezione codificata, è centrale anche nelle sue performance, come quella creata per la Biennale Chasing the sun’s orbit (…)”.

La scultura monumentale di Yee Sookyung esposta a VIVA ARTE VIVA è installata all’Arsenale, nella sezione “Il Padiglione delle tradizioni” (la mostra è composta di nove capitoli che costituiscono dei padiglioni a se stanti) e si potrà osservare per tutta la durata della Biennale di Venezia 2017 (fino al 26 novembre)

Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: artbooms

Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: artbooms

Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: Andrea Avezzù; Courtesy: La Biennale di Venezia

Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: Andrea Avezzù; Courtesy: La Biennale di Venezia

Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: artbooms

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Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: Andrea Avezzù; Courtesy: La Biennale di Venezia

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Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: artbooms

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Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: Andrea Avezzù; Courtesy: La Biennale di Venezia

Yee Sookyung, 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva; Photo by: Andrea Avezzù; Courtesy: La Biennale di Venezia

Le manone di Lorenzo Quinn che sostengono Venezia in occasione della Biennale d’arte 2017

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L’opera si chiama “Support” e rappresenta un paio di mani giganti che emergono dalla laguna per sostenere la parete dell’hotel di Ca’ Sagredo. Si tratta di una scultura monumentale realizzata dall’artista italo-americano Lorenzo Quinn (figlio dell’attore Anthony Quinn e della costumista italiana Iolanda Addolori) in occasione della Biennale di Venezia 2017.

Con questa mastodontica installazione iperrealista, Lorenzo Quinn, intende evidenziare la minaccia rappresentata dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, non solo sui paesaggi incontaminati ma anche sulle città. Venezia poi, ci ricorda l’artista, è particolarmente esposta perché si erge direttamente sull’acqua.

“Support”, tuttavia, con la sua ironia fiabesca sembra anche alludere alla benevolenza delle forze naturali e illuminare di speranza i canali della Serenissima.

Lorenzo Quinn usa spesso la scultura anatomica per esprimere un concetto. Le mani, in particolare, sono uno dei suoi soggetti preferiti e si ritrovano sia nelle installazioni monumentali che nelle piccole cose, come la gioielleria di design. L’artista è rappresentato dalla Halcyon Gallery di Londra ma per seguire il suo lavoro basta tenere sott’occhio il suo account instagram (via This isn’t Happiness)

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