Acqua Alta, la preveggente installazione di Tomás Saraceno a Venezia

Tomas Saraceno, On the Disappearance of Clouds. photo: © artbooms

Tomas Saraceno, On the Disappearance of Clouds. photo: © artbooms

Alle Gaggiandre una struttura simile a nuvole stilizzate, fluttua nel cielo mutevole della laguna. Mentre una melodia inquieta, si diffonde come un presagio, all’alzarsi della marea. E’ l’installazione profetica che Tomas Saraceno ha presentato alla Biennale.

L’artista argentino Tomás Saraceno alla Biennale Arte di Venezia 2019 (May you Live in Interesting Times, arrivata agli ultimi giorni d’apertura), oltre ad Aracnomancy (di cui ho parlato qui) ha presentato il progetto "Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds" (nome lunghissimo che è anche un manifesto e significa: “Aero(s)cene: Quando il respiro diventa aria, quando le atmosfere diventano il movimento per un'era post-combustibile fossile contro le nuvole capitaliste di carbonio”). Aero(s)cene è l’insieme della scultura fluttuante On the Disappearance of Clouds. e dell’installazione sonora Acqua Alta en Clave de Sol.

Ed è proprio quest’ultima, alla luce degli eventi che hanno colpito la Serenissima, a suonare come una sorta di premonizione. L’opera, infatti, prende spunto dal sistema d’allarme sviluppato in laguna per informare la popolazione dell’avvicinarsi dell’acqua alta, e riflettendo sulla vulnerabilità ecologica della città, la immagina in balia delle maree.

Il segnale di pericolo veneziano conta sedici sirene, sparse nei sei sestieri per avvertire che, entro due o quattro ore, l’acqua deborderà fino a invadere piazze e marciapiedi. I toni aumentano in corrispondenza dei 4 livelli di alluvione.

Con Acqua Alta en Clave de Sol, Saraceno moltiplica questi segnali come se le maree avessero preso il sopravvento . Lo fa cingendo le Gaggiandre (più o meno a metà del percorso dell’Arsenale) con sei amplificatori che rendono chiaramente udibile il flusso e riflusso delle acque nei pontili. "Il sole disegna onde sonore nella luce di acqua alta-scrive l'artista nella descrizione dell'opera- riflettendo una partitura in movimento elementale". Che per questo è: “en clave de sol”.

Ovviamente con questa installazione sonora Tomás Saraceno immagina una Venezia del futuro, vittima di agenti climatici incontrollabili a causa dei cambiamenti climatici.

On the Disappearance of Clouds invece permette di vedere come le nuvola “cattive”, fatte di emissioni gassose inquinanti, stiano sostituendo quelle “buone”. L’installazione, composta da strutture a grappolo ispirate alla geometria Weaire-Phelan di schiuma aggregante e bolle di sapone, crea, infatti, una sorta di cornice nell’orizzonte. Il suo fluttuare, inoltre, rende evidente il legame tra aria, acqua, cielo e terra.

La partecipazione di Tomás Saraceno alla Biennale d’Arte di Venezia (fino a domenica) precede l’importante mostra che gli dedicherà Palazzo Strozzi (Firenze) dal 22 febbraio 2020

Tomas Saraceno, Aero(s)cene. photo: © artbooms

Tomas Saraceno, Aero(s)cene. photo: © artbooms

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Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomas Saraceno, On-the-Disappearance of Clouds. photo: © artbooms

Tomas Saraceno, On-the-Disappearance of Clouds. photo: © artbooms

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno , Aero(s)cene: When breath becomes air, when atmospheres become the movement for a post fossil fuel era against carbon-capitalist clouds, 2019 Mixed media Photo by: Italo Rondinella. Courtesy: La Biennale di Venezia

Biennale di Venezia 2019| Tomás Saraceno ha messo i ragni a prevedere il futuro in May You Live in Interesting Times

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Giocoso, vagamente gotico e infantile, eppure serissimo. E’ Spider\Web Pavilion 7 realizzato da Tomás Saraceno (ne ho parlato qui) per la Biennale di Venezia 2019, May you Live In Interesting Times, curata da Ralph Rugoff. In cui l’artista di origine argentina ha esposto complesse ragnatele ai Giardini e messo i ragni a prevedere il futuro dei visitatori.

