Seguiamo Toshihiko Shibuya in giro per la costa oceanica del Giappone palcoscenico mozzafiato di due sue mostre

L’interno dell’ex-scuola di Mururan con le pareti dai colori pastello e le note musicali in carta appese alle pareti incorniciano una nuova installazione di Toshihiko Shibuya All images Couresy the artist ©Toshihiko Shibuya

La cittadina portuale di Muroran, nella parte sud-orientale dell’isola di Hokkaido (quella più a nord dell’arcipelago giapponese), è anche un piccolo polo industriale che conta stabilimenti chimici e siderurgici, stretti tra l’oceano e le alte montagne, posti a volte direttamente a picco sul mare. I panorami tuttavia non sono stati irrimediabilmente rovinati dalle fabbriche, che di notte, insieme al porto, emettono centinaia di luci colorate e meravigliano i turisti. Mentre piattaforme d’osservazione incastonate tra le rocce regalano scorci incontaminati della costa. Un riflesso di quei chiarori variopinti, di quel tentativo di trovare un equilibrio tra l’opera dell’uomo e la natura, si può vedere ancora adesso nel lavoro di Toshihiko Shibuya, che a Muroran ci è nato.

Desidero fortemente che la città torni a splendere in futuroha affermato in un’intervista che Artbooms pubblicherà per intero nelle prossime settimane.

L’edificio circolare che un tempo ospitava la scuola Etomo di Mururan illuminato in occasione della mostra

L’artista, che da tempo vive a Sapporo, scandisce la sua produzione secondo i ritmi delle stagioni e il più delle volte realizza installazioni minimali nel cuore della foresta o di un parco cittadino cercando di intervenire il meno possibile sulla bellezza del paesaggio e di fare della scultura un’estensione di quest’ultimo. La sua opera parla di memoria, identità ed ecologia. E’ anche un cocktail di influssi provenienti dal settore delle arti visive, del design e dell’architettura.

La scorsa estate l’artista giapponese ha partecipato a due esposizioni collettive nello stesso tratto di costa a sud di Sapporo. Una a Muroran appunto ("Steel and Light Art Festival 2024"), e una nella non lontana Tomakomai ("Ikoro Forest Meets Art 2024"). In entrambe queste mostre il suo lavoro è apparso un po’ diverso dal solito. Forse impegnato in una lenta e impercettibile metamorfosi.

D’altra parte al centro degli interessi del Signor Shibuya ci sono proprio la transitorietà circolare dell’esistenza e l’instancabile rinascita di forme di vita simili ma multiformi in un costante processo di mutamento, in cui tutto, gattopardescamente, cambia per rimanere sempre lo stesso. E in questo quadro, parlare di metamorfosi può essere ingannevole. Di sicuro però, a Mururan l’artista ha realizzato un’installazione intima, misurata, nostalgica e vibrante, che si discosta dalla solita retorica, riutilizzando soltanto i supporti della sua famosa “Snow Pallet”.

Un particolare dell’installazione “Illusion of Color”

Toshihiko Shibuya, infatti, tutti gli inverni da oltre 15 anni, installa opere pubbliche temporanee destinate ad intercettare le nevicate (ad Hokkaido, non lontano dalla Russia, sono abbondanti) ed a sottolineare il cambiamento del paesaggio fino al disgelo primaverile. Il titolo di queste sculture site specific (“Snow Pallet”) allude ai supporti utilizzati. Minimali, e colorati in sezioni non visibili, questi piccoli bancali, non dissimili da eleganti tavolini, oltre ad accogliere la neve la rendono variopinta con i riflessi dei toni vivaci, a momenti fluorescenti, di cui sono parzialmente rivestiti. In genere, proprio per questo effetto scenografico, garantito dall’incontro dei fiocchi di neve con le vernici usate dall’artista, gli elementi che compongono “Snow Pallet” negli altri periodi dell’anno finiscono in magazzino (qualche volta sono stati usati anche su specchi d’acqua, senza raggiungere i risultati drammatici dell’inverno e in contesti differenti ma di rado).

