Dallo splendido Static alla premierre di Sunshine State. Da marzo a Milano l'artista e regista premio oscar Steve McQueen

Steve McQueen, Static, 2009 (still) Film 35 mm a colori, trasferito su video HD, suono, 7’ 3’’ © Steve McQueen Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

La telecamera gira intorno alla Statua della Libertà, si avvicina e si allontana, in sottofondo il rumore dell’elicottero usato per le riprese, infastidisce e confonde. La video installazione Static di Steve Rodney McQueen o Steve McQueen, come viene in genere chiamato , però, sarà solo un tassello dell’importante mostra Sunshine State, che il Pirelli Hangar Bicocca di Milano dedicherà all’artista regista e sceneggiatore britannico. In collaborazione con la Tate Modern di Londra.

Universalmente conosciuto per essersi guadagnato l’oscar con il film 12 Anni Schiavo, Steve McQueen, ha vinto anche il Turner Price e partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia. Oltre ad essere stato nominato cavaliere e ad essere stato inserito nell’elenco annuale (2014) delle persone più influenti del mondo dalla rivista Time.

La mostra, che dal 31 marzo si terrà al Pirelli Hangar Bicocca, prende il nome da Sunshine State, una riflessione sugli esordi del cinema hollywoodiano e su come il grande schermo abbia influenzato la costruzione delle identità personali ma soprattutto quella collettiva. L’opera, commissionata e prodotta dall’International Film Festival Rotterdam (IFFR) 2022 dopo essere stata pensata dall’artista per 20 anni, verrà presentata in anteprima assoluta a Milano. In realtà avrebbe dovuto essere proiettata al Festival del Cinema di Rotterdam ma complice il coronavirus l’evento è slittato, rendendo l’esposizione dell’Hangar particolarmente importante.

Steve McQueen, Sunshine State, 2022 (still) © Steve McQueen Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Oltre alla video installazione Sunshine State, l’esposzione, creata da Vicente Todolí e organizzata in collaborazione con la Tate Modern (dove l’artista nel 2020 ne aveva presentato una prima versione), propone altri sei lavori.

"McQueen- scrive Pirelli Hangar Bicocca- ha concepito un apposito progetto espositivo e una nuova selezione di opere che si sviluppa negli spazi delle Navate e del Cubo e sull’esterno dell’edificio. Attraverso un percorso non cronologico, la mostra intende ripercorrere la carriera di Steve McQueen nelle arti visive, mettendo in luce l’evoluzione della sua pratica degli ultimi vent’anni."

Ci sono due video che si sviluppano dall’idea di corpo e di vouyerismo: Charlotte e Cold Breath. Altri due, invece, si addentrano nelle disumane condizioni di vita dei minatori della miniera d’oro di Tau Tona in Sudafrica (Western Deep), e nelle sofferenze portate da colonizzazione e schiavitù (Caribs’ Leap). Quest’ultimo lavoro in particolare, unisce la dimensione puramente speculativa alla storia personale dell’artista: il film parla della conquista francese dell’Isola di Granada, da cui provengono i genitori di McQueen, e di come alcun abitanti preferirono gettarsi da una scogliera piuttosto che sottostare al governo coloniale.

C’è poi un’unica scultura, intitolata Weight, in cui un letto da prigione circondato da una zanzariera dorata, evoca contemporaneamente i concetti di costrizione e protezione. L’opera è stata realizzata per una mostra presso la prigione di Reading in Inghilterra (quella dove fu incarcerato Oscar Wilde, attualmente al centro di polemiche per la nuova destinazione d'uso e luogo di un murale di Banksy), in occasione del cinquantesimo anniversario della parziale decriminalizzazione dell’omosessualità nel Regno Unito.

E lo splendido film Static. Girato nel 2009, appena ridivenne possibile visitare la Statua della Libertà dopo l’11 settembre, è la proiezione digitale di un video in 35 mm filmato da un elicottero che gira intorno al monumento di Liberty Island, sullo sfondo New York City ed il New Jersey. La telecamera però cattura la statua sia in primi piani che in filmati da una maggior distanza. Lei resta immobile mentre le riprese si muovono, oscillano, e il suono delle pale dell’elicottero si fa assordante. Steve Mc Queen, insomma, riflette sulla precarietà dell’dea di libertà personale nel mondo occidentale.

La personale di Steve McQueen, Sunshine State, si terrà al Pirelli Hangar Bicocca dal 31 marzo al 31 luglio 2022. Le date renderanno possibile vedere l’esposizione del regista britannico insieme alla mostra Metaspore della coreano-americana Anicka Yi che si inaugura dopodomani sempre al Pirelli Hangar Bicocca di Milano.

Steve McQueen, Static, 2009 (still) Film 35 mm a colori, trasferito su video HD, suono, 7’ 3’’ © Steve McQueen Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen, Charlotte, 2004 (still) Film 16mm a colori, muto, 5’ 42’’ © Steve McQueen Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen, Caribs’ Leap, 2002 (still) Film super 8mm a colori, trasferito su video, suono, 12’ 6’’ © Steve McQueen Commissionato da Documenta e Artangel Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen Western Deep, 2002 (still) Film super 8mm a colori, trasferito su video, suono, 24’ 12’’ © Steve McQueen Commissionato da Documenta e Artangel Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen, Caribs’ Leap, 2002 (still) Film super 8mm a colori, trasferito su video, suono, 12’ 6’’ © Steve McQueen Commissionato da Documenta e Artangel Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Steve McQueen Ritratto Foto John Russo

Van Gogh - I Girasoli: al cinema solo per tre giorni il film di David Bickerstaff sulla serie di opere più famosa di sempre

Da molti ritenuti una singola opera I Girasoli (Sunflowers) di Vincent Van Gogh, sono in realtà sette dipinti (undici se si contano anche le tele che rappresentano solo il fiore reciso o appassito) Simili ma diversi tra loro, sono adesso conservati in vari continenti. Recentemente il Van Gogh Museum di Amsterdam ne ha riuniti cinque (quelli che fanno parte di collezioni pubbliche) in una mostra irripetibile vista l’estrema delicatezza dei quadri. Da questo evento prende spunto il film del regista britannico David Bickerstaff, Van Gogh - I Girasoli. Che sarà al cinema per tre giorni soltanto come Frida Kahlo prima di lui.

