La giungla in porcellana di Limoges di Juliette Clovis in una serie di nuove sculture

All Images Courtesy Juliette Clovis

All Images Courtesy Juliette Clovis

L’artista francese Juliette Clovis (di cui ho già parlato qui e qui) ha appena terminato la sua ultima serie di lavori. Ancora una volta uova in porcellana di Limoges riccamente decorate.

Ci sono serpenti tracciati in punta di pennello e poi decine e decine di piccole sculture di uccelli e farfalle che posate sul corpo principale delle opere le ricoprono quasi per intero.

Come in una scena ispirata a Hitchcock- è scritto sul sito della Clovis- possiamo quasi sentire il rumore della giungla: il battito delle ali di un uccello, lo scivolare di un serpente strisciante o il gracidare di una rana. Affascinata dalla bellezza selvaggia della natura, scoperta durante i suoi diversi viaggi, l'artista trae ispirazione da essa per creare le sue giungle (…)”.

Si tratta di lavori grandi (alti oltre 30 centimetri e mezzo) che secondo la Clovis evocano “scene della giungla” e si riferiscono al “ciclo della vita”. Ma lo fanno in  modo metaforico, senza essere crudi. Più attenti a una grazia avida che al declino.

Le porcellane di Juliette Clovis a loro modo ci parlano di biodiversità e tradizione. Entrambe, inutile dirlo, minacciate dal pesante incedere del progresso. 
Ci sono gli animaletti che si assiepano sulle sue sculture dopo essere stati rapiti alla Storia dell’Arte e aver fatto una pausa nella fotografia di moda e nella scenografia cinematografica, ma c’è anche la lavorazione della porcellana dura per cui la città di Limoges è diventata famosa e l’uso di un soggetto classico come l’uovo. Insomma una manciata di elementi di antica memoria che suonano come riscoperte e reinvenzioni.

Per vedere altre opere di Juliette Clovis oltre al suo sito internet si può ricorrere ai suoi account Instagram e Facebook.

juliette-clovis-01
juliette-clovis-03
juliette-clovis-04
juliette-clovis-03
juliette-clovis-04

Nasce ‘Living Light’, la lampada alimentata da una pianta by Ermi van Oers

living-light-ermi-van-oers

La lampada ‘Living Light’, firmata dalla giovane designer olandese Ermi van Oers, e presentata in occasione del Duch Design Week di Rotterdam, verrà distribuita dal prossimo anno. Solo 15 pezzi, certo, ma tanto basta per convincersi che si basa su una tecnologia che è già realtà. E un po’ di impegno ci vuole, perché ‘Living Light’ non è alimentata dall’energia elettrica ma dai processi di fotosintesi vegetale.

La lampada non ha fili, è composta da un semplice tubo di vetro, all’interno del quale una pianta produce luce al tocco di una foglia. Living light, infatti, usa i microorganismi per convertire l'energia chimica naturalmente prodotta da una qualsiasi piante in energia elettrica. E per accenderla basta sfiorare una foglia.

La tecnologia che rende possibile questo risultato si basa su una pila a combustibile microbiologica (o pila a combustibile biologica), che imita le interazioni batteriche presenti in natura per produrre energia. Gli elettroni che nascono da questo processo si liberano e scorrono fino a un led inserito alla base del fusto.

Il potenziale dell’energia microbica è enorme- ha detto Ermi van Oers alla rivista Dezeen- le luci della strada potrebbero essere collegate agli alberi, le foreste diventare centrali elettriche, i campi di riso in Indonesia produrre cibo ed elettricità per la popolazione locale.”

E di sicuro il comune di Rotterdam ci crede, visto che ha chiesto alla designer ventiseienne di collaborare all’illuminazione di uno dei suoi parchi.

Nonostante ciò ‘Living Light’, che è la prima tangibile applicazione di consumo dell‘energia microbica, è un bell’oggetto di design ma ancora poco utile a fini pratici. Infatti i processi di fotosintesi impiegano una giornata ad alimentare il led per una mezzora. Senza contare che chi non ha il pollice verde può mettere in preventivo di trovarsi al buio, dato che la quantità di energia prodotta dipende dallo stato di salute della pianta. (via Dezeen

living-light-ermi-van-oers
living-light-ermi-van-oers-02

Le verdure digitali che suonano ed emettono luci colorate in una serra ultra-tech al centro di Tokyo

verdure-digitali-tokyo-midtown

Nel bel mezzo del complesso immobiliare Tokyo Midtown c’è una serra che si illumina di tutti i colori della scala cromatica e suona pure. Le melodie e gli effetti luminosi sono sempre diversi e ad attivarli sono i visitatori. O meglio i visitatori che toccano le verdure digitali.

Non è una singolare forma di antifurto ma la trovata dei designers dello studio giapponese PARTY in occasione del Design Touch Festival 2017. Che hanno pensato di rendere digitali delle comunissime verdure (carote, pomodori, cavoli).

Ogni pianta è stata collegata a dei sensori che l’hanno resa sensibile al tocco. La serra è piuttosto grande e le verdure che vi sono state posizionate sono tante e ognuna di esse attiva una sinfonia di luci e suoni diversa.

L’idea era quella di integrare i sensi che, secondo i designers, noi usiamo di più quando ci troviamo di fronte a delle verdure (tatto e olfatto), con quelli che, sempre a loro parere, lasciamo inoperosi (vista e udito). E di farlo con luci e suoni studiati per evocare una caratteristica di ogni specie.

"Suoni di semi che sfregano. Suoni di foglie toccate. Suoni frutta mangiata ", afferma Ray Kunimoto, progettista sonoro delle verdure digitali. "Ho registrato i suoni creati con delle verdure vere e proprie. Poi sul computer li ho mescolati con i suoni degli strumenti dell'orchestra per farne 7 melodie diverse ".

Così ogni vegetale attiva una melodia diversa. I pomodori fanno suonare un violino, le carote danno fiato alle trombe e i cavoli riempiono l’aria con le vibrazioni dell’oboe. Insieme tutte queste verdure, per tutto il periodo dell’installazione, anziché un minestrone faranno concerti sempre diversi.

La serra delle verdure digitali si può visitare gratuitamente fino al 5 novembre. Per farlo però bisogna arrivare al Tokyo Midtown o limitarsi a dare uno sguardo al brevissimo video qui sotto. (via Spoon and Tamago)

serra-verdure-digitali-midtown-tokyo
verdure-digitali-midtown-tokyo-01
verdure-digitali-midtown-tokyo-02
verdure-digitali-midtown-tokyo-03