Resta solo una settimana per vedere Olafur Eliasson. E il caso di "Firefly double-polyhedron sphere experiment"

Olafur Eliasson, Nel tuo tempo. Installation view. photo: Ela Bialkowska OKNO studio. Courtesy: the artist and Palazzo Strozzi

Di sicuro impatto, "Firefly double-polyhedron sphere experiment", ricercata e sperimentale, è un’opera che da sola giustificherebbe una visita a “Nel tuo Tempo”di Olafur Eliasson. Ma a Palazzo Strozzi c’è molto di più. Tra opere storiche e nuove produzioni, infatti, a Firenze si stà celebrando la più grande mostra dell'artista danese-islandese mai realizzata in Italia.

E resta solo una settimana per vederla.

Mancano le tonnellate di ghiaccio artico di "Ice Watch London"(con cui Olafur Eliasson alludeva contemporaneamente allo scioglimento della calotta glaciale e alla pittura romantica). Ma i riferimenti alla storia dell’arte e all’ecologia abbondano

Vagamente simile a una palla da discoteca (oggetto quasi d’uso comune, perso tra il vitage e la contemporaneità, che di sicuro piace a Jeff Koons, altro ex-inquilino illustre di Palazzo Strozzi), "Firefly double-polyhedron sphere experiment", il grande poliedro di vetro colorato di Olafur, ha visto la luce nel 2020. In piena pandemia. Forse per questo, lungi dalla delicata bellezza di “Beauty” (un arcobaleno tra la nebbia del 1993), è tanto splendidamente e vivacemente sfacciato da essere quasi destabilizzante. Vicino all’allucinatorio, con i suoi riflessi verdi, arancioni, gialli, azzurro e rosa, così pieni e al tempo stesso lievi da apparire irreali.

Nello stesso periodo Olafur, in occasione della Presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione Europea creò “Earth Speaker”, in cui insieme a bambini di tutto il mondo e con il supporto del Ministero degli Esteri Federale Tedesco, invitava i bambini a schierarsi a favore del Pianeta. Anche quell’opera, a dire il vero, appariva vagamente allucinatoria, se non altro perchè i bambini, nella loro purezza, (fatta salva la nobilità del progetto, la solidità visionaria dell’artista e il punto di vista dei politici tedeschi), possono essere spinti anche a schierarsi a favore degli elfi e di Babbo Natale.

"Firefly double-polyhedron sphere experiment", però, è tutt’altro che un’opera affabulatoria o di getto. Collocabile in un’area di confine tra arte e scienza. Frutto di decenni di ricerche intraprese dallo Studio Olafur Eliasson (composto da lui e da un team che supporta l’artista nella realizzazione pratica dei suoi visionari progetti e in cui figurano architetti, ingegneri, artigiani ed assistenti), è stata pensata con attenzione, per apparire visivamente stupefacente. Sfolgorante di luce, colore e riflessi, come e più di un enorme diamante. Animata da uno strato di piccole luci al led che, sotto la superficie, pulsano come lucciole. Con un corpo centrale che ruota lentamente, per meglio diffondere tutto questo sfavillio, mutevole e cangiante.

In occasione di “Nel tuo tempo”, posta quasi al centro di una delle sale più belle del Piano Nobile di Palazzo Strozzi, accanto ad un antico camino fatto di bassorilievi finemente lavorati, sulla cui tessitura si riverbera, sotto forma di lieve chiaroscuro, dai colori talmente tenui da apparire e scomparire alla vista. Di lato a lei, le grandi vetrate dell’edificio quattrocentesco, che, invece, almeno a certe ore del giorno e con una certa luce naturale, sembrano non risentirne.

L’opera è fatta soltanto di acciaio inox, filtri di vetro colorato (verde, arancione, giallo, ciano, rosa), specchi, luce LED, vernice nera e un motore per far ruotare la forma interna. Ma sembra molto più semplice e complicata al tempo stesso, tale è l’effetto che fa. Se non fosse per la pulizia delle forme, potrebbe sembrare un qualche strano tipo di organismo vivente. Magari sottomarino. O magico, arrivato diretto da Hogwarts con una passaporta.

