La bellezza desolata e l'immobilità irrequieta nei ritratti di giovani donne di Cristina Coral

All images Courtesy Cristina Coral

All images Courtesy Cristina Coral

Cristina Coral scatta fotografie enigmatiche le cui protagoniste sono quasi sempre giovani donne ritratte in ambienti retrò riccamente decorati. Le modelle hanno spesso il volto coperto e solo il riflesso di uno specchio, può occasionalmente, regalare qualche particolare in più sull’identità delle protagoniste o sul racconto.

Le immagini sono immobili in modo surreale, tuttavia si intuisce che qualcosa è già successo o stà per accadere. Qualcosa di traumatico o misterioso. Perchè l’inquietudine è palpabile e la paura si insinua nella tranquillità apparente di scene falsamente quotidiane. Alcuni scatti anzi, prendono spunto dalle scene di film horror più o meno famosi (per esempio Shining)..

Le serie di fotografie di Cristina Coral sono dichiaratamente trasposizioni in immagini di argomenti introspettivi (la parte nascosta delle persone, la capacità di entrare in contatto con la storia di vecchie dimore ecc)

Le mie storie sono spesso introspettive-spiega- credo scaturiscano da un mio modo di sentire che mi appartiene profondamente, dal mio pensiero estetico e dal mio modo di interpretare la realtà. I miei progetti nascono da intuizioni o da riflessioni.”

Tuttavia, a ben vedere sembra sempre essere la momentanea perdita di identità delle protagoniste a generare la tensione che resta sospesa. Visivamente questo si traduce in pose oniriche, specularità ma soprattutto nei volti coperti.

Gli ambienti hanno sempre un ruolo fondamentale nelle immagini che accostano abiti fantasia e tappezzerie floreali, arredi vintage e chiaroscuri drammatici.

"La ricerca di luoghi- continua- oggetti, costumi sono per me altrettanti atti creativi che compio sempre da sola. Le ambientazioni retrò e le geometrie mi fanno sentire a mio agio. Diciamo che quasi sempre sono il punto di partenza e la chiave di lettura."

Cristina Coral è cresciuta in Italia e ha vinto diversi premi per le sue fotografie. Tra le sedi espositive figurano la Somerset House di Londra, il PhotoVogue Festival 2016 e Santa Maria della Scala di Siena. Lavora in Italia ma anche in Slovenia e a Berlino. Per vedere altre sue fotografie si può dare uno sguardo al sito internet o seguire il suo account instagram.

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I ritratti di famiglie sottovuoto del fotografo giapponese Photographer Hal

photographer hal, serie fotografie "fresh love all": inafuku family

photographer hal, serie fotografie "fresh love all": inafuku family

Il fotografo giapponese Haruhiko Kawaguchi, in ate Photographer Hal, scatta da anni immagini di coppie impacchettate nel cellophane. Nella sua ultima serie “Fresh Love All” si è spinto ad eseguire interi ritratti di famiglia, in cui tutto, ma proprio tutto (persone, case, automobili, giardini) è stato messo sottovuoto.

L’ idea del sottovuoto nasce tempo fa, almeno in parte, per immortalare coppie colte in momenti intimi, ammantando di mistero qualcosa che altrimenti avrebbe potuto apparire pornografico o morboso. Ma nel tempo è diventata un marchio distintivo e un simbolo (di condiviosione, eclusione, alienazione, emotività a seconda del punto di vista da cui la si guardi). Nella serie “Fresh Love All”, ad esempio, descrive un amore esclusivo tra gruppi di persone che, estendendosi all’ambiente in cui vivono, però potrebbe finire per diventare collettivo.

La realizzazione delle fotografie richiede una lunga preparazione, velocità e una grande precisione. Phoographer Hal, infatti,alla fine ha a disposizione solo una decina di secondi per scattare senza che la situazione diventi pericolosa. Malgrado ciò tutte le famiglie che compongono la serie di ritratti si sono offerte volontarie per essere al centro di queste immagini scenografiche e pudiche.

Ho iniziato un progetto per confezionare sottovuoto una coppia e il paesaggio intorno a loro- dice l'artista- non solo una coppia che si ama quindi, ma anche tutto ciò che li circonda è sottovuoto, e alla fine l'intero paesaggio è sottovuoto, creando un'immagine in cui tutto nel mondo è un'unica esistenza". (via designboom)

yakabe family

yakabe family

yamada family

yamada family

matsushima family

matsushima family

okamoto family

okamoto family

Tra tradizione e contemporaneità le coloratissime spose nigeriane dei ritratti di Lakin Ogunbanwo

All photographs by Lakin Ogunbanwo. Courtesy of Niki Cryan Gallery

All photographs by Lakin Ogunbanwo. Courtesy of Niki Cryan Gallery

Sospesa tra tradizione e contemporaneità, documentazione e artificio, Africa e Occidente, la serie “e wá wo mi “ del giovane fotografo Lakin Ogunbanwo, racconta, a suo modo, la complessità della società nigeriana di oggi. Lo fa ritraendo spose agghindate con strutturata cura per il giorno delle nozze. Coloratissime spose.

I ritratti di giovani donne velate di Lakin Ogunbanwo, sono apertamente ispirati alla pittura rinascimentale e vedono convivere elementi tradizionalmente legati alle nozze delle tribù Yoruba, Igbo e Hausa-Fulani (un velo rigido chiamato gele, decorazioni sulla pelle in hennè, bracciali in avorio, collane di corallo ecc.), con perline e tessuti sintetici di foggia occidentale. In questo modo, l’artista prende atto dell’identità resa ibrida dalle migrazioni e dalla globalizzazione del popolo nigeriano, ma elogia anche la capacità delle persone di reinterpretare il passato. D’altra parte i colori vivi, festosi, contrastanti, tanto da essere quasi psichedelici, degli abiti comunicano ottimismo e sono fatti per essere ammirati. Tanto più che le spose di Ogunbanwo sono ritratte in studio su uno sfondo di drappi colorati a loro volta.

Il velo (che aggiunge mistero ma smorza la personalità e la carica individuale) insieme alla pesante complessità dell’abbigliamento, vuole contribuire a indagare il concetto di femminilità in Nigeria, ma anche sottolineare il peso a cui le donne vengono sottoposte dal giorno delle nozze in avanti.

"(...) Non credo che le donne africane contemporanee siano adeguatamente rappresentate- ha detto il fotografo in un'intervista a Vogue- L'Africa è un continente enorme, con così tante culture diverse e modi di essere una donna - già ci sono così tanti modi di essere donne nigeriane come ho cercato di mostrate in questa serie."

Nato a Lagos nell’87, Lakin Ogunbanwo, si è laureato in legge (prima in Nigeria poi in Inghilterra). Si dedica alla fotografia dal 2012. La notorietà gliel' ha portata la serie “Are we good enough” in cui mostrava i copricapi indossati dagli uomini delle innumerevoli tribù in cui è divisa la Nigeria.

e wá wo mi “ sarà in mostra dal 14 ottobre al 3 novembre 2019 alla Niki Cryan Gallery di Lagos. Lakin Ogunbanwo condivide spesso le sue spettacolari immagini sul suo account instagram. (via Colossal)

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