Il lungometraggio mixa la drammatizzazione al classico format del documentario. Ci sono, infatti, interviste, riprese inedite, o per lo meno poco consuete (il regista ha potuto filmare ogni opera da vicino senza cornice e protezioni), e comparate, ma c’è anche l’attore Jamie de Courcey (ingese anche lui, ha recitato tra l’altro nelle serie The Crown e Downton Abbey e nel film Rush di Ron Howard) che interpreta vari momenti della vita di Vincent.

Van Gogh - I Girasoli si propone di approfondire in maniera piacevole per lo spettatore questa seriedi opere iconiche e famosissime. In particolare cerca di dare una risposta a queste domande: Cosa significavano questi fiori per Van Gogh e perché sono così tanto in sintonia con il pubblico di oggi? Cosa cercava di dire Vincent con queste opere e che differenza passa tra una versione e l'altra? Oltre a svelarci quali segreti hanno scoperto gli scienziati quando le hanno analizzate nel dettaglio e a proporci una nuova interpretazione della lite tra l’artista di origine olandese e Paul Gauguin.

"Questo viaggio cinematografico- ha detto David Bickerstaff- ha messo a fuoco la serie dei girasoli e ha rivelato una nuova visione delle tragiche circostanze che portarono Van Gogh a litigare con Paul Gauguin, scatenando il famoso incidente in cui si tagliò l'orecchio in un raptus psicotico."

Bickerstaff per questo film non si è limitato a intervistare degli influenti storici dell’arte ma ha interpellato anche dei botanici.

Ho avuto il privilegio di filmare il quadro dei Girasoli di Van Gogh diverse volte al Van Gogh Museum-ha dichiarato- Come molti altri, pensavo di conoscere quest’iconico dipinto estremamente bene, ma non avrei potuto sbagliarmi di più. È stato solo quando sono stato invitato a filmare l'opera senza la sua cornice che un'intera nuova narrazione si è rivelata davanti ai miei occhi. Tutta la storia del dipinto si è svelata con alcune sorprese inaspettate, e ha innescato un bisogno di sapere di più su questa serie di capolavori.

Van Gogh - I Girasoli di David Bickerstaff, distribuito da Adler Entertainment, è parte della collana Art Icons. Sarà al cinema il 17, 18 e 19 gennaio 2022.

I Girasoli (Sunflowers), Vincent van Gogh, 1888, National Gallery, London

Jamie de Courcey nei panni di Van Gogh Vincent looking up © Exhibition on Screen

Jamie de Courcey nei panni di Van Gogh Vincent with brush © Exhibition on Screen

Immagini delle riprese Sunflowers - filming [8] © Annelies van der Vegt

Il curatore Chris Riopelle parla delle opere Sunflowers - Chris Riopelle NG [38] © David Bickerstaff

Immagini delle riprese Sunflowers - filming [04] © David Bickerstaff

Il regista David al museo di Amsterdam Sunflowers - Amsterdam David Bickerstaff filming conservation [30] © Nienke Bakker

In streaming il film "Paper & Glue" in cui JR realizza la sua street art anamorifica

Il film “Paper & Glue”, diretto dal regista francese Mathieu Kassovitz e interamente dedicato all’artista parigino JR, domani sarà visibile in anteprima mondiale sul canale statunitense MSNBC. Anche in streaming. Il documentario segue JR nella realizzazione dei suoi progetti più iconnici come “The Woud” (“La Ferita”) creato a Plazzo Strozzi di Firenze in piena pandemia.

JR, al secolo Jean René, si è costruito un nome e una solida fama su dei progetti di street art basati sulla fotografia. Ha scattato ritratti di persone della zona in cui si svolgeva il lavoro, li ha stampati in formati enormi e li ha appesi ai muri. Spesso ha composto enormi mosaici con le foto, oppure si è affidato all’anamorfosi. Come nel caso del Louvre o in quello di Palazzo Strozzi di Firenze sulla cui facciata “The Woud” (“La Ferita”) ha sintetizzato il malessere suscitato dai luoghi della cultura inacessibili durante la pandemia.

Kassovitz, ha montato materiale video dei primi progetti, conservato dallo stesso JR, con riprese recenti realizzate per il documentario.

Il film è il culmine di anni di lavoro- ha detto JR- e include un archivio di fotografie e video che risalgono alla mia adolescenza . All'epoca di molte di queste registrazioni, non avevo alcuna intenzione o consapevolezza che potessero essere usate in questo modo".

“Paper & Glue” già quest’estate è stato presentato al Tribecca Film Festival e proiettato a Roma (erano presenti sia JR che Kassovitz). Tuttavia la gran parte del pubblico europeo non ha ancora avuto la possibilità di vederlo.

Negli Stati Uniti sono cominciate in questi giorni le proiezioni e per l’occasione l’emittente americana MSNBC lo trasmetterà in anteprima mondiale il 10 dicembre 2021. Purtroppo l’orario, fissato secondo il fuso d’oltreoceano, in Italia corrisponde alle 4 di notte. Senza fare le ore piccole per vedere “Paper & Glue” bisognerà aspettare ancora un po’ ma il sito internet di JR e il suo account instagram consentono di vedere o rivedere le sue opere. (via Colossal)