Le incredibili sculture metalliche di Junko Mori forgiate a mano una spina dopo l’altra

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Talvolta grandi, altre minuscole e preziose, le sculture dell’artista giapponese Junko Mori sono fatte di metallo secondo un procedimento tanto semplice quanto incredibile visti i risultati che la Mori riesce a raggiungere. L’artista, infatti, lavora a mano ogni piccola parte di quella che diventerà la sua opera (spina a spina, foglia foglia, petalo a petalo) per poi ricomporre i pezzi come si trattasse di un puzzle tridimensionale.

Usa semplicemente attrezzi manuali come un martellino e una piccola fiamma ossidrica.

I soggetti di Junko Mori sono un inno all’hanami (l’arte giapponese di osservare i fiori e la natura in genere): bacelli di semi, fiori, piante grasse, persino composizioni ma anche coralli e anemoni marini. Riprodotti in maniera realistica ma al tempo stesso sublimati in un disegno che porta in luce la bellezza profonda di ogni cosa.

Nessuna delle mie opere è pianificata individualmente- spiega Junko Mori- ma diventa completamente formata all'interno del processo di creazione e riflessione. Ripetendo piccoli incidenti, come la mutazione delle cellule, l'accumulo finale di unità emerge nel processo di evoluzione. La bellezza incontrollabile [della natura] è il cuore del mio lavoro. "

L’artista usa diversi metalli per realizzare le sue sculture ma quelli che ricorrono più spesso sono acciaio e argento. Prima di affrontare la realizzazione vera e propria di un’opera ha l’abitudine di raccogliere e seccare fiori e foglie per poterli osservare più a lungo.

Originaria di Yokoama Junko Mori è rappresentata dalla galleria Adrian Sasson di Londra. Le sue opere sono conservate in diversi musei tra cui il British Museum, l’ Honolulu Museum of Art, e il Victoria and Albert Museum,

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Nasce Scribit il robot disegnatore per rifare il look di casa tutti i giorni

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Ad inventarlo è stato l’architetto torinese Carlo Ratti, Scribit è un robot disegnatore. E’ piccolo, circolare, si appende a parte con due chiodi, si collega alla presa di corrente e via: Scribit disegna o scrive qualsiasi cosa. E, appena gli si chiede di farlo, cancella tutto e ricomincia da capo.

Continua a collezionare progetti innovativi e destinati al successo Carlo Ratti. Dopo Nino robotic, il bartender automatico in grado di preparare “Quasi drink in pochi secondi’ è la volta di Scribit. E se il primo è costoso, pesante, destinato a un mercato professionale insomma, il secondo si rivolge praticamente a chiunque. 

Per disegnare il piccolo robot usa quattro pennarelli ad inchiostro rimovibile che si possono trovare facilmente in commercio. In teoria può lavorare su qualsiasi superficie verticale, anche se le migliori prestazioni le raggiunge su muri, vetri e plastica. Il repertorio di immagini che riproduce, invece, è pressochè infinito: il menù di un ristorante, una frase di benvenuto nell’ingresso di casa, disegni di ogni tipo e persino opere d’arte. Scribit traccia velocemente tutto quello che si trova su internet (ma anche progetti elaborati al computer dal proprietario).

Scribit è stato presentato da Carlo Ratti al Milan Design Week di quest’anno ed è attualmente in fase di crowdfunding su Kickstarter. Dovrebbe essere in commercio entro la fine del 2018. (via Colossal)

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Nino Robotic, il bartender robot di Calo Ratti

Nino Robotic, il bartender robot di Calo Ratti

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Come sfingi congelate nel tempo i maestri dell’artigianato del fotografo Franck Bohbot

Franck Bohbot, Cecile Kretschmar, Mask Creator, Paris, France, 2018

Franck Bohbot, Cecile Kretschmar, Mask Creator, Paris, France, 2018

Non guardano quasi mai l’obbiettivo gli artigiani francesi ritratti dal fotografo e film maker francese Franck Bohbot. Calati in un’atmosfera irreale in cui delle luci intense e teatrali rompono la penombra degli studi in cui sono al lavoro. Sembrano figure sospese nel tempo. Personaggi di un racconto che non ci è stato raccontato.

Nella sua ultima serie ‘Masters of Craft’, commissionata dall’Institut National des Métiers d'Art, Franck Bohbot usa la sua esperienza nel campo del teatro e del cinema per allontanare le sue immagini dal filone documentario. Nelle fotografie non c’è il più o meno freddo racconto di un fatto, ne il compiacimento di un ritratto fine a se stesso ma un senso di sospensione carico di mistero.

Del resto Franck Bohbot, francese di nascita e newyorkese d’adozione, ha uno stile ben consolidato di cui il racconto è una componente essenziale (anche se sublimata) come spiega lo stesso sito web di Bohbot: “Anche se nel 2008 ha iniziato a dedicarsi completamente alla fotografia (…), le influenze formali ed estetiche della forma cinematografica continuano, senza sorprese, ad essere alla base del suo lavoro attuale. La fotografia di Bohbot abita uno spazio tra realtà e fantasia, documentando e narrando, ogni fotogramma - per prendere a prestito una frase di Nan Goldin - è come il distillato di un film inesistente.” 

Per vedere altri suggestivi scatti di Franck Bohbot, oltre al sito internet del fotografo, ci sono l’account Behance e quello Instagram.

Hubert Haberbusch, Car-body maker, Strasbourg, France, 2018

Hubert Haberbusch, Car-body maker, Strasbourg, France, 2018

Valerie Tanfin, feather worker, Toulouse, France, 2018

Valerie Tanfin, feather worker, Toulouse, France, 2018

Isaak Rensing, Car-body maker, Strasbourg, France, 2018

Isaak Rensing, Car-body maker, Strasbourg, France, 2018

David Rosenblum & Lisa Vanbach, Atelier Bettenfeld-Rosenblum. Master Craftsman Gilder and Art Restorer, Pantin, France 2018

David Rosenblum & Lisa Vanbach, Atelier Bettenfeld-Rosenblum. Master Craftsman Gilder and Art Restorer, Pantin, France 2018

Hugo Canivenc, Master frame maker and designer, Paris, France, 2018

Hugo Canivenc, Master frame maker and designer, Paris, France, 2018

Christophe Bret, Saint-Bonnet-sur-Gironde, France, 2018

Christophe Bret, Saint-Bonnet-sur-Gironde, France, 2018

Sophie Dalla Rosa, Knitter, Paris, France, 2018

Sophie Dalla Rosa, Knitter, Paris, France, 2018