CHI E’ TOMAS SARACENO:

Tomás Saraceno nasce come architetto ma il suo vero amore era l’arte. Tuttavia la ricerca che sta dietro il suo lavoro la trascende ampiamente, abbracciando: astrofisica, ingegneria, ambientalismo, termodinamica, biologia, aracnologia e composizione musicale. Nel 2009 ha persino studiato alla NASA. I ragni sono sempre stati il suo chiodo fisso. Nelle loro ragnatele vede delle opere d’arte in se e una metafora dell’intero universo.

Durante un periodo dell’infanzia , Tomás Saraceno, ha vissuto in Italia; la casa era molto antica e aveva una mansarda piena di ragni. Tutto è cominciato lì. In un’intervista a New York Times ha dichiarato di essersi chiesto: "I ragni vivevano nella mia casa o ero io che vivevo nella casa dei ragni?" Di domande come questa Saraceno se ne fa continuamente. Sembra vogliano strappare un sorriso, invece lui ci riflette a lungo e cerca di trovare una risposta oggettiva. E sono proprio queste domande a permetterci di capire quanto profondamente sovversivo sia il pensiero che sta alla base del lavoro di Saraceno e di quanta poesia sia pervaso.

I RAGNI POSSONO PARLARE?

Spider\Web Pavilion 7, come altre sue opere di questa serie, prende le mosse da una questione a cui Saraceno, avvalendosi di tutti gli esperti del caso, ha cercato ossessivamente una risposta: possiamo noi comunicare con i ragni? Visto che i piccoli aracnidi sono sordi e muti sembrava piuttosto improbabile, ma percepiscono le vibrazioni sulla loro ragnatela. Così Saraceno è riuscito spingendoli ad interagire attraverso le onde sonore della musica a registrare le loro “voci” con un vibromero.

E’ proprio questo mix di suoni e vibrazioni che sentiranno i visitatori che decideranno di provare la versione digitale della sua opera, dopo aver fotografato una ragnatela e fatto una domanda al ragno. Si può fare sia in Biennale sia da casa scaricando la app Aracnomancy (Android, Apple).

I RAGNI POSSONO PREVEDERE IL FUTURO?

Chi entrerà nello spazio dedicato all’ installazione ai Giardini della Biennale, invece, si troverà davanti una delle splendide ragnatele-scultura di Saraceno (sono simili a strutture architettoniche tanto sono intricate e complesse, per farle l’artista si serve di centinaia di ragni sociali e semi-sociali) e delle carte somiglianti ai tarocchi (ma con disegni a tema). Perchè in quest’opera Saraceno si spinge oltre, e si domanda: i ragni possono prevedere il futuro? E la risposta secondo lui è si.

Spider\Web Pavilion 7, infatti, è ispirato alla divinazione Mambila Nggam, praticata nell’Africa centrale e occidentale (in cui uno stregone interpreta i movimenti di un ragno). Simile discorso nel padiglione, solo che l’artista fa decodificare i messaggi degli esseri a otto zampe con letture improntate all’aracnomanzia e interpretazioni delle ragnatele da parte si esperti di diverse discipline (filiosofi, sismologi, astrofisici ecc.).

Con ques’opera Saraceno ci parla di ecologia, di legami tra le specie che popolano la terra ma anche di comunicazione. E poi chissà magari i ragni ci hanno detto davvero che tempo farà domani o se il nostro fidanzato\a arriverà in ritardo, attraverso vibrazioni e suoni sul telefonino. In fondo non parliamo lo stesso linguaggio.

Spider\Web Pavilion 7 di Tomás Saraceno si potrà visitare fino alla conclusione della Biennale di Venezia 2019 (24 novembre). Per sentire gli esperti interpretare gli aracno-messaggi bisogna, invece, consultare il sito della Biennale.

