Le intricate sculture di Eunsuh Choi fatte da centinaia di bastoncini di vetro lavorati a lume e intrecciati

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L’artista coreana Eun Suh Choi crea delle sculture di vetro aggraziate e complesse, caratterizzate da con un tocco infantile; giocoso.

Sono di medie dimensioni, costruite come fossero castelli di carte, sovrapponendo ed incastrando tra loro centinaia di fragili bastoncini lavorati a mano.

A livello concettuale Eun Suh Choitratta i concetti di aspirazione ed ambizione (che sono la base per un progresso costante, anche se fragile).

"Il mio lavoro si concentra specificamente sul desiderio di comunicare il fluire aggraziato delle nostre tensioni emotive attraverso il mezzo plastico del vetro lavorato a lume"- dice in un’intervista rilasciata alla rivista americana Habitat-“Mi piace lavorare con la scultura, utilizzando la forma e l’atmosfera che la circonda per ritrarre le storie che si basano sull’incontro dell’uomo con successo e fallimento nel perseguimento dell’ambizione personale.”

A vederle tuttavia, le sculture, sembrano elaborati prodotti della grafica 3d sviluppati con un tocco glamour. Non certo il minuzioso risultato di una pratica artigianale paziente e antica.  La Choi, infatti, usa l’antica tecnica della lavorazione a lume del vetro.
Per vedere altre opere di Eun Suh Choi e saperne di più su di lei, oltre al suo sito si può ricorrere alla Gallery Sklo o ad Habitat Fine Art. (via Colossal)

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Gli enormi dipinti iperrealisti di Tigran Tsitoghdzya che sembrano dei surreali ritratti fotografici in bianco e nero

Tigran Tsitoghdzya, Mirror V (Ayna V), 2017, Olio su tela 190x127 cm. photo by Gallery77

Tigran Tsitoghdzya, Mirror V (Ayna V), 2017, Olio su tela 190x127 cm. photo by Gallery77

Quando si guardano le opere di Tigran Tsitoghdzya si pensa che l’artista armeno si sia limitato a sovrapporre delle fotografie. Belle immagini da rivista patinata in bianco e nero, fuse insieme chissà come da un computer. Salvo poi avvicinarsi e scoprire che si tratta di dipinti iperrealisti.

Tigran Tsitoghdzya usa prevalentemente la pittura ad olio su tela e lavora su grandi formati con pennelli minuscoli con cui riproduce ogni ruga, ogni piega della pelle, ogni capello del soggetto che sta ritraendo. A rendere ancora più certosino questo lavoro ci si mette il fatto che non usa colori: solo bianco, nero e sfumature di grigio varie.

Nella serie “Mirrors” (che è la più famosa e più vasta) l’artista ritrae delle persone con le mani sul viso, ma le mani sono trasparenti e il volto del soggetto si mostra in tutta la sua espressività. Secondo Tigran questa scelta serve a sottolineare che i suoi sono ritratti psicologici e non maschere.

In realtà le immagini sanno di rivista patinata, potrebbero tranquillamente stare su un periodico di moda, e più che ritrarre il soggetto in maniera cruda sembrano ritratti dei ritratti fotografici che qualcuno ha fatto al soggetto (idealizzandolo). Anche così comunque sempre di gioco di specchi si parla.
Inutile dire che questi quadri citano in modo più o meno esplicito il Surrealismo.

Recentemente Tigran Tsitoghdzyaha partecipato alla dodicesima edizione della fiera d’arte Contemporary Istanbul (CI) con la galleria turca Galeri 77. Per vedere altre opere di questo pittore armeno trapiantato a New York e magari farsi un idea più precisa del processo meticoloso che lo porta a realizzare questi dipinti si possono consultare i suoi account Facebook ed Instagram.

Tigran Tsitoghdzya, Mirror V, 2014, Olio su tela 190x127 cm. photo by Tigran Tsitoghdzya

Tigran Tsitoghdzya, Mirror V, 2014, Olio su tela 190x127 cm. photo by Tigran Tsitoghdzya

Tigran Tsitoghdzya, Black Mirror, 2013, Olio su tela 190x127 cm. photo by Tigran Tsitoghdzya

Tigran Tsitoghdzya, Black Mirror, 2013, Olio su tela 190x127 cm. photo by Tigran Tsitoghdzya

Tigran Tsitoghdzya, Mirror 0 (Ayna 0), 2017, Olio su tela 190x127 cm photo by Galeri 77

Tigran Tsitoghdzya, Mirror 0 (Ayna 0), 2017, Olio su tela 190x127 cm photo by Galeri 77

Tigran Tsitoghdzya, Mirror, 2012, Olio su tela 254x178 cm photo by Tigran Tsitoghdzya

Tigran Tsitoghdzya, Mirror, 2012, Olio su tela 254x178 cm photo by Tigran Tsitoghdzya

Tigran Tsitoghdzya, Mirror, Olio su tela

Tigran Tsitoghdzya, Mirror, Olio su tela

Le cupole rinascimentali in rete metallica e lamiera ondulata sospese a Le Bon Marché by Edoardo Tresoldi

Edoardo Tresoldi, "Aura", Le Bon Marché Rive Gauche.  Tutte le foto di Roberto Conte

Edoardo Tresoldi, "Aura", Le Bon Marché Rive Gauche.  Tutte le foto di Roberto Conte

L’artista italiano Edoardo Tresoldi (di cui ho già paralato qui) ha sospeso due cupole gemelle nella hall del grande magazzino iconico Le Bon Marché Rive Gauche di Parigi. L’installazione, composta da una scultura in filo metallico ed una in lamiera ondulata, si intitola Aura e rievoca i fasti architettonici del Rinascimento.

L’affascinate intervento di Tresoldi è la realizzazione artigianale e tangibile delle ricostruzioni digitali degli antichi edifici fiorentini. Un po’ nostalgico e un po’ filoinnovatore, dal punto di vista estetico fa pensare a dei fantasmi che appaiono nell’aria e, giocando con la luce, si fondono all’ambiente circostante.
Una delle due cupole che costituiscono Aura è fatta in filo metallico (come le altre opere che hanno reso famoso il giovane artista milanese), mentre l’altra è stata realizzata in lamiera ondulata. Secondo Tresoldi, che ha lavorato con questo materiale per la prima volta, la seconda scultura è simile ad “un guscio vuoto” ed evoca il “decadimento delle cose”, mentre la prima è il riflesso dell’ idea che abbiamo dell’ architettura stessa.

"Sono come reliquie esposte in un museo di storia naturale del XVIII secolo -spiega l'artista - osservandoli, i visitatori tracciano la storia dell’architettura attraverso i suoi componenti".
Sia come sia, le due parti dell’installazione dialogano continuamente l’una con l’altra e riescono fondersi talmente bene con la hall di Le Bon Marché, da dare l’impressione che le scale mobili del grande magazzino siano parte dell’opera stessa.

D’altronde per il lavoro di Edoardo Tresoldi si può parlare di pittura tridimensionale come con quello di Chiharu Shiota che ha esposto a Le Bon Marché proprio l’anno scorso. Prima di loro era toccato ad Ai Weiwei occupare il prestigioso spazio. E prima ancora all’architetto Tadao Ando. Tresoldi è il più giovane del gruppo.

Aura di Edoardo Tresoldi rimarrà nel grande magazzino parigino fino al 22 ottobre.

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