Non è andata così nel particolare edificio circolare che ospitava la scuola elementare Etomo a Mururan. Lì Shibuya ha usato molti supporti di altezze diverse, concentrandoli nel centro dell’aula di musica (con le note musicali in carta ancora appese alle pareti dai colori pastello, malgrado la scuola abbia chiuso i battenti nel 2015) per sfruttare la luce delle ampie vetrate ed è riuscito a proiettare sfumature intense da un elemento dell’opera all’altro.

Ho utilizzato- ha spiegato- come sede l'aula di musica a forma di ventaglio al secondo piano di questo edificio scolastico e ho riutilizzato i pezzi di "Snow Pallet", che presentano principalmente colori in ombra che appaiono grazie al riflesso della luce solare come energia naturale”.

A vederli fanno pensare a grandi paillettes scintillanti, ai motivi che i designers imprimono nelle facciate o nelle vetrine dei flagship stores di Tokio, a schermi elettronici, alle luci delle industrie cittadine ma anche a un arcipelago stilizzato. Alla neve naturalmente (ma forse questa è solo una suggestione). E, in effetti, i piccoli bancali sono stati disposti per simulare porzioni di territorio viste dall’alto.

Sovrapponendo- ha detto- la forma del pavimento del locale su una mappa del distretto di Muroran West, ho immaginato l'oggetto come un monte chiamato "Sokuryozan" e ho espresso le sei torri televisive che si ergono sulla cima,i luoghi caratteristici della penisola, le stazioni e gli altri nodi cittadini attraverso una disposizione di oggetti astratti. Si è cercato di creare uno spazio che affidasse a sé il futuro della città”.

Il tentativo di dare corpo alla luce naturale, modificandola semplicemente in base alle regole della rifrazione e della percezione, su una mappa immaginaria, nel bel mezzo di uno spazio apparentemente destinato all’infanzia, rendono "Illusion of Color" (così si chiama l’installazione) vagamente visionaria e venata di nostalgia. Parlando di Mururan Shibuya ha raccontato: “In passato era una vivace città portuale, nota per la produzione di acciaio e per il porto commerciale che movimentava ferro e carbone, ma la popolazione della città è diminuita e adesso non è che lo spettro ciò che era un tempo. Ma si dà da fare e sta cercando di passare dai combustibili fossili alla neutralità carbonica”.

Sfere artificiali e uova deposte da un animaletto indistinguibili nell’istallazione di Toshihiko Shibuya nella foresta Ikoro

Non c’è traccia di questi sentimenti nell’opera da lui creata per “Ikoro Forest Meets Art 2024” (a cui aveva già partecipato altre volte) anche se i piccoli bancali di “Snow Pallet” li ha usati pure in quest’occasione.

Durante la manifestazione, gli artisti espongono direttamente nella foresta non lontana da Tomakomai, instaurando un dialogo frontale con la natura incontaminata e alludendo alla pratica tradizionale giapponese dello ‘Shinrin yoku’ (森林浴 o ‘bagno nella foresta’, cioè passeggiare nei boschi per recuperare l’equilibrio psico-fisico). La scultura del Signor Shibuya tra gli alberi secolari di Ikoro era anzi particolarmente allegra e vitale. Un vero e proprio proliferare di piccole sfere che oltre a ricordare girini, funghi, grappoli di minuscole uova, mucillaggini e quant’altro, come fa sempre, questa volta evocava pure voli di lucciole e candide farfalle. Merito dei bastoni metallici laccati di bianco (che combinati con altre componenti danno vita ai supporti per la neve), su cui l’artista di Sapporo ha posizionato delle sferette Mentre a filo terra, tra le puntine da disegno globose, i piccoli bancali per intero sono diventati un comodo riparo per gli animaletti (o meglio una nursey dato che qualcuno di loro vi ha deposto le uova).

Sarei molto felice- ha commentato- se gli oggetti potessero diventare un luogo in cui gli animali possano crescere i loro cuccioli”.

