Come una partitura a quattro mani in cui le immagini dell’artista Motoyuki Shitamichi si confondono con le parole dell’antropologo Toshiaki Ishikura e con la musica del compositore Taro Yasuno. Mentre lo spazio espositivo, ridisegnato dall’architetto Fuminori Nosaku, contribuisce a far convivere in modo armonico le opere tra loro. In sintesi la mostra Cosmo-Eggs, presentata dal Padiglione Giappone per la Biennale di Venezia 2019., è una riflessione corale sul rapporto che lega uomo e ambiente.
Al centro della riflessione, ovviamente c’è il cambiamento climatico e le ricadute che l’opera dell’uomo può avere sul pianeta e sulle altre creature che lo abitano. Ma il Giappone sceglie di declinare il tema in chiave locale, lasciandosi ispirare dalla forza devastante dello tsunami. O meglio da quello che ne resta: le tsunamiishi (letteralmente rocce dello tsunami).
Usate dalle comunità costiere come confine invalicabile oltre il quale costruire sarebbe pericoloso, le tsunamiishi, più spesso sono opera dell’uomo ma a volte vengono spinte sulla costa dalla profondità dell’oceano dallo tsunami stesso. L’artista Motoyuki Shitamichi ha fotografato queste rocce, che appaiono ad un tempo simbolo e ammonimento. Luogo di memoria collettiva dove speranza e tragedia si confondono. Shitamichi fa prevalere la prima raccontandoci attraverso le immagini come la natura se ne sia riappropriata. E di come adesso, ospitino piante e colonie di uccelli migratori.
Al centro del padiglione c’è un divano gonfiabile arancione che si estende fino al piano terra. Ad entrambi i livelli è possibile sedersi, o coricarsi. Ma anche questo momento di riposo ha una sua conseguenza sull’ecosistema dello spazio espositivo. Il divano, infatti, è stato immaginato come un polmone che, collegato con dei tubicini ai flauti dolci appesi al soffitto, gli da fiato, producendo dei suoni. Il compositore Taro Yasuno ha chiamato la melodia che ne viene fuori Zombie Music e ha fatto in modo che richiami il canto degli uccelli.
E’ comunque impossibile sentire la strana musica di Yasuno senza ascoltare i racconti dell’antropologo Toshiaki Ishikura che parla di miti e credenze relativi allo tsunami in varie regioni asiatiche.
"Le immagini delle rocce, in ciclo distinto e continuo- spiega il curatore Hiroyuki Hattori- mentre la musica Zombie autogenerata cambia costantemente ritmo e timbro causano intrecci differenti di coesistenza che pervadono spazi molteplici A tratti video, musica, testo e spazio costituiscono un unicum armonioso ; di contro, si avvertono momenti di dissonanza in cui gli elementi confligg ono e si ergono l’uno a contrastare l’altro."