Alla sezione aurea- scrive nel catalogo, il direttore di Palazzo Strozzi e curatore della mostra, Arturo Galasino (che è anche uno storico dell’arte)- espressione delle leggi scientifiche che governano il mondo di cui è espressione lo stesso Palazzo Strozzi(…) applicata da Leonardo nell’Uomo vitruviano (…) fa esplicito riferimento l’opera di Eliasson Renaissance echoes (…) In quest’opera la sfera, la più perfetta forma platonica, si lega alla spirale aurea, legge geometrica immanente alla natura che ritroviamo nella struttura della conchiglia, che si accresce progressivamente in dimensioni pur mantenendo la forma originaria. Simili sperimentazioni geometriche si ritrovano in svariati lavori di Eliasson, tra cui Firefly double-polyhedron sphere experiment (…)

Anche se, l’arma segreta dell’opera, oltre alla forma (come già detto, solo apparentemente semplice ma in vero molto complessa; sperimentale) frutto della sovrapposizione di due poliedri, sono le facce in vetro filtrante a effetto colorato iridescente. Un materiale speciale che riflette la luce di un unico colore, non lasciando passare le altre tonalità.

A Palazzo Strozzi condivide la stanza con "Colour spectrum kaleidoscope" (2003), ma, se non nella resa piena della forza dello spettro cromatico, per la ricchezza di sfumature e riverberi luminosi la supera. Comprensibilmente, vista la ricercatezza della forma, il materiale usato e il movimento impresso al corpo interno.

Riguardo alla ricerca sul colore di Olafur Eliasson, così ancora, Arturo Galasino: "(...)Piero della Francesca, che fa un uso precoce dell’olio, utilizza un approccio più consapevolmente scientifico, usando colori bilanciati e complementari. Analogamente a Piero, l’interesse di Eliasson per le teorie legate al colore e alla sua percezione deriva principalmente dalla ricerca sulle modalità di funzionamento dell’occhio (...). Così si è impegnato in un progetto per definire una nuova teoria dei colori basata su quelli prismatici e ha iniziato questi esperimenti lavorando con un chimico del colore per mescolare nella vernice un colore esatto per ogni nanometro di luce nello spettro visibile e ha utilizzato questa tavolozza per realizzare dei dipinti noti come Colour experiment paintings nati talvolta dalla tavolozza di artisti del passato come Joseph Mallord William Turner (1775-1851), Caspar David Friedrich (1774-1840) o Claude Monet (1840-1926)”.

"Firefly double-polyhedron sphere experiment" insieme a tutte le altre opere che compongono la mostra di Olafur Eliasson, “Nel tuo tempo”, rimarrà a Palazzo Strozzi fino al prossimo 22 gennaio.

Olafur Eliasson, Nel tuo tempo. Installation view. photo: Ela Bialkowska OKNO studio. Courtesy: the artist and Palazzo Strozzi

Olafur Eliasson, Nel tuo tempo. Installation view. photo: Ela Bialkowska OKNO studio. Courtesy: the artist and Palazzo Strozzi

Olafur Eliasson, Nel tuo tempo. Installation view. photo: Ela Bialkowska OKNO studio. Courtesy: the artist and Palazzo Strozzi

Olafur Eliasson, Firefly double-polyhedron sphere experiment, 2020; acciaio inox, filtro di vetro colorato (verde, arancione, giallo, ciano, rosa), specchio, luce LED, motore, vernice (nera) ø cm 170 Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York /Los Angeles Photo: Jens Ziehe © 2020 Olafur Eliasson

Olafur Eliasson, Firefly double-polyhedron sphere experiment, 2020; acciaio inox, filtro di vetro colorato (verde, arancione, giallo, ciano, rosa), specchio, luce LED, motore, vernice (nera) ø cm 170 Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York /Los Angeles Photo: Jens Ziehe © 2020 Olafur Eliasson

