Suzanne Jongmans ricrea i ricchi costumi dei dipinti fiamminghi con vecchi materiali da imballaggio

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L’artista olandese Suzanne Jongmans crea degli elaboratissimi ritratti fotografici che ricalcano i capolavori nord-europei del XV, XVI e XVII secolo. Ricostruisce tutto in modo minuzioso, anche e soprattutto i ricchi abiti dell’epoca ma anziché usare merletti e stoffe pregiate la Jongmans si serve di materiali riciclati e tessuti improbabili come fogli di plastica, polistirolo e scampoli di spessa pellicola

Così i protagonisti delle tele di Rembrandt, Holbein il Giovane e Rogier van der Weyden rivivono in un mondo in bilico tra passato e presente, dove la bellezza chiede nuovi spazi, l’eleganza percorre sentieri fatti di transitorietà e leggerezza. Da una parte l’artista sembra recuperare le icone della Storia dell’Arte dall’altra usa il loro splendore senza tempo per esemplificare il suo sguardo sulle piccole cose della nostra epoca.

"Un pezzo di plastica con un testo stampato- spiega sul suo sito web- utilizzato per impacchettare una macchina da caffè o la televisione può somigliare a un drappo di seta. E il coperchio di una lattina di purea di pomodoro può sembrare un anello. "

Suzanne Jongmans è scultrice, costumista e fotografa. La sua abilità con ago e filo è un retaggio della sua storia familiare. E il recupero di materiali da imballaggio (leggeri e flessibili ma rigidi) è entrato a far parte della sua pratica abituale perchè le consente di fonderla con la scultura.

"Una volta- ha detto- volevo fare un mantello medievale senza costruzione e quando l'ho cucito, è rimasto in piedi . Allo stesso tempo era una scultura!"

Per vedere altre fotografie di Suzanne Jongmans si può dare uno sguardo al suo sito internet o sbirciare la sua pagina Facebook. (via Colossal)

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One minute art history: il corto dipinto a mano che condensa secoli di stili artistici in un solo minuto

‘One minute art history’ (o ‘oneminutearthistory) è un sorprendente cortometraggio sperimentale del giovane filmaker ed insegnate cinese Cao Shu
Interamente fatto a mano, fotogramma per fotogramma, è composto in varie tecniche (pittura, disegno, elaborazione software ecc.) ed in innumerevoli stili. Come dice il nome, infatti, l’obbiettivo del mini-film è accennare a tutta la storia dell’arte in un solo minuto di visione.

Cao Shu ha scelto di centrare la veloce narrazione su un unico personaggio che fa cose di tutti i giorni: cammina, guarda l’ora, si siede, fuma una sigaretta, beve, si rialza. Ma in ogni frame cambia lo stile usato per rappresentarlo. Si comincia con i graffiti degli antichi egizi per procedere con le opere a inchiostro cinesi, le stampe cinesi e poi l’Impressionismo, il Cubismo e tanti, tantissimi altri stili pittorici che sfilano velocemente di fronte agli occhi dello spettatore, modificando ritmicamente il personaggio. La narrazione è veloce sciolta.

‘One minute art history’  ricorda vagamente ‘Loving Vincent’ ma si basa su un’idea più ardita e un progetto più semplice in cui il regista riveste praticamente tutti i ruoli (non sono suoi solo produzione e musica).
Cao Shu è giovane, vive e lavora a Hangzhou, dove insegna alla China Academy of Art.

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Andrea Ravo Mattoni che riproduce i capolavori con le bombolette spray ha dipinto un gigantesco Caravaggio all’ospedale di Roma

Andrea Ravo Mattoni, 'Sette opere di Misericordia'. all images courtesy andrea ravo mattoni

Andrea Ravo Mattoni, 'Sette opere di Misericordia'. all images courtesy andrea ravo mattoni

Per terminare il lavoro aveva a disposizione dieci giorni. Una finestra di tempo striminzita come un vestito vecchio. Ma Andrea Ravo Mattoni (di cui ho già parlato qui) ne ha impiegati solo sei, per riprodurre ‘Sette opere di Misericordia’ di Caravaggio sulla facciata della Residenza Gemelli di Roma.
E pensare che per farlo ha usato solo le bombolette spray.

L’intervento di street-art (che verrà presentato ufficialmente il prossimo 13 dicembre nel corso di un evento dedicatogli) si colloca in un progetto più ampio ed ambizioso dell’artista di Varese: “creare una pinacoteca diffusa a cielo aperto di dipinti classici dal 1400 al 1800, riprodotti su muri pubblici o aperti al pubblico.” Insomma, Ravo Mattoni vuole rendere la Storia dell’Arte accessibile a tutti e evidente. Il fatto che i capolavori siano stati rifatti con le bombolette spray poi, gli serve come espediente per attirare l’attenzione.
Senza dimenticare che cambiando il supporto (un edificio anziché una tela) anche le dimensioni si modificano. Nel caso dell’opera di Roma ad esempio, se l’originale di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio misura 390 centimetri per 260, il murale di Andrea Ravo Mattoni arriva a 8 metri di base per 9 e mezzo d’altezza.

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La Residenza Gemelli è una struttura per l’alloggio dei pazienti e dei familiari nell’ambito del Policlinico di Monte Mario. Il complesso di edifici, come i quartieri periferici delle città, si caratterizza per l’anonimato. In questo contesto il murale diventa un intervento di riqualificazione urbanistica. E non è il primo. “Si affiancherà a quelle presenti a Varese, Angera, Malpensa, Olbia, Gaeta, Varallo Sesia, San Salvatore di Fitalia e Parigi.” Più o meno tutte le zone in cui sono stati realizzati questi murali, infatti, sono architettonicamente tristi e anonime.

Per vedere altri capolavori riprodotti con le bombolette spray da Andrea Ravo Mattoni si può ricorrere al suo sito internet o seguirlo via Facebook e Instagram.

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