Laura Ellen Bacon tesse rami di salice per creare monumentali installazioni

'Murmuration', The Holburne Museum, Bath, 2015, Flanders Red willow nicksmithphotography.com

'Murmuration', The Holburne Museum, Bath, 2015, Flanders Red willow nicksmithphotography.com

La scultrice inglese Laura Ellen Bacon crea opere davvero grandi e solide usando solo materiali leggeri, tradizionali nell’artigianato ma inconsueti nell’ambito delle arti visive, come rametti o paglia. Fa tutto a mano, con pazienza, intrecciando e legando senza posa.

Sarà la campagna inglese che le fa da sfondo ma Laura Ellen Bacon sembra un po’ un personaggio delle fiabe mentre tesse abilmente ramoscelli, paglia e giunchi per creare le sue enormi sculture. Che a loro volta evocano favole mentre si snodano sulle pareti di antichi castelli o sembrano scorrere dall’argine di un ruscello. Possono far pensare a enormi ciocche di capelli calate da una torre, o a piante magiche che si ergono verso il cielo. Ma si tratta sempre di forme organiche, completamente astratte, capaci di giocare con il contesto architettonico in cui si trovano.

"Ho iniziato a fare i miei primi lavori sui muri a secco- spiega la Bacon sul suo sito intenet- e dopo un’evoluzione ho lavorato tra gli alberi, sugli argini dei fiumi e nelle siepi, permettendo alla struttura scelta (fosse essa biologica o creata dall'uomo) di diventare ospite. Sono ancora fortemente spinta a creare spazi di qualche tipo e, a oltre un decennio dagli esordi, le mie passioni continuano a fondersi creativamente con l'architettura.”

Laura Ellen Bacon ha cominciato il suo percorso artistico con i rami di salice. La tecnica che usa per intrecciarli se l’è inventata. Fa dei disegni preparatori, certo, ma non sono mai completi perché è solo lavorando che capisce come procedere. Per completare un’opera le occorrono diverse settimane e se si tratta di una scultura che verrà posizionata in esterni non è raro che passi tutto il tempo all’aperto. 

Recentemente ha cominciato a usare la paglia che nel Regno Unito è un materiale tradizionalmente utilizzato per rivestire i tetti. Questa tecnica di copertura degli edifici si chiama ‘thatching’. E la Bacon se l’è fatta insegnare da un artigiano specializzato.
Laura Ellen Bacon ha appena terminato una mostra al Victoria&Albert Museum di Londra nell’ambito dell’ Woman’s Hour Craft Prize. Dove si è piazzata tra le 12 finaliste. Per vederle altre sue sculture oltre al sito internet c’è l’account instagram. In fondo a questo post trovate anche due brevi documentari sul suo lavoro. (via Fubiz)

'The Shape of First Thoughts', Dicky Meadows willow and Black Maul willow, 2017, Photo by Alun Callender

'The Shape of First Thoughts', Dicky Meadows willow and Black Maul willow, 2017, Photo by Alun Callender

'Form of Intrigue' for Sotheby's exhibition, 'Material Worlds', Sudeley Castle, Flanders Red willow, 2011 Photo courtesy of Sotheby's

'Form of Intrigue' for Sotheby's exhibition, 'Material Worlds', Sudeley Castle, Flanders Red willow, 2011 Photo courtesy of Sotheby's

'Spatial Place', COLLECT, Saatchi Gallery, 2013, Dicky Meadows willow

'Spatial Place', COLLECT, Saatchi Gallery, 2013, Dicky Meadows willow

'Split Forms', New Art Centre, Wiltshire , 2012

'Split Forms', New Art Centre, Wiltshire , 2012

'The Thicket Inside', Flanders Red willow, 2017 Photo by Electric Egg.

'The Thicket Inside', Flanders Red willow, 2017 Photo by Electric Egg.

'Exposed Blackwell', Cumbria, Flanders Red willow, 2012

'Exposed Blackwell', Cumbria, Flanders Red willow, 2012

'The Thicket Inside', Flanders Red willow, 2017 Photo by Electric Egg.

'The Thicket Inside', Flanders Red willow, 2017 Photo by Electric Egg.

