Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, con il suo fascino indiscusso da bad guy della Storia dell’Arte, continua a colpire l’immaginario collettivo. Anche dopo oltre 400 anni dalla sua scomparsa. E le drammatizzazioni dedicate alla sua vita non mancano di certo. Quest’anno a pensare a portarla sul grande schermo è stato Michele Placido con il film “L’Ombra di Caravaggio”, che verrà presentato in anteprima alla diciasettesima Festa del Cinema di Roma. E dal 3 novembre sarà nelle sale.
Non si può dire che ci siano pochi spunti. E poi dopo tanto tempo anche la storia diventa mallebaile quel tanto che basta, per trasfomare i personaggi a seconda della svolta che si decide di imprimere alla narrazione. Così Caravaggio, geniale artista ma anche uomo violento, collerico e attaccabrighe, può farsi tormentato, ribelle, perseguitato, così da incastrarsi perfettamente in una storia in bianco e nero, con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra.
Non è detto che “L’Ombra di Caravaggio” sia così, anche se il trailer porta a sospettarlo. E la trama pure. Il film diretto da Michele Placido, infatti, parla di un pittore intollerante nei confronti delle regole dettate dal Concilio di Trento “che tracciava le coordinate esatte nella rappresentazione dell’arte sacra” spiega il materiale ufficilale della pellicola.
E che “Usava nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi”. Allora: “Papa Paolo V decide di commissionare a un agente segreto del Vaticano una vera e propria indagine, per decidere se concedere la grazia che il pittore chiedeva dopo la sentenza di condanna a morte per aver ucciso in duello un suo rivale in amore. Così l’Ombra, questo il nome dell’investigatore, avvia le sue attività di inchiesta e spionaggio per indagare sul pittore che - con la sua vita e con la sua arte - affascina, sconvolge, sovverte”.