Un particolare della scultura

Parlando dei supporti ha invece detto: “Questi oggetti servono come maschera contro l'accumulo di neve in inverno, ma se arriva la primavera e vengono installati ripetutamente nel corso degli anni, alla fine verranno assorbiti dalla natura”. Un’affermazione simile a quelle di alcuni architetti a proposito di immobili, che spiega l’approccio alla scultura dell’artista, così come la sua particolare sensibilità verso l’ambiente. Ma anche lo spirito di celebrazione della vita, di attenta osservazione e gioia nella costante scoperta che anima questi interventi.

Toshihiko Shibuya, però, con la sua opera afferma anche un messaggio radicale.E’ come se ci dicesse, infatti, che la creatività umana è ben poca cosa di fronte all’imprevedibile e costante rinnovarsi del creato e che a questo dato di fatto ci si deve adattare.

Con "Snow Pallet 16" Toshihiko Shibuya trasforma la neve in una festa di forme inattese e colori vibranti

Toshihiko Shibuya, Snow Pallet 16, Snow Pallet Project 2022-23. All Images Courtesy: Toshihiko Shibuya

La saga scultorea “Snow Pallet” dell’artista giapponese Toshihiko Shibuya, ha raggiunto quest’anno il suo16esimo capitolo. E l’ha fatto con un’installazione site-specific meno estesa ma posizionata in una location prestigiosa. L'ingresso dell'Istituto di ricerca per l'arte contemporanea, CAI 03. Come sempre (o quasi) a Sapporo, sull'Isola di Hokkaido, nell'estremo nord del Giappone. Dove la neve d'inverno cade copiosa.

Snow Pallet 16” segue il consueto copione: l’artista posiziona dei supporti, simili a tavolini in metallo, dove la neve si posa cadendo. Le forme che si creano con il depositarsi della coltre bianca, cambiano costantemente, modificate dagli agenti atmosferici, dal passare del tempo (in certi momenti persino da un attimo all’altro), dalle ore del giorno, dal trascorrere delle stagioni. Un monumento al carattere effimero della bellezza. Per sottolineare questo continuo mutare, nonchè lo splendido paesaggio nordico reso irriconoscibile dalle nevicate invernali, Shibuya, dipinge gli elementi delle installazioni con colori fluoerescenti. Che proiettano una moltidudine di sfumature sia sulla neve che sul metallo stesso.

Normalmente, l’artista destina al colore la parte inferiore dei piani d’appoggio, ma in “Snow Pallet 16”, per massimizzare l’impatto dell’installazione sulla superficie di terreno occupato, ha usato quella superiore. L’effetto, è teatrale e informale al tempo stesso, per via dei toni scelti, vividi e pastello, a loro modo artificiali, legati ai processi produttivi e al paesaggio urbano in Giappone, eppure simili a quelli di caramelle, ghiaccioli e bibite.

A riguardo lo stesso artista ha commentato: "Ho dipinto la superficie superiore degli oggetti con un colore fluorescente. Quando le condizioni della neve cambiano, a causa della luce riflessa e dei fenomeni di trasmissionine, in modo simile a un sorbetto, le masse di neve mostrano vividi rosa, gialli, arancioni e blu. Così la neve sull'oggetto a momenti sembra ghiaccio tritato".

Per “Snow Pallet 16” poi, Shibuya, ha privilegiato supporti alti (da 1 metro e 80 ai 2 metri e 20), con un piano d’appoggio, più spesso, stretto. Orchestrando così, la nascita di una foresta di forme inaspettate e fragili. Pronte a consegnare spesso al colore il loro cambio di stato (dal solido al liquido e viceversa).

"L'inverno scorso- ha spiegato- c'è stata una forte nevicata a Sapporo. Per quuesto ho scelto elementi alti. Anche se la neve si accumulasse come la scorsa stagione, sono sagomati in modo da non essere sepolti. Le temperature saliranno più volte durante l' inverno. Quindi ci saranno spesso anche parentesi in cui gli spettatori potranno godersi liberamente lo spettacolo delle masse di neve colorate sugli oggetti".

