Il logo di Kunsthalle Praha, che avvolge l'angolo del museo con spesse lettere in bronzo

All images courtesy of Studio Najbrt

La Kunstahalle Praha, un museo d’arte nato recentemente nel centro di Praga (Polonia), ha deciso di puntare sul type design per distinguersi. Il logo, infatti, ideato dallo Studio Najbrt, con sede in Repubblica Ceca, avvolge l’agolo tra la facciata principale e una delle laterali con spesse lettere in bronzo.

La scelta del font è stato un passo fondamentale per lo studio ceco, che ha optato per un carattere tipografico creato negli anni ‘30 dal calligrafo, tipografo e designer di libri tedesco, Jan Tschichold. In modo che l’edificio in cui ha sede il museo e l’insegna che lo identifica fossero contemporanei.

Kunstahalle Praha è frutto del complicato restauro di un ex edificio industriale pubblico: la stazione di trasformazione elettrica di Zenger a Klárov. Inaugurata tra le due guerrre dalla Compagnia elettrica della città di Praga. Diventata da poco museo, ha presentato diversi progetti che hanno coinvolto le sole facciate.

Anche il logo di Najbrt tocca la facciata principale del museo. O meglio uno degli angoli. Che è stato avvolto con delle spesse lettere in bronzo. Operazione più facile a dirsi che a farsi e che ha richiesto abilità artigianale oltre all’inventiva, come ha spiegato lo studio di design sulla sua pagina Instagram: "L'applicazione sulla facciata ha richiesto molte modifiche alle lettere come la necessaria sollecitazione dei tratti centrali del font Kunst e molti test, modelli cartacei e visualizzazioni" (via Colossal)

Visita online la collezione del Louvre! Con i suoi 480mila capolavori

Il " Ritratto di Lisa Gherardini detta la Gioconda o Monna Lisa" di Leonardo da Vinci detto La Gioconda o Monna Lisa, I quarto del XVI secolo (1503-1518)

Il " Ritratto di Lisa Gherardini detta la Gioconda o Monna Lisa" di Leonardo da Vinci detto La Gioconda o Monna Lisa, I quarto del XVI secolo (1503-1518)

Recentemente il Louvre ha reso disponibile la sua intera collezione per una visita completamente digitale gratuita. Si parla di un patrimonio costituito da 480mila opere, conservate sia nelle sale del famosissimo museo parigino che al Musée National Eugène Delacroix e in altri siti non sempre accessibili (tra i quali, per esempio, il magazzino). Il tutto inserito un nuovo database nuovo di zecca.

Le opere spaziano dalle antichità orientali o egizie ai capolavori rinascimentali, fino alle arti decorative moderne. Attraversando centinaia di secoli di Storia in tutte le sue espressioni visuali.

Il catalogo online del Louvre consente sia la ricerca che la navigazione guidata per semplici macrocategorie (dipinti, sculture, mobili, opere tessili, bijoux e parures, scritture e iscrizioni, oggetti). Ci sono poi diversi album tematici che comprendono, per esempio, oltre naturalmente ai capolavori (come la Gioconda), le sole nuove acquisizioni 2020, o le cosiddette opere “MNR” (National Museums of Recovery), cioè quei pezzi recuperati alla fine della Seconda Guerra Mondiale, e depositati dall'Ufficio della Proprietà Privata francese al Musee du Louvre in attesa della restituzione ai legittimi proprietari.

Ogni opera è corredata d informazioni scientifiche. C’è anche una mappa interattiva delle sale del museo parigino.

Inutile dire che la visita online non è nemmeno comparabile a quella tradizionale, tuttavia ha il beneficio della comodità e della gratuità. Senza tener conto del fatto che il Louvre è chiuso al pubblico per le restrizioni COVID come gli altri musei parigini. E molti di loro hanno approfittato proprio di questo periodo di serrata per occuparsi della digitalizzazione, ma anche e soprattutto per interventi di restauro sugli ambienti e sulle opere. Che si accumulavano perchè in tempi normali ritenuti addirittura impensabili.

