La telecamera gira intorno alla Statua della Libertà, si avvicina e si allontana, in sottofondo il rumore dell’elicottero usato per le riprese, infastidisce e confonde. La video installazione Static di Steve Rodney McQueen o Steve McQueen, come viene in genere chiamato , però, sarà solo un tassello dell’importante mostra Sunshine State, che il Pirelli Hangar Bicocca di Milano dedicherà all’artista regista e sceneggiatore britannico. In collaborazione con la Tate Modern di Londra.
Universalmente conosciuto per essersi guadagnato l’oscar con il film 12 Anni Schiavo, Steve McQueen, ha vinto anche il Turner Price e partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia. Oltre ad essere stato nominato cavaliere e ad essere stato inserito nell’elenco annuale (2014) delle persone più influenti del mondo dalla rivista Time.
La mostra, che dal 31 marzo si terrà al Pirelli Hangar Bicocca, prende il nome da Sunshine State, una riflessione sugli esordi del cinema hollywoodiano e su come il grande schermo abbia influenzato la costruzione delle identità personali ma soprattutto quella collettiva. L’opera, commissionata e prodotta dall’International Film Festival Rotterdam (IFFR) 2022 dopo essere stata pensata dall’artista per 20 anni, verrà presentata in anteprima assoluta a Milano. In realtà avrebbe dovuto essere proiettata al Festival del Cinema di Rotterdam ma complice il coronavirus l’evento è slittato, rendendo l’esposizione dell’Hangar particolarmente importante.
Oltre alla video installazione Sunshine State, l’esposzione, creata da Vicente Todolí e organizzata in collaborazione con la Tate Modern (dove l’artista nel 2020 ne aveva presentato una prima versione), propone altri sei lavori.
"McQueen- scrive Pirelli Hangar Bicocca- ha concepito un apposito progetto espositivo e una nuova selezione di opere che si sviluppa negli spazi delle Navate e del Cubo e sull’esterno dell’edificio. Attraverso un percorso non cronologico, la mostra intende ripercorrere la carriera di Steve McQueen nelle arti visive, mettendo in luce l’evoluzione della sua pratica degli ultimi vent’anni."
Ci sono due video che si sviluppano dall’idea di corpo e di vouyerismo: Charlotte e Cold Breath. Altri due, invece, si addentrano nelle disumane condizioni di vita dei minatori della miniera d’oro di Tau Tona in Sudafrica (Western Deep), e nelle sofferenze portate da colonizzazione e schiavitù (Caribs’ Leap). Quest’ultimo lavoro in particolare, unisce la dimensione puramente speculativa alla storia personale dell’artista: il film parla della conquista francese dell’Isola di Granada, da cui provengono i genitori di McQueen, e di come alcun abitanti preferirono gettarsi da una scogliera piuttosto che sottostare al governo coloniale.
C’è poi un’unica scultura, intitolata Weight, in cui un letto da prigione circondato da una zanzariera dorata, evoca contemporaneamente i concetti di costrizione e protezione. L’opera è stata realizzata per una mostra presso la prigione di Reading in Inghilterra (quella dove fu incarcerato Oscar Wilde, attualmente al centro di polemiche per la nuova destinazione d'uso e luogo di un murale di Banksy), in occasione del cinquantesimo anniversario della parziale decriminalizzazione dell’omosessualità nel Regno Unito.
E lo splendido film Static. Girato nel 2009, appena ridivenne possibile visitare la Statua della Libertà dopo l’11 settembre, è la proiezione digitale di un video in 35 mm filmato da un elicottero che gira intorno al monumento di Liberty Island, sullo sfondo New York City ed il New Jersey. La telecamera però cattura la statua sia in primi piani che in filmati da una maggior distanza. Lei resta immobile mentre le riprese si muovono, oscillano, e il suono delle pale dell’elicottero si fa assordante. Steve Mc Queen, insomma, riflette sulla precarietà dell’dea di libertà personale nel mondo occidentale.