Essenziale e vibrante, il lavoro di Toshihiko Shibuya, ha regole ferree. Prima tra tutte: l’anima poetica ed effimera della Natura deve sempre prevalere sull’opera. Mentre l’artista, umilmente, deve lasciare che la bellezza imprevedibile del Creato imponga le sue, talvolta apparentarentemente minute, rivoluzioni di ora in ora. Fino a mostrasi nella propria piena gradezza.

La serie “Snow Pallet” che Shibuya rimette in scena tenacemente tutti gli anni, sempre nello stesso periodo dell’anno, dal 2011, esemplifica chiaramente queste convinzioni.

Legata a filo stretto al design (per l’essenziale linearità dei supporti che l’artista posiziona), “Snow Pallet” ha anche a che fare con l’architettura (sia per come si inserisce negli spazi verdi all’interno delle aree urbane sia per i materiali e i colori utilizzati). Oltre che con la filosofia, la poesia, l’ecologia. E la memoria.

"Mi sforzo di creare opere d'arte che risuonino con la natura. La mia land-art simboleggia l'unicità del clima settentrionale di Hokkaido, con le sue abbondanti nevicate. L'arte nel contesto naturale dipende tutta dal tempo, ma penso che sia così che dovrebbe essere. Non c'è niente che possiamo fare per domare Madre Natura. Non miro a controllare la natura, ma ad annidarmi vicino ad essa, a usarla con intelligenza. La land art invernale 'Snow Pallet' è stata installata principalmente nella grande città di Sapporo. Dove la neve si accumula di circa 6 metri ogni inverno. La mia arte è site-specific perché trasmette anche 'ricordi dell'inverno'. "

Quest’ultima dichiarazione dell’artista è particolarmente interessante, perchè consegna la serie scultorea ad una dimensione intima, profondamente personale. Quasi collocando il suo ciclico ripetersi in uno spazio astratto, psicologico. Come se ogni spettatore, rivedendo di anno in anno i gruppi scultorei, possa usarli per evocare (attraverso la Natura e gli agenti atmosferici delle edizioni precedenti), i ricordi perduti e, allo stesso tempo, mantenere viva la memoria collettiva.

Un aspetto che ha a che fare con la documentazione necessaria per apprezzare i mutamenti del paesaggio durante il periodo in cui l’opera rimane installata. E che, con il passare del tempo, diventa testimonianza dei cambiamenti climatici e, in qualche modo, delle trasformazioni urbane.

"Le questioni ambientali- ha concluso l’artista- sono urgenti per tutti gli esseri umani. Lo scopo di Snow Pallet Project è quello di registrare e memorizzare le nevicate di ogni inverno attraverso l'arte, ma potrebbe esserci una stagione nel prossimo futuro in cui il progetto non sarà possibile a causa della totale mancanza di neve. Ovviamente non lo desidero. Spero che questo progetto continuerà intrecciare i bei ricordi di ogni inverno."

Snow Pallet 16” di Toshihiko Shibuya rimarrà all’ingresso esterno del CAI 03 di Sapporo (dietro il Santuario Gokoku e vicino al Parco Nakajima) fino al 18 febbraio 2023. L’artista, in ogni caso, condivide fotografie e video delle sue fugaci installazioni sia sul sito internet che sull’account instagram.