Olafur Eliasson, Firefly double-polyhedron sphere experiment, 2020; acciaio inox, filtro di vetro colorato (verde, arancione, giallo, ciano, rosa), specchio, luce LED, motore, vernice (nera) ø cm 170 Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York /Los Angeles Photo: Jens Ziehe © 2020 Olafur Eliasson

AMERICAN ART: Da domani a Palazzo Strozzi 40 Anni d'Arte a Stelle e Strisce. Dalla Guerra in Vietnam all'11 Settembre

Andy Warhol (Andrew Warhola Jr.; Pittsburgh,Pennsylvania 1928-New York 1987), Sixteen Jackies, 1964,acrilico, smalto su tela, cm 204,2 x 165,9.Minneapolis, Walker Art Center.Art Center Acquisition Fund, 1968.© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc.

Andy Warhol (Andrew Warhola Jr.; Pittsburgh,Pennsylvania 1928-New York 1987), Sixteen Jackies, 1964,acrilico, smalto su tela, cm 204,2 x 165,9.Minneapolis, Walker Art Center.Art Center Acquisition Fund, 1968.© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc.

Dagli iconici ritratti di Jackie di Andy Warhol al quarto capitolo della serie Cremaster di Matthew Barney e alle sagome senza pace di Kara Walker, "American Art 1961-2001. Da Andy Warhol a Kara Walker", nata dalla collaborazione tra Palazzo Strozzi e lo Walker Art Center di Minneapolis, è una mostra ambiziosa e storiograficamente accurata. Che, oltre a portare a Firenze opere, talvolta presentate per la prima volta in Italia, mette in fila tutti i movimenti e gli artisti che hanno fatto 40 anni d ’arte americana. Ma anche gli avvenimenti più importanti della Storia degli Stati Uniti tra la guerra in Vietnam e la tragedia dell’11 Settembre, fino a spingersi alle origini di movimenti come #MeToo e Black Lives Matter.

"American Art 1961-2001. Da Andy Warhol a Kara Walker", curata da Vincenzo de Bellis (Curator and Associate Director of Programs, Visual Arts, Walker Art Center) e Arturo Galansino (Direttore Generale, Fondazione Palazzo Strozzi), si compone di 80 opere di artisti già passati alla Storia come Andy Warhol, Mark Rothko, Louise Nevelson, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Bruce Nauman, Barbara Kruger, Robert Mapplethorpe, Cindy Sherman, Matthew Barney, Kara Walker. Testimoniando la poliedrica produzione artistica a stelle e strisce tra pittura, fotografia, video, scultura e installazioni, ma anche il dibattito interno al Paese in un periodo di ascesa e sviluppo.

"Gli Stati Uniti d’America- dice Vincenzo de Bellis- rappresentano un complesso meltin’ pot di culture, tradizioni e identità diverse:uno dei prototipi storici della democrazia contemporanea che ancora oggi più che mai racchiude in sé profonde contraddizioni sociali, razziali, di genere. L’arte ci permette di poter raccontare le stratificazioni di una società tanto complessa. Ed è questo che si prefigge di fare la mostra American Art 1961-2001, concepita come un racconto attraverso le molteplici espressioni artistiche degli USA. Questa narrazione si avvale delle straordinarie opere provenienti dal Walker Art Center di Minneapolis, che accoglie una delle più singolari e importanti collezioni museali degli Stati Uniti e del mondo."

La mostra rappresenta un importante momento di svolta per Palazzo Strozzi di Firenze dopo la lunga chiusura imposta dal Covid-19 e in generale per i luoghi della cultura italiani colpiti al cuore dalle restrizioni. E ricordati dall’artista JR nell’opera “La Ferita” (“The Wound”) che ancora lacera la facciata principale di Palazzo Strozzi.

"Dopo un anno difficile come il 2020, la mostra vuole dare un segnale di ripartenza- spiega Arturo Galasino- American Art 1961-2001 si pone come un grande evento culturale che celebra l’arte americana affrontando anche importanti temi come le lotte per i diritti civili e il ruolo della donna nell’arte: un progetto originale e suggestivo per una rinnovata riflessione sull’idea di “American Dream” grazie alle opere di artisti che ridefiniscono il ruolo e le possibilità dell’arte, anche come strumento per affrontare e mettere in luce questioni e contraddizioni che toccano la politica, la società e l’identità individuale, americane e non solo."

