Da due anni ormai Ai Weiwei sta focalizzando le sue opere sul tema dei rifugiati e delle grandi migrazioni umane. All’interno di questo filone creativo la monumentale installazione creata per la mostra “Law of the Journey” alla Galleria Nazionale di Praga (Narodni Galerie v Praze).
L'esposizione cita Kafka e porta alla sua estrema ratio la trilogia dei gommoni firmati Ai Weiwei.
“Law of the Journey” prende spunto dal racconto “Davanti alla Legge” di Franz Kafka. Una storia triste e surreale in cui un uomo passa la vita di fronte ad una porta, a cui un guardiano non gli permetterà mai di accedere. E’ evidente che la citazione rafforza l’intento polemico della scultura ambientale, regalandole contemporaneamente una nota di humor dal gusto amaro. Ma è anche uno stratagemma usato dall’artista cinese per fare un omaggio alla città che ospita la sua mostra.
L’installazione di Praga è veramente grande: circa 300 manichini e una settantina di metri d’ingombro. Completamente nera. Vuoi per rafforzare la risposta emotiva dei visitatori, vuoi per l’impatto estetico sulla vasta sala completamente bianca in cui è collocata.
Ad aiutare sul fronte del coinvolgimento emozionale è poi, proprio la sede dell’opera.
Il “Trade fair palace”, infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale è servito da centro di assemblamento per gli ebrei prima di portarli nei campi di concentramento.
L'opera principe di “Law of the Journey” è stata realizzata completamente in plastica: la stessa sia per il gommone, sia gli indistinti personaggi che la popolano. Queste figure senza volto, sono tutte stilizzate ed essenziali come fossero soggetti dei cartelli segnaletici in 3D.
“Law of the Journey” di Ai Weiwei per la Galleria Nazionale di Praga ripropone anche altre installazioni già presentate dall’artista cinese in precedenza. Come “Snake Ceiling” che parla della morte di 5mila bambini in una scuola cinese durante un terremoto, o “Laundromat” ancora sui migranti. Una piccola versione di “Snake Sailing” era parte di “Ai Weiwei: Libero” a Palazzo Strozzi di Firenze (ne ho parlato qui), mentre “Laudromat” è stata esposta per la prima volta al Deitch Project di New York (ne ho parlato qui). Il simbolo del gommone, invece, oltre che nella nuova opera e in “Reframe” di Palazzo Strozzi, ha avuto una parte anche nell’installazione di giubbotti di salvataggio alla Konzerthaus di Berlino (ne ho parlato qui)
Sarà possibile visitare la mostra fino al 7 gennaio 2018. (via Designboom)