Non è un semplice gioco di specchi tra interno ed esterno, reale e riflesso, vecchio e nuovo. Thermodynamic Constellation, la monumentale installazione che Tomás Saraceno realizzerà a Firenze in occasione della mostra Aria, non si limita a rispecchiare il cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi, è il vero e proprio prototipo di un nuovo mezzo di trasporto. Una mongolfiera a energia solare capace di librarsi in cielo e percorrere lunghe distanze senza nemmeno bisogno di un motore.
Attesa come un importante evento Tomás Saraceno. Aria, curata da Arturo Galansino (Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi), sarà la più grande mostra mai dedicata in Italia all'artista di orgine argentina, presente la scorsa estate alla Biennale di Venezia con i progetti Spider\Web Pavilion 7 e Aero(s)cene. Thermodynamic Constellation (Costellazione Termodinamica), com’è consuetudine delle installazioni realizzate appositamente per il cortile del museo, ne sarà il cuore pulsante.
L’opera, composta da tre grandi sfere sospese, è un prototipo della mongolfiera aerosolare inventata da Saraceno. E’ costruita con lamine trasparenti e a specchio, non per meri fini estetici, ma per permettere ai palloni di volare sia con la luce che con il buio. Infatti, la parte a specchio di queste sculture funge da isolante durante il giorno riflettendo parzialmente le radiazioni solari e impedendo alle sacche d’aria di surriscaldarsi. Mentre la metà trasparente, assorbendo il calore che il pianeta ha accumulato nelle ore di luce, contribuisce a mantenere la temperatura all’interno dell’involucro (quindi la spinta aerostatica) durante la notte.
Se riprodotti in dimensioni maggiori, i palloni che compongono Thermodynamic Constellation, potrebberro librarsi tra i 20 e i 40 chilometri da terra e percorrere lunghe distanze senza bisogno di un motore.
Con quest’installazione, ispirata agli esperimenti condotti nei tardi anni ‘70 dal Centre National d’Études Spatiales (CNES) in Francia per il lancio di palloni a raggi infrarossi (Montgolfière InfraRouge, MIR), Saraceno, con in testa l’inquinamento e i cambiamenti climatici, immagina un’umanità nomade in modo poetico. Che si sposta nel cielo navigando le correnti d’aria come fossero fiumi ed esegue involontarie coreogafie con il fluttuare dei propri mezzi di trasporto, in totale libertà e congiunzione con il cosmo.
“L’aria- scrive Saraceno- interfaccia tra noi e il Sole, è controllata da pochi e continua a essere compromessa: le emissioni di anidride carbonica la riempiono, la materia particolata fluttua all’interno dei nostri polmoni mentre le radiazioni elettromagnetiche avviluppano la Terra. Eppure un’epoca diversa è possibile, un’epoca di sensibilità interplanetaria attraverso l’attuazione di una nuova ecologia”.
Mentre Arturo Galasino, dice: “Con l’opera Thermodynamic Constellation nel Cortile di Palazzo Strozzi, Tomás Saraceno invita a riflettere in modo nuovo e immaginifico sulla capacità dell’uomo di andare oltre limiti e confini consolidati nel nome di una nuova sintonia con il Pianeta."