Da domani a Palazzo Strozzi di Firenze (28 maggio 2021) "American Art 1961-2001. Da Andy Warhol a Kara Walker" , in collaborazione con lo Walker Art Center di Minneapolis, resterà aperta fino al 29 agosto 2021. Ed è assolutamente da non perdere.

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

Mark Rothko (Markus Rothkowitz; Dvinsk, Lettonia 1903-New York 1970), No. 2, 1963, olio, acrilico, colla su tela,cm 203,8 x 175,6.Minneapolis, Walker Art Center.Dono Mark Rothko Foundation, Inc., 1985© 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko / ARS,New York

Mark Rothko (Markus Rothkowitz; Dvinsk, Lettonia 1903-New York 1970), No. 2, 1963, olio, acrilico, colla su tela,cm 203,8 x 175,6.Minneapolis, Walker Art Center.Dono Mark Rothko Foundation, Inc., 1985© 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher Rothko / ARS,New York

Louise Nevelson (Leah Berliawsky; Pereyaslav, Imperorusso 1899-New York 1988), Sky Cathedral Presence,1951-1964, legno, vernice, cm 310,5 x 508 x 60,6.Minneapolis, Walker Art Center.Dono Judy e Kenneth Dayton, 1969© Estate of Louise Nevelson

Louise Nevelson (Leah Berliawsky; Pereyaslav, Imperorusso 1899-New York 1988), Sky Cathedral Presence,1951-1964, legno, vernice, cm 310,5 x 508 x 60,6.Minneapolis, Walker Art Center.Dono Judy e Kenneth Dayton, 1969© Estate of Louise Nevelson

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

Robert Indiana (Robert Clark; New Castle, Indiana 1928-Vinalhaven, Maine 2018), The Green Diamond Eat TheRed Diamond Die, 1962, olio su tela, cm 215,9 x 215,9 ciascuno.Minneapolis, Walker Art Center.Dono T.B.Walker Foundation, 1963Robert Indiana, The Green Diamond Eat The RedDiamond Die© Robert Indiana By SIAE 2021

Robert Indiana (Robert Clark; New Castle, Indiana 1928-Vinalhaven, Maine 2018), The Green Diamond Eat TheRed Diamond Die, 1962, olio su tela, cm 215,9 x 215,9 ciascuno.Minneapolis, Walker Art Center.Dono T.B.Walker Foundation, 1963Robert Indiana, The Green Diamond Eat The RedDiamond Die© Robert Indiana By SIAE 2021

Roy Lichtenstein (New York 1923-1997), Artist's StudioNo. 1 (Look Mickey), 1973, olio, vernice Magna, sabbia sutela, cm 244,2 x 325,4.Minneapolis, Walker Art Center.Dono Judy e Kenneth Dayton e T.B. Walker Foundation,1981.© Estate of Roy Lichtenstein

Roy Lichtenstein (New York 1923-1997), Artist's StudioNo. 1 (Look Mickey), 1973, olio, vernice Magna, sabbia sutela, cm 244,2 x 325,4.Minneapolis, Walker Art Center.Dono Judy e Kenneth Dayton e T.B. Walker Foundation,1981.© Estate of Roy Lichtenstein

Claes Oldenburg (Stockholm 1929), Shoestring PotatoesSpilling from a Bag, 1966, tela, kapok, colore acrilico, cm 274,3 x 132,1 x 101,6.Minneapolis, Walker Art Center.Dono T.B. Walker Foundation, 1966.© 1966 Claes Oldenburg

Claes Oldenburg (Stockholm 1929), Shoestring PotatoesSpilling from a Bag, 1966, tela, kapok, colore acrilico, cm 274,3 x 132,1 x 101,6.Minneapolis, Walker Art Center.Dono T.B. Walker Foundation, 1966.© 1966 Claes Oldenburg