“Le Nozze di Cana” diPaolo Caliari, detto Veronese. XVI secolo (1500 - 1600)

Le Nozze di Cana” diPaolo Caliari, detto Veronese. XVI secolo (1500 - 1600)

Pannello in mattoni di Achemenide: Dario I (circa 510 a.C.) (-522 - -486), trovato nel palazzo Susa apadana di Dario

Pannello in mattoni di Achemenide: Dario I (circa 510 a.C.) (-522 - -486), trovato nel palazzo Susa apadana di Dario

" L'allievo interessante " di Marguerite Gérard , creato nel 4 ° quarto del XVIII secolo (intorno al 1786)

" L'allievo interessante " di Marguerite Gérard , creato nel 4 ° quarto del XVIII secolo (intorno al 1786)

Luigi XIV (1638-1715) di Hyacinthe Rigaud. Primo quarto del XVIII secolo(1701)

Luigi XIV (1638-1715) di Hyacinthe Rigaud. Primo quarto del XVIII secolo(1701)

Santa Maria  Maddalena di Gregor Erhart. Verso il 1515 - 1520

Santa Maria Maddalena di Gregor Erhart. Verso il 1515 - 1520

#uffizidamangiare: Tutte le settimane un'opera delle Gallerie degli Uffizi ispira la ricetta di un cuoco famoso

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Le Gallerie degli Uffizi di Firenze hanno recentemente lanciato una capagna social molto interessante che unisce le pubblicità alle opere d’arte al marketing gastronomico e territoriale. Si intitola #uffizidamangiare (#uffizitoeat) e abbina pittura e cucina in una serie di viedeo che vengono pubblicati ogni domenica sulla pagina facebook del museo.

I brevi filmati mostrano un quadro conservato nelle Gallerie fiorentine e un cuoco conosciuto che, prendendo ispirazione dal soggetto rappresentato nell’opera, propone al pubblico un ricetta italiana. Più spesso toscana, ovviamente. Ma i video possono anche stupire, come è successo nel primo video in cui lo chef Fabio Picchi (Ristorante Cibrèo di Firenze) di fronte al dipinto della settimana “Ragazzo con cesto di pesce” di Giacomo Cerruti (pittore lombado del ‘700, detto il “Pitocchetto” per l’abitudine di ritrarre persone umili, cioè “pitocchi”), ha spiegato che il ragazzino non ha con se un aragosta ma una granceola. Che Picchi descrive così: “ La granceola è un crostaceo rosso bruno, un tipo di granchio che vive nei mari italiani, isole comprese. (...) Ma come si mangia la granceola? (...) Tutti i pesci, così come la spigola raffigurata nel dipinto, non vogliono troppi condimenti e vanno accompagnati in modo semplice. allora ci vuole solo una buona maionese fatta in casa! "

Nel secondo video della serie #uffizidamangiare (#uffizitoeat), invece, il macellaio Dario Cecchini di fronte a “Dispensa con botte, selvaggina, carni e vasellami” (1624) di jacopo Chimenti detto l’Empoli, cerca di rispondere alla domanda “Cosa si mangiava a Firenze nel ‘600?”. Secondo Cecchini la carne e propone la ricetta originale della fiorentina.

Per il terzo appuntamento, invece, la chef stellata Valeria Piccini (Ristorante Caino di Montemerano) propone un’elaborata ricetta di sevaggina ispirandosi a una natura morta di Jacopo Chimenti detto l'Empoli (1551–1640).

Domenica prossima (14 febbraio 2021) Marco Stabile, altro chef stellato (L’ora d’Aria a Firenze), prenderà, invece, spunto da ‘Peperoni e uva’ di Giorgio De Chirico.

#uffizidamangiare (#uffizitoeat) è una campagn social semplice ma efficace, che insieme a ricordare al pubblico le spledide opere conservate nelle Gallerie degli Uffizi di Firenze, gli fa sognare il terrotorio toscano, i vini e le delizie gastronomiche. Insomma una vacanza da prendersi appena un raggio di luce aprirà uno spiraglio in mezzo all’oscurità dell’epidemia. Tuttavia il progetto ha dei punti deboli. Per adesso non ha sottotitoli in lingue straniere, ma soprattutto la maggior parte dei prodotti tipici del territorio presentati, offendono la sensibilità di vegetariani e vegani. Che sono quasi il 7 per cento della sola popolazione italiana.

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