I colori shock e le geometrie rigorose di Ilka & Frank che ti trasformano l’ordinario in straordinario senza prendersi troppo sul serio

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Le fotografie di Ilka & Frank proiettano concetti e scene quotidiane in un universo parallelo in cui tutto è pop, coloratissimo e giocoso. Per farlo usano di tutto: dalle composizioni di cibo agli accorgimenti della moda fino alle sculture di carta. Rifrangendo la realtà in un caleidoscopio di mondi possibili.

Ma non bisogna ingannarsi: nel mondo di Ilka e Frank nulla è abbandonato al caso, ogni minimo particolare, anche il più insignificante, è rigorosamente calcolato e la composizione è semplice e geometrica.

Tedesca lei, austriaco lui, ilka & Frank (che all’anagrafe fanno Ilka Noggler e Franz Thomüller), vivono a Londra, hanno clienti importanti e in genere lavorano insieme. L’ultimo progetto, ’Bottomless Brunch’, tuttavia, è firmato dalla sola Ilka. Parla di una ragazza che nelle immagini si intravede appena ma che deduciamo essere eccentrica per come mangia.

“Prima di tutto ho disegnato a mano degli schizzi delle scene e raccolto alcuni riferimenti- ha spiegato Ilka ad Artbooms- È qui che la scenografa Gemma Therese Pearce è entrata in gioco esaminando il materiale, suggerendo oggetti di scena ecc. E le cose hanno iniziato a prendere forma. Sul set c'erano anche un food stylist, che ha preparato tutto il cibo e le bevande da zero, un hair stylist, un truccatore e un nail artist, e naturalmente la modella. Il progetto è stato girato in un giorno e poi le immagini sono state modificate in Photoshop, che suona come una piccola cosa alla fine di un progetto, ma in realtà è una componente importante del lavoro e la maggior parte delle volte richiede parecchio tempo.”

Per farla breve Ilka e Frank sono un duo creativo che mixa colori vivacissimi, semplicità formale, atmosfere vagamente vintage, cura per il dettaglio e una dose extra di ironia. Ingredienti eterogenei in grado di trasformare l’ordinario in straordinario, la vita di tutti i giorni e i piccoli gesti, in un’allucinazione pop.

Per vedere altre fotografie di Ilka e Frank e godersi il modo in cui mettono insieme food art, fashion, creatività e ironia si può consultare il loro sito internet o seguirli su instagram.

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch (particular), shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch (particular), shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Bottomless Brunch, shots for Klein Magazine by Ilka Noggker

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Frank, Tragic Murder Of A Hamburger

Ilka & Franz got commissioned by Seven to shoot for Vitality Magazine

Ilka & Franz got commissioned by Seven to shoot for Vitality Magazine

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

Ilka & Frank, Wembley Park (Ilka & Franz got commissioned to shoot still and moving image for Wembley Park)

I paesaggi interamente commestibili fotografati da Carl Warner

carl warner, serie foodscapes,

carl warner, serie foodscapes,

Recentemente ha presentato una serie di immagini in bianco e nero in cui degli scampoli di corpo umano si ripetono accostati l’un l’altro, fino a tramutarsi nell’occhio dell’osservatore in dune di sabbia o catene montuose. Ma Carl Warner, classe 1963 originario di Liverpool, è conosciuto soprattutto per i coloratissimi, dettagliati e fantasiosi paesaggi della serie “Foodscapes”.  Dove tutto, ma proprio tutto, è fatto di cibo.

La serie di fotografie “Foodscapes" nasce negli anni ’90 quanto al fotografo e illustratore Carl Warner viene l’idea di costruire dei paesaggi con i funghi (gli sembravano “alberi alieni”). Da allora ne ha creati a decine, che si sono fatti via via più compositi e ricchi di elementi.

Per realizzarli passa ore nei mercati in cerca dei materiali migliori. Lattuga e radicchio, asparagi e zucche, riso pasta e semi, dolci di ogni genere ma anche formaggi e insaccati, nelle fotografie di Carl Warner non manca proprio niente e il made in Italy ha un posto di rilievo (non a caso ha collaborato a numerosi progetti pubblicitari nel belpaese).

In “Foodscapeses” ogni particolare, anche il più piccolo è commestibile. Warner, infatti, prima realizza delle dettagliate illustrazioni del paesaggio da costruire, ingrediente dopo ingrediente, poi prepara dei modelli tridimensionali in cui usa solo generi alimentari. 