Myriam Dion che trasforma i giornali vecchi in intricatissimi merletti di carta intagliata a mano

Tutte le opere sono di Myrian Dion

Tutte le opere sono di Myrian Dion

Qualche anno fa Myriam Dion ha cominciato a ritagliare le pagine dei quotidiani quasi per caso. Il New York Times è uno dei suoi preferiti per il fascino elegante e demodè dei caratteri. Ma tante altre testate, nel tempo, sono finite sotto il suo paziente taglierino. 
A volte ad attirare la sua attenzione è un titolo, altre una foto. Nei primi tempi si limitava a traforare con minuzia le prime pagine, rendendole simili a trini. Poi, nell’impratichirsi, ha cominciato a sovrapporre elementi in collage, a sottolineare alcuni punti con il colore, a legare più pagine tra loro, dando un respiro epico ad un racconto paradossalmente senza parole.

La giovane artista canadese Myriam Dion, infatti, cerca a modo suo di salvare i giornali cartacei dall’avanzare dell’editoria via web, di preservare gli approfondimenti e il giornalismo d’inchiesta dal procedere implacabile delle breaking news. Lo fa esaltando il valore della lentezza e la bellezza della carta stampata. Ma nel farlo cancella le parole con il ripetersi di minuziosi motivi decorativi astratti. Rigorosamente fatti a mano.
Una sola notizia per volta emerge da questi aggraziati trafori ma la Dion le permette di farsi solo intravedere. Negandone l’urgenza.

Non voglio svalutare le notizie o cancellare gli eventi che stanno scuotendo il nostro mondo- ha detto Myriam Dion al sito canadese Voir- Cerco piuttosto di cristallizzare un pezzo di informazione isolandolo dal tempo che scorre, nella speranza di aiutare lo spettatore a digerire un mondo in piena accelerazione e a riflettere sui problemi con cui ci troviamo a confronto. Conosco un'esperienza simile nel tagliare, il processo è così lento, calmo e solitario ".

Per creare le sue opere Myriam Dion si ispira alla millenaria arte popolare cinese dello jianzhi (che consiste nel fare complesse decorazioni in carta con il coltello o con le forbici). I motivi con cui trafora i quotidiani sono, invece, di vario tipo (da quelli che si usano per i centrini fino alla riproduzione dei pattern che decorano le moschee). 
Per completare un singolo lavoro, di dimensioni medie, Myriam Dion impiega circa un mese. 

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‘Forest Folks’, il fiabesco villaggio di carta colorata firmato Zim&Zou

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Forest Folks’ è solo l’ultima creazione del duo di designer francesi Zim&Zou. Realizzata per le vetrine di Hermes a Dubai consiste in due villaggi fiabeschi in cui funghi e fiori si tramutano in case e minuscole figure danzano. Il tutto è stato fatto con fogli di carta colorata tagliati e ripiegati a mano. 

Zim&Zou vivono a Nancy e all’anagrafe fanno Lucie Thomas (Vosges, classe 1987) e Thibault Zimmermann (Parigi, 1986). Sono giovani ma già affermati e ben riconoscibili con il loro stile raffinato, ingenuo e giocoso. Si occupano principalmente di allestimenti per grandi brand. Fanno i disegni e poi ne ricavano delle sculture. A volte usano legno, feltro, pellami o corda. Ma il loro materiale base è la carta, che tagliano, piegano e incollano rigorosamente a mano.

Il loro materiale preferito è la carta- spiega il loro sito internet- che manipolano per dar vita a sculture intricate e colorate. La carta li ispira per la sua versatilità, per la gamma infinita di colori e le trame uniche. I fogli di carta piatti trasformati in oggetti dotati di volume regalano a un'installazione la poesia del materiale effimero.”
E con la carta riescono a creare mondi fantastici e a reinventare ciò che ci stà intorno.
Le loro creazioni sono stilizzate, come quelle di un libro illustrato per l’infanzia, ma mai approssimate.

Per vedere altri progetti di Zim&Zou oltre a ‘Forest Folks’ si può consultare il loro sito internet, seguirli su behance o instagram.

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