Il videogioco Golf Club: Wasteland di Igor Simić è un curioso esperimento in cui non solo creazione artistica e business convivono ma che riesce a mettere d’accordo, humor, politica, musica, illustrazione e arte. Racconta la storia di uno sparuto gruppo di super-ricchi, unici sopravvissuti a un disastro ambientale, che vivono a Tesla City su Marte e, vinti dalla nostalgia, passano il loro tempo libero sulla Terra, giocando a golf tra le rovine.
Igor Simić con Golf Club: Wasteland fa parte dei 12 artisti under 35 che compongono la mostra VISIO. Moving Images After Post-Internet di scena a Palazzo Strozzi di Firenze dalla scorsa settimana. L’esposizione è l’ottava edizione del progetto VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images (promosso e realizzato da Fondazione Palazzo Strozzi e dallo Schermo dell’arte Film Festival) e ha il compito di indagare il rapporto tra arte e tecnologie digitali in un quadro di fulmineo cambiamento di queste ultime.
“La mostra – spiega il curatore, Leonardo Bigazzi - intende riflettere sull'influenza che la rivoluzione digitale dell'ultimo decennio e il fenomeno post-internet hanno avuto sulla generazioni di artisti che ha vissuto questi cambiamenti negli anni della propria formazione. Le opere selezionate affrontano temi fondamentali del nostro tempo come la normalizzazione della violenza, l’identità di genere, le politiche dei confini, la privatizzazione della conoscenza, il limite tra reale e virtuale, il valore della memoria, la relazione tra uomo e animale e il senso di precarietà costante dell’esistenza. In mostra si ritrovano elementi tecnici e concettuali tipici delle pratiche post-internet, come l’uso di realtà virtuale (VR), immagini CGI, videogiochi e video appropriati dalla rete. Ci sono però anche artisti che concettualmente hanno deciso di distanziarsi da questo tipo di estetica, attraverso un linguaggio più cinematografico, film in pellicola e found footage.”
A VISIO. Moving Images After Post-Internet prendono parte: Rebecca Jane Arthur (1984, Gran Bretagna/Belgio), Miguel Azuaga (1988, Spagna/Germania), Patrick Alan Banfield (1984, Gran Bretagna/Germania), Enar de Dios Rodríguez (1986, Spagna/Austria), Eva Giolo (1991, Belgio), Inas Halabi (1988, Palestina/Olanda), Polina Kanis (1985, Russia/Olanda), Adam Kaplan (1987, Israele/Germania), Valentina Knežević (1989, Croazia/Germania), Agnieszka Mastalerz (1991, Polonia/Germania), Jacopo Rinaldi (1988, Italia). Oltre a Igor Simić.
Nato nell’88 in Serbia, Igor Simić, doppia laurea in Studi Cinematografici e in Filosofia, ha frequentato la Columbia University di New York. Dal 2012 è tornato a vivere a Belgrado. E’ artista, regista e scrittore.
Si è fatto conoscere con i cortometraggi (in particolare The Thinker in the Supermarket e Melancholic Drone, sono stati proiettati e premiati a Barcellona, Belgrado e Berlino) ma il progetto di usare i videogiochi come una forma d’arte interattiva lo covava da parecchio. E appena ha potuto ha chiamato degli amici programmatori del liceo con cui ha prodotto due giochi per cellulari. Il primo, ispirato alla crisi economica, si intitolava Crisis Expert, per vincere era necessario guidare un carrello della spesa su dei grafici economici evitando le voci che incrementano l’esborso pubblico (è ancora scaricabile qui). Nel secondo, Children’s Play (in coda a questo post c’è un video che lo mostra; si può scaricare qui) bisognava evitare di far addormentare alla catena di montaggio gli operai-bambini di una fabbrica di giocattoli.
Poi è arrivato Golf Club: Wasteland (qui la demo per IOS e qui quella per Android, ma il gioco intero è a pagamento) che Igor Simić ha pensato come una sorta di audiolibro interattivo. Per riuscire a discostarsi dal classico svolgimento dei videogiochi ha, infatti, ha inserito in sottofondo Radio Nostalgia from Mars, un immaginario programma radiofonico che trasmette musica dei bei tempi terrestri ormai andati (in realtà Simic e i suoi collaboratori, tra cui i musicisti Ana Curcin e Sara Renar, per dargli vita hanno registrato sette brani originali). Un aspetto interessante del gioco è l’ambientazione che mixa architettura brutalista jugoslava e simboli che richiamano la Silicon Valley.
“Il culto della personalità, come nel caso di Musk e Zuckerberg- ha detto in un'intervista- e il loro potere e l'influenza sulla nostra vita e sulla nostra privacy, è un fenomeno interessante [che accomuna il pensiero della Silicon Valley al Comunismo ndr] Nel gioco c'è anche un gigantesco monumento a Musk, progettato per fare riferimento alla testa in rovina di Karl Marx a Berlino. "