"Tendo a disegnare paesaggi molto convenzionali- ha spiegato Carl Warner- usando tecniche di composizione classiche perchè voglio ingannare l'osservatore, fargli pensare di trovarsi di fronte a una scena reale (almeno a prima vista). Ed è la realizzazione della scena in effetti ad essere fatta di cibo, quando lo spettatore lo scopre inevitabilmente sorride, e per me quella è la parte migliore ".

Le opere di Carl Warner sono state pubblicate un po’ ovunque nel mondo da giornali e blog mentre le reti televisive di vari paesi gli hanno dedicato piacevoli approfondimenti (ne ho allegato uno di sotto), il sito internet tuttavia resta la miglior opzione per vedere altre sue fotografie e farsi un’idea del suo lavoro. 

carl warner, serie foodscapes,

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Kader Attia l’artista che ha costruito un’intera città di cuscus alla Galleria d’Arte Moderna di Milano

cuscus-03.jpg

L’installazione ‘Untitled (Ghardaïa) (2009)’ realizzata dall’artista franco-algerino Kader Attia, per la mostra ’Una tempesta dal paradiso’che si è conclusa domenica scorsa alla GAM (cioè la Galleria d’Arte Moderna) di Milano, consiste nella riproduzione scultorea di una città del Nordafrica (Ghardaïa, appunto). Fatta interamente di cuscus.
Insomma, c’è chi fa banche di sabbia e chi costruisce le città col cuscus.

Kader Attia non è nuovo all‘uso di cibo per le sue installazioni (ha usato anche lo zucchero) di cui gli interessa il valore simbolico oltre alla resa estetica. Nel caso della scultura di Milano l‘artista ha scelto il cuscus perché è un tipico alimento nordafricano ma anche per il colore che richiama la sabbia e per la sua natura friabile. ‘Untitled (Ghardaïa) (2009)’, infatti, comprende anche due fotografie dei famosissimi architetti modernisti occidentali Le Corbusier and Fernand Pouillon, che si sono ispirati allo stile architettonico degli edifici di Ghardaïa senza mai riconoscerlo. La Storia, insomma, anche quella dell’arte, fa leva sulle omissioni per raccontare delle false verità.

La riproduzione della città di cuscus ha il ragguardevole diametro di 5 metri. 

Definita “un dipinto cubista splendidamente costruito” dalla  filosofa esistenzialista francese Simone de Beauvoir, Ghardaïa (Algeria) è stata dichiarata Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO già  nel 1982.
Kader Attia vive tra Parigi, Berlino ed Algeri e attualmente è impegnato nella mostra personale ‘Les racines poussent aussi dans le béton’ al Mac Val Musée d’art contemporain de Val-de-Marne, a Vitry-sur-Seine. Sul suo sito internet c’è una galleria piuttosto ricca di immagini delle sue opere.

Kader Attia, Untitled (Ghardaïa), 2009; Couscous, two inkjet prints, and five photocopy prints; credits: Solomon R. Guggenheim Museum, New York Guggenheim UBS MAP Purchase Fund, 2015; © Kader Attia

Kader Attia, Untitled (Ghardaïa), 2009; Couscous, two inkjet prints, and five photocopy prints; credits: Solomon R. Guggenheim Museum, New York Guggenheim UBS MAP Purchase Fund, 2015; © Kader Attia

Kader Attia, Untitled (Ghardaïa), 2009; Couscous, two inkjet prints, and five photocopy prints; credits: Solomon R. Guggenheim Museum, New York Guggenheim UBS MAP Purchase Fund, 2015; © Kader Attia

Kader Attia, Untitled (Ghardaïa), 2009; Couscous, two inkjet prints, and five photocopy prints; credits: Solomon R. Guggenheim Museum, New York Guggenheim UBS MAP Purchase Fund, 2015; © Kader Attia

Kader Attia, Untitled (Ghardaïa), 2009; Couscous, two inkjet prints, and five photocopy prints; credits: Solomon R. Guggenheim Museum, New York Guggenheim UBS MAP Purchase Fund, 2015; © Kader Attia

Kader Attia, Untitled (Ghardaïa), 2009; Couscous, two inkjet prints, and five photocopy prints; credits: Solomon R. Guggenheim Museum, New York Guggenheim UBS MAP Purchase Fund, 2015; © Kader Attia