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

Frank Stella (Malden, Massachusetts 1936), Sketch Les Indes Galantes, 1962, olio su tela, cm 181,9 x 181,9.Minneapolis, Walker Art Center. Dono T.B. WalkerFoundation, 1964.© Frank Stella by SIAE 2021

Frank Stella (Malden, Massachusetts 1936), Sketch Les Indes Galantes, 1962, olio su tela, cm 181,9 x 181,9.Minneapolis, Walker Art Center. Dono T.B. WalkerFoundation, 1964.© Frank Stella by SIAE 2021

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

Felix Gonzalez-Torres (Guáimaro, Cuba 1957-Miami1996), “Untitled” (Last Light), 1993, lampadine, cavo elettrico, prese elettriche in plastica, interruttore dimmer, edizione: 14/24.Minneapolis, Walker Art Center. Dono Gilbert e Lila Silverman, Detroit, Michigan, 2003 Pubblicato da A.R.T. Press, Los Angeles e Andrea Rosen Gallery, New York Felix Gonzalez-Torres, “Untitled” (Last Light) © Felix Gonzalez-Torres. Courtesy of the Felix Gonzalez-Torres Foundation

Felix Gonzalez-Torres (Guáimaro, Cuba 1957-Miami1996), “Untitled” (Last Light), 1993, lampadine, cavo elettrico, prese elettriche in plastica, interruttore dimmer, edizione: 14/24.Minneapolis, Walker Art Center. Dono Gilbert e Lila Silverman, Detroit, Michigan, 2003 Pubblicato da A.R.T. Press, Los Angeles e Andrea Rosen Gallery, New York Felix Gonzalez-Torres, “Untitled” (Last Light) © Felix Gonzalez-Torres. Courtesy of the Felix Gonzalez-Torres Foundation

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

Sherrie Levine (Hazleton, Pennsylvania 1947), Fountain (after Marcel Duchamp: A.P.), 1991, bronzo, edizione: P.A. 1, edizione di 6, cm 36,8 x 36,2 x 63,5. Minneapolis, Walker Art Center. T.B. Walker Acquisition Fund, 1992. © Sherrie Levine. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

Sherrie Levine (Hazleton, Pennsylvania 1947), Fountain (after Marcel Duchamp: A.P.), 1991, bronzo, edizione: P.A. 1, edizione di 6, cm 36,8 x 36,2 x 63,5. Minneapolis, Walker Art Center. T.B. Walker Acquisition Fund, 1992. © Sherrie Levine. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

Catherine Opie (Sandusky, Ohio 1961), Norma & Eyenga, Minneapolis, Minnesota, 1998, stampa cromogenica, edizione: 1/5, cm 103,2 x 128,6 x 4,4.Minneapolis, Walker Art Center. Clinton and Della Walker Acquisition Fund, 1999. © Catherine Opie. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

Catherine Opie (Sandusky, Ohio 1961), Norma & Eyenga, Minneapolis, Minnesota, 1998, stampa cromogenica, edizione: 1/5, cm 103,2 x 128,6 x 4,4.Minneapolis, Walker Art Center. Clinton and Della Walker Acquisition Fund, 1999. © Catherine Opie. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

Gary Simmons (New York 1964), Us and Them, 1991, accappatoi in cotone ricamato, appendiabiti, ganci, edizione: 1/3, cm 121,9 x 66 x 1,3 ciascuno.Minneapolis, Walker Art Center. Dono anonimo, 2001. © Gary Simmons. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

Gary Simmons (New York 1964), Us and Them, 1991, accappatoi in cotone ricamato, appendiabiti, ganci, edizione: 1/3, cm 121,9 x 66 x 1,3 ciascuno.Minneapolis, Walker Art Center. Dono anonimo, 2001. © Gary Simmons. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

AMERICAN ART 1961-2001, Palazzo Strozzi, Firenze. Veduta delle sale.© photo Ela Bialkowska OKNO Studio

Kara Walker (Stockton, California 1969), Cut, 1998, carta ritagliata, cm 223,5 x 137,2. Minneapolis, Walker Art Center. Dono Donna MacMillan, 2013. © Kara Walker

