"Flag" la nuova opera di Banksy per George Floyd e a sostegno del movimento Black Lives Matter

All images Courtesy of Banksy

All images Courtesy of Banksy

Banksy ha appena condiviso sulla sua pagina Instagram una nuova opera per onorare George Floyd (l’uomo afroamericano ucciso da un agente di polizia bianco il 25 maggio scorso). Il dipinto, che rappresenta una bandiera americana che sta per essere bruciata da una candela accesa in memoria di qualcuno, supporta ovviamente il movimento Black Lives Matter.

L’opera di Banksy segue a stretto giro i tributi e le prese di posizione di altri artisti. Come l’amico statunitense dello street-artist britannico, Shepard Fairey.

Il lavoro parte da una semplice composizione frontale e da una grafica delicata, disinvolta e vagamente femminile. Ovviamente dal gusto retrò. (come tutte le opere di Banksy del resto). Ma l’atmosfera evocativa e gli elementi simbolici qui prendono il sopravvento.

Il colore dello sfondo crea una cornice cupa ed immobile alla bandiera degli Stati Uniti (unico elemento a non tedere affatto alla monocromia). Mentre in basso, il piccolo altare creato nell’angolo di una casa sembra ricoperto di polvere. Si intuisce che è un po’ di tempo che qualcuno porta fiori e lumi votivi. Ma la parte destra svela che qualcosa sta cambiando (ci sono fiori freschi e una caandela accesa che lambisce con la sua fiammella la bandiera)

Banksy ha pubblicato su Instagram anche un testo che chiarisce il suo punto di vista:

" All'inizio pensavo che avrei dovuto tacere e ascoltare le persone di colore su questo problema -scrive.- Ma perché dovrei farlo? non è un loro problema. è mio.

Le persone di colore sono state tradite dal sistema. Il sistema bianco. come un tubo rotto che inonda l'appartamento delle persone che vivono al piano di sotto. questo sistema guasto sta rendendo la loro vita una sofferenza, ma non è compito loro aggisutarlo. Non possono - nessuno li lascerà entrare nell'appartamento al piano di sopra.

Questo è un problema bianco. E se i bianchi non lo riparano, qualcuno dovrà venire di sopra e dare un calcio alla porta. "

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Gli artisti rendono omaggio a George Floyd con murales, installazioni, stampe e dipinti

Shepard Fairey, Bias by numbers (2019); Serigraph. © Shepard Fairey

Shepard Fairey, Bias by numbers (2019); Serigraph. © Shepard Fairey

L’America brucia. Tra dolore, smarrimento, e rabbia, l’America brucia. L’omiciodio di un uomo di colore, George Floyd, ha toccato le coscenze di un Paese prima messo all’angolo dal coronavirus e poi a ferro e fuoco da un conflitto vecchio come la sua storia. Mentre le vetrine in frantumi riflettono contemporaneamente i fiori desposti su un marciapiede e le fiamme. Mentre da dietro la coltre di fumo già si intravedono i colori vivi dei manifesti elettorali., l’America brucia.

Un affresco vivo e inquietante di contemporaneità che non poteva non suscitare la reazione degli artisti. E, infatti, sono davvero molti quelli che in questi giorni hanno pubblicato su instagram o su un sito internet un’opera dedicata a George Floyd e alla sua iniqua morte. Qualcuno è famoso, altri meno. I primi ad arrivare sono stati quelli che fanno street art, un po’ per sintonia con l’attualità , un po’ per i tempi più veloci di realizzazione del lavoro. Fatto stà che i murali che ritraggono l’uomo ucciso da un agente di polizia a Minneapolis sono tanti.

Ma c’è anche chi ha scelto una via diversa. Shepard Fairey (in arte Obey), famoso per un ritratto di Obama che fece la sua parte nell’elezione dell’ex-presidente statunitense, per esempio, ha condiviso il manifesto “Bias by numbers”. In cui il volto di una donna afroamericana è affiancato da titoli di giornale che parlano di fatti collegati alla discriminazione razziale. Eusato parole morto chiare sulla vicenda.

L’artista Jammie Holmes, invece, ha fatto sorvolare da piccoli aerei che trascinavano uno striscione, 5 città degli Stati Uniti. Su ogni striscione era scritta una frase pronunciata da George Floyd prima di perdere conoscenza: Per favore non risco a respirare (Detroit); Mi fa male lo stomaco (Miami); Mi fa male il collo (Dallas); Ho male dappertutto (Los Angeles); Mi stanno uccidendo (New York).

Tra i murali quello realizzato a Minnapolis dagli artisti Xena Goldman , Cadex Herrera , Greta McLain , Niko Alexander e Pablo Hernandez. Ma anche l’opera di Tvboy, il cui lavoro in Italia ebbe una copertura mediatica a reti unificate alla costituzione del governo giallo-verde (era suo il bacio tra Di Maio e Salvini). Vista la sua poetica, infine, è certo che Kehinde Wiley creerà uno o più dipinti ispirati alla vicenda. (via Colossal)

Il messaggio di Detroit Jammie Holmes

Il messaggio di Detroit Jammie Holmes

murale di Eme Freethinker

murale di Eme Freethinker

Il messaggio di Dallas Jammie Holmes

Il messaggio di Dallas Jammie Holmes

murale a Minneapolis di Xena Goldman, Cadex Herrera, Greta McLain, Niko Alexander e Pablo Hernandez

murale a Minneapolis di Xena Goldman, Cadex Herrera, Greta McLain, Niko Alexander e Pablo Hernandez