Con Snow Pallet 14 e 15 Toshihiko Shibuya crea la più vasta installazione dedicata alla neve mai vista in Giappone

Snow Pallet 15. All images Courtesy Toshihiko Shibuya

Il paesaggio è vasto e coperto da una spessa coltre bianca, di fronte ai grandi alberi che incorniciano il Geimori w-awesome nell’Art Village di Sapporo, si distinguono delle forme curiose che riflettono toni vivi, quasi elettrici, pronti a rifrangersi a terra formando delle pozzanghere di luce colorata. Sono tante: ben 65. E assomigliano a dei supporti metallici stilizzati: "Alcune si chiamano Butterfly. Per le gambe che sono a forma di farfalla con le ali spiegate” dice con una certa soddisfazione il loro autore Toshihiko Shibuya. Lì accanto c’è la foresta che la capitale dell’isola di Hokkaido, nell’estremo nord del Giappone, ha dedicato all’arte (Geimori, appunto) e sembra che la Natura sia una presenza palpabile. Quasi uno spirito da ammirare mentre gli si rivolge una supplica silenziosa.

Snow Pallet 15 a Sapporo, il cui nome completo è Snow Pallet 15 -Neve sull'Antropocene (composta, anche, da elementi metallici simili a farfalle), tuttavia, non è l’unica installazione che l’artista, Toshihiko Shibuya, ha posizionato quest’anno. Il dodicesimo, da quando è iniziata la serie Snow Pallet. C’è anche Snow Pallet 14, con le sue 11 sculture minimali che richiamano la vegetazione di un laghetto orientale. Questa volta nella cittadina portuale di Tomakomai. Insieme i due progetti compongono il più grade intervento artistico dedicato alla neve mia visto in Giappone.

Snow Pallet 14 si svolge nell'area con meno nevicate di tutta Hokkaido- prosegue- È il sito più piccolo in cui ho mai lavorato. La sua area è solo di circa 19 metri quadri”. L’installazione è composta da sculture piatte, circolari, in alcuni casi ampie, che fanno pensare a foglie di ninfea stilizzatissime, e altre alte svettanti come piante di un canneto cresciute nel mezzo di uno stagno. Intorno, le pareti in legno del Tomakomai City Museum incorniciano con grazia l’opera, che per l’occasione è stata dipinta con i soliti toni pastello intensissimi sulla sommità degli elementi più alti, anziché sotto. “Quando guardi il cielo, puoi vedere il colore espandersi. Inoltre, nei giorni di pioggia, sembra che le gocce danzino scivolando dai colori vivaci dei piatti superiori. Ho chiamato questi oggetti Rainy Pallets”. Shibuya questa volta si aspettava di giocare con i riflessi prodotti dall’acqua o al massimo con una spolverata di neve pronta a sciogliersi all’arrivo del vento salmastro. Invece, inaspettatamente, anche sull’Oceano Pacifico, quest’anno ad Hokkaido ha nevicato molto: “Il 5 gennaio 2022 sono stati accumulati oltre 30 cm di neve. Si tratta di un record per questa regione”.

Certo, niente a confronto con le monumentali nevicate di Sapporo, appena 65 chilometri più a nord: “A Sapporo City sono caduti 55 cm di neve in 24 ore, tra l’11 e il 12 gennaio, battendo il record dall'inizio delle statistiche.” Questa è la città in cui l’artista vive e dove ha posizionato Snow Pallet 15. Sessantacinque elementi dalle forme più disparate che si estendono su un’area vastissima e compongono un mosaico scultoreo in continuo cambiamento (a seconda dell’ora del giorno, della luce, della stagione) che si staglia ai margini della foresta e ne onora la silenziosa grandezza.

Toshihiko Shibuya prosegue ormai da 12 anni con questa serie di installazione temporanee, che dall’inizio della stagione fredda sottolineano i mutamenti del paesaggio con il loro stile minimale, in bilico tra un intervento di calligrafia tridimensionale e il design vivace di un manga o di un film d’animazione. Lo scopo dell’artista è quello di realizzare progetti che celebrino la natura, riducendo il più possibile il proprio intervento.

Snow Pallet 15 rimarrà nel cortile del museo di Tomakomai fino al 27 febbraio soltanto, mentre Snow Pallet 14 se ne andrà dall’Art Village di Sapporo il 13 marzo. Per vedere altre opere di Toshihiko Shibuya si possono consultare il sito internet dell’artista o il suo account instagram.

Snow Pallet 15

Snow Pallet 14

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