Kara Walker (Stockton, California 1969), Cut, 1998, carta ritagliata, cm 223,5 x 137,2. Minneapolis, Walker Art Center. Dono Donna MacMillan, 2013. © Kara Walker

Cindy Sherman (Glen Ridge, New Jersey 1954), Untitled #92, 1981, stampa cromogenica a colori, edizione: P.A. 1/2 da una serie di 10, cm 61 x 121,9. Minneapolis, Walker Art Center. Art Center Acquisition Fund, 1982. © Cindy Sherman. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

Cindy Sherman (Glen Ridge, New Jersey 1954), Untitled #92, 1981, stampa cromogenica a colori, edizione: P.A. 1/2 da una serie di 10, cm 61 x 121,9. Minneapolis, Walker Art Center. Art Center Acquisition Fund, 1982. © Cindy Sherman. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

Kerry James Marshall (Birmingham, Alabama 1955) “BLACK POWER”, 1998, stampa in rilievo su carta, cm 65,1 x 101,6. Minneapolis, Walker Art Center. T.B.Walker Acquisition Fund, 1999 © Kerry James Marshall. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

Kerry James Marshall (Birmingham, Alabama 1955) “BLACK POWER”, 1998, stampa in rilievo su carta, cm 65,1 x 101,6. Minneapolis, Walker Art Center. T.B.Walker Acquisition Fund, 1999 © Kerry James Marshall. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis

Bruce Nauman (Fort Wayne, Indiana 1941), Art Make-Up, 1967-1968, pellicola da 16mm (colore, muto, sonoro) trasferita su video, 40’.Minneapolis, Walker Art Center. T.B. Walker Acquisition Fund, 2002. © Bruce Nauman by SIAE 2021

Bruce Nauman (Fort Wayne, Indiana 1941), Art Make-Up, 1967-1968, pellicola da 16mm (colore, muto, sonoro) trasferita su video, 40’.Minneapolis, Walker Art Center. T.B. Walker Acquisition Fund, 2002. © Bruce Nauman by SIAE 2021

Kerry James Marshall (Birmingham, Alabama 1955), Blind Ambition, 1990, acrilico, collage su tela, cm 218,8 x 142,2. Minneapolis, Walker Art Center. Dono RBC Wealth Management in onore di John Taft, 2016. © Kerry James Marshall. Courtesy of the artist and Jack Shainman Gallery, New York.

Kerry James Marshall (Birmingham, Alabama 1955), Blind Ambition, 1990, acrilico, collage su tela, cm 218,8 x 142,2. Minneapolis, Walker Art Center. Dono RBC Wealth Management in onore di John Taft, 2016. © Kerry James Marshall. Courtesy of the artist and Jack Shainman Gallery, New York.

Matthew Barney (San Francisco 1967), Cremaster 2: The Drones’ Exposition, 1999. Minneapolis, Walker Art Center. Collection Walker Art Center and San Francisco Museum of Modern Art, T.B. Walker Acquisition Fund, 2000. © 1999 Matthew Barney Production still: © 1999 Matthew Barney, Photo: Chris Winget, Courtesy Gladstone Gallery, New York and Brussels

Matthew Barney (San Francisco 1967), Cremaster 2: The Drones’ Exposition, 1999. Minneapolis, Walker Art Center. Collection Walker Art Center and San Francisco Museum of Modern Art, T.B. Walker Acquisition Fund, 2000. © 1999 Matthew Barney Production still: © 1999 Matthew Barney, Photo: Chris Winget, Courtesy Gladstone Gallery, New York and Brussels

La Ferita: Con l'anamorfosi JR apre allo sguardo (voyeristico) su Palazzo Strozzi di Firenze

La Ferita, JR. Photo by JR

La Ferita, JR. Photo by JR

E’ un gioco di specchi, dove l’anamorfosi e il bianco e nero, servono all’artista JR soprattutto ad amplificare lo straniamento. Qualcosa non torna. Palazzo Strozzi è vero ma immaginario, attuale ma vintage, è chiuso ma aperto. Servirebbe un’indagine in stile film giallo. Nell’attesa, l’architettura, l’arte, la fotografia e la Storia, si additano l’un’ l’altra per svelarci “La Ferita” (“The Wound”).

