L’arte contemporanea è innovazione. Spesso sa far riflettere, stupire e persino sorridere ma difficilmente riesce a cristallizzare il fluire delle cose sotto forma di dramma puro e semplice. Vi accenna, certo, ma inserisce questo sentimento in un prisma di emozioni più complesso. Refrattaria com’è all’universo ideale.
Non è il caso delle opere dell’americano Bill Viola. Dove il dramma c‘è eccome!
Ed è forse per questo che la cornice di Palazzo Strozzi tra buio profondo e luci intense gli calza a pennello. Così come gli si addice il dialogo serrato con i capolavori del Rinascimento.
“Bill Viola: Rinascimento Elettronico” (fino al 23 luglio) a cura di Arturo Galasino e Kra Perov, celebra “il maestro indiscusso della video arte contemporanea” con un esposizione che ne ripercorre la lunga carriera (dagli esordi negli anni’70 fino ai giorni nostri). E pone le sue opere a confronto con i capolavori rinascimentali. In un percorso che dal Piano Nobile e la Strozzina di Palazzo Strozzi coinvolge altri musei della città di Firenze (come gli Uffizi e il Museo del Duomo).
Tutte le opere sono centrate su soggetti che superano la loro natura di individui per tendere ad una rappresentazione idealee corale dell‘umanità. Questo aspetto del lavoro di Bill Viola, insieme alla composizione apparentemente semplice ma profondamente costruita e al dialogo con gli elementi (in modo particolare acqua e fuoco molto presenti nella produzione di Viola), fanno delle videoinstallazioni dell’artista statunitense un perfetto contraltare ai capolavori di maestri come Lukas Cranach, Masolino da Panicale, Pontormo e Paolo Uccello.