Art Basel, anche quando non si svolge a Basilea, è una appuntamento cruciale per il mondo dell’arte. Ed è proprio in occasione di Artbasel Hong Kong (dal 24 al 26 di marzo), che la galleria sullivan+strumpf, presenterà una serie di lavori della serie “Oneirophrenia”, dell’artista australiano Tim Silver. Diverse fotografie e qualche scultura che Silver ha ideato con in mente il concetto di impermanenza. La nostra su questa terra, certo, ma anche la mutevolezza dell’Arte. Il suo significato, la sua percezione. Per parlarne ha usato un procedimento semplice ma anche geniale. Ha fatto dei busti scultorei, li ha riempiti di pasta cruda di pane ben lievitata e li ha fatti cuocere. Naturalmente, l’ulteriore lievitazione del pane e il suo indurirsi, durante la cottura, ha fatto rompere le sculture. Silver, ha documentato tutto questo, con delle fotografie, ma soprattutto con dei calchi in cemento, polvere di marmo e pigmento. L’uso di un materiale organico (il pane, in questo caso), vivo e mutevole è tipico del lavoro di Silver. E si contrappone all’immobile scultura classica. Che finisce per avere la peggio. Il nome della serie, “Oneirophrenia”, oltre ad essere difficilmente pronunciabile e ricercato, è composto di due parole greche (‘oneiros’ che significa 'sogno' e 'phrenos' che significa 'mente' ). E fa riferimento ad uno stato onirico, causato da insonnia prolungata, deprivazione sensoriale o uso di droghe. (via Designboom)