L’opera d’arte pubblica, monumentale eppure intima, che anima la facciata dello spazio espositivo più importante di Firenze per l’arte contemporanea, si chiama proprio così: “La Ferita”. Un titolo asciutto e minimale me non meno doloroso.

Il direttore del museo e della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galasino, commenta con cauto ottimismo: "La nuova opera di JR rappresenta un segnale forte di riflessione sulle difficili condizioni di accesso alla cultura nell’epoca del Covid-19 ma allo stesso tempo un’occasione per un nuovo coinvolgimento del pubblico all’insegna di valori come libertà, immaginazione creativa e partecipazione. Nell’attuale difficoltà di offrire occasioni di fruizione dell’arte in spazi tradizionali, la scelta di creare un’opera visibile a chiunque sulla facciata di Palazzo Strozzi diviene un invito a ritrovare un rapporto diretto con l’arte e una sollecitazione per nuove forme di condivisione e partecipazione."

L’opera di JR però non lo segue nella teoria del bicchiere mezzo pieno, è inquietante e dolente, nel suo essere spettacolare.

Per crearla, l’attento artista parigino, ha sperimentato contaminazioni inattese e inesplorate con la Storia dell’Arte: “Con riferimenti- spiega il materiale che accompagna l'evento- che spaziano dal Rinascimento all’epoca moderna, come e soprattutto al rovinismo, tendenza diffusa soprattutto nel Settecento in cui le rovine di antichi edifici vengono presentate come testimonianze di un passato glorioso in una drammatica riflessione sul destino dell’Uomo."

Fa anche pensare ad una foto bellica o a un catalogo d’annata. JR, usa sempre il bianco e nero, lo applica all’attualità con fiducia, in genere, per il suo saper essere vagamente celebrativo e denso di chiaroscuri (sia metaforici che reali), ma in questa installazione lascia che perda freschezza, giocosità, diventando quasi citazionista, consapevolmente vischioso.

L’installazione, poi, monumentale nel miglior stile JR, ha un lato voyerista: "La facciata- continua a spiegare il materiale- si trasforma dunque in un inedito trompe l’œil, un riferimento alle prospettive architettoniche, le rappresentazioni pittoriche illusive che dal Cinquecento, applicando sulle pareti gli studi prospettici, hanno consentito la figurazione di una profondità che oltrepassa la struttura muraria".

“La Ferita”, alta 28metri e larga 33, realizzata con un collage fotografico, va osservata da una ben precisa angolazione perchè l’anamorfosi compia il suo miracolo e tutti gli ambienti riprodotti si svelino davanti ai nostri occhi.

L’iniziativa è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Andy Bianchedi in memoria di Hillary Merkus Recordati (sostenitori Fondazione Palazzo Strozzi: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, Intesa Sanpaolo. Con il patrocinio dell'Institut français Firenze. Si ringrazia Galleria Continua per la collaborazione al progetto).

Insieme all'opera, Palazzo Strozzi ha disegnato anche un programma di appuntamenti online rivolti a tutto il pubblico (famiglie, scuole, adulti) per conoscere il lavoro dell’artista francese e interagire a distanza con l’installazione. In attesa di poterlo fare dal vivo.

La Ferita” di JR rimarrà a Palazzo Strozzi fino al 22 agosto 2021. Nell’attesa di poterla andare ad ammirare da Piazza degli Strozzi a Firenze, è possibile seguire l’account instagram dell’artista e quello del museo per vedere qualche immagine in più dell’opera.

La Ferita, JR. Photo by JR (particolare)

La Ferita, JR. Photo by JR (particolare)

La Ferita, JR. Photo by JR (particolare)

La Ferita, JR. Photo by JR (particolare)

Arturo Galasino e JR davanti a Palazzo Strozzi © photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

Arturo Galasino e JR davanti a Palazzo Strozzi © photo Ela Bialkowska, OKNOstudio