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Tomás Saraceno, Spider/Web Pavilion 7: Oracle Readings, Weaving Arachnomancy, Synanthropic Futures: At-ten(t)sion to invertebrate rights!, 2019. Mixed media. Photo by: Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia

Le Hybrid Webs di Tomás Saraceno, sculture di ragnatele tessute da vari tipi di ragni entrano a far parte della collezione Rolls-Royce

hybrid dark solitary semi-social cluster BD–15 3966  built by: a duet of nephila edulis — six weeks, a quintet of cyrtophora citricola — eight weeks, rotated 180, 2018 spidersilk, carbon fibre, metal, ink acrylic (detail)

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built by: a duet of nephila edulis — six weeks, a quintet of cyrtophora citricola — eight weeks, rotated 180, 2018
spidersilk, carbon fibre, metal, ink acrylic (detail)

L’artista di origine argentina Tomás Saraceno cerca ispirazione in discipline come astrofisica, ingegneria, termodinamica e biologia, ma forse quella che gli è più cara è l’ aracnologia. I ragni, infatti, sono i suoi collaboratori prediletti (anche se ha pure un nutrito gruppo di umani che lavorano per lui). E nella serie Hybrid Webs li spinge a cimentarsi in ardite ragnatele tridimensionali, che poi vende a musei e collezionisti in eleganti teche di plexiglass. Ha perfino inventato un macchinario in grado di scansionarle in tutta la loro complessità, visto che gli strumenti esistenti non ne erano in grado.

Tra gli estimatori delle aracno-sculture di Saraceno si è recentemente aggiunta anche Rolls-Royce. Certo, l’uomo della strada, potrebbe sorridere pensando che uno dei marchi che rappresentano il lusso a livello mondiale abbia comprato una teca piena di ragnatele. Ma l’arte contemporanea si sà, non è fatta per l’uomo della strada.

Dopo essere stata presentata al Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra, infatti, una nuova scultura della serie Hybrid Webs di Tomás Saraceno (o meglio dei suoi collaboratori a otto zampe) entrerà a far parte della collezione permanente Rolls-Royce, conservata nel quartier generale della casa automobilistica a Goodwood (nel Sussex occidentale).

L’opera si intitola “Hybrid dark solitary semi-social cluster BD–15 3966 built by: a duet of nephila edulis – six weeks, a quintet of cyrtophora citricola -eight weeks, rotated 180’” ("Ibrido semi-sociale solitario scuro cluster BD-15 3966 costruito da: un duetto di nephila edulis - sei settimane, un quintetto di cytrtophora citricola - otto settimane, ruotato di 180"). E’ stata realizzata con il contributo del Rolls-Royce Art Programme e scolpita da un gruppo di ragni sociali e uno di ragni semi-sociali spinti a riempire più o meno interamente lo spazio della teca ruotandola di 180 gradi.

Quello che stiamo facendo è costruire ragnatele ibride- ha spiegato tempo fa Saraceno in un’intervista- Stiamo intrecciando diverse specie e gradi di socialità tra ragni. I risultati sono reti che non sono mai esistite prima”.

Nel corso della stessa intervista ha anche chiarito che normalmente i ragni non coprirebbero lo spazio della teca come nella serie Hybrid Webs, ma che per natura costruiscono il loro nido parallelo al terreno. Così l’artista li lascia tessere per un po’ e poi gira la teca. I ragni per quanto ciechi attraverso il peso del corpo capiscono cos’è successo e riprendono la loro opera in senso inverso.

Il risultato sono delle forme strane e affascinanti simili a disegni tridimensionali. Una sorta di eteree isole fluttuanti che fanno pensare a un altro chiodo fisso di Saraceno: le città sospese.

Tomás Saraceno, solo lo scorso anno protagonista della grande mostra On Air al Palais de Tokyo di Parigi, è stato ospite alla Biennale di Venezia del 2009 e di una importante esposizione all’Hangar Bicocca di Milano nel 2012. Inutile dire che le sue personali sono caldamente sconsigliate a chi soffre di vertigini e agli aracnofobici (via Designboom)

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built by: a duet of nephila edulis — six weeks, a quintet of cyrtophora citricola — eight weeks, rotated 180, 2018
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