La magica installazione di Hidemi Nishida che ha fatto galleggiare decine di sedie su un lago giapponese

All photo by Hidemi Nishida

All photo by Hidemi Nishida

L’installazione dell’architetto ed artista giapponese Hidemi Nishida ‘Fragile Chairs’ è semplice e magica. Si tratta solo di sedie, in fondo. Ma messe così, a galleggiare sul lago di Poroto nell’isola di Hokkaido, fanno tutto un altro effetto. Come se ne stessero lì, pronte a far riposare gli spiriti.

Il lavoro di Hidemi Nishida si può inserire nel solco della land art nonostante la forte connotazione poetica e surreale. In genere usa oggetti d’uso quotidiano, così come sono, o modificati quel tanto che basta per cambiare la percezione dello spazio nell’osservatore.
Sono interventi minimali i suoi, ma carichi di suggestioni. E’ il caso dell’installazione ‘Fragile Chairs’ e di tutta la serie ‘Fragile’ di cui fa parte.

“L’emergere silenzioso delle seggiole dall’acqua- scrive Nishida sul suo sito web- implica l’esistenza di un campo che gli uomini non possono veramente raggiungere. L’installazione in qualche modo visualizza come una distanza tra l’invisibile e il nostro spazio ordinario, riuscendo a creare una connessione tra questi due piani”.

‘Fragile Chairs’ ci parla anche delle contrastanti percezioni che gruppi di persone con motivazioni diverse hanno delle stesso luogo. O di come questo stesso spazio viene letto nel corso del tempo.

Il lago di Poroto, infatti, è una meta turistica ma è anche considerato un santuario dall’antico popolo indigeno degli ‘ainu’ che tutt’oggi vive nell’estremo nord del Giappone.
La tradizione animista degli ainu poi, e il loro profondo legame con la natura, non è certo estranea alla poetica di ‘Fragile Chairs’.

Hidemi Nishida vive tra Tokio e la Norvegia. Per vedere altre sue poetiche installazioni ci sono il suo sito internet e l’account Facebook. (via Designboom)

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Urs Fischer turba Firenze con due sculturone di cera multicolore munite di stoppino e un botto in Piazza della Signoria

Urs Fischer, Big Clay #4 2013-2014 Kindly loaned by the Foundation for Contemporary Art “Victoria – The Art of Being Contemporary” Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Big Clay #4 2013-2014 Kindly loaned by the Foundation for Contemporary Art “Victoria – The Art of Being Contemporary” Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Ci sono due ritratti iperrealisti in cera con tanto di stoppino, destinati a sciogliersi alla fine della mostra e un gigantesco monumento astratto in metallo alla creatività. 'In Florence' (a cura di Francesco Bonami) è un grande evento di arte pubblica firmato da Urs Fischer, che dopo Jeff Koons e Jan Fabre ha occupato Piazza della Signoria con delle opere che fanno discutere. Ma non solo, perché stavolta hanno fatto anche il botto.

Le polemiche ci sono sempre, fanno parte del battage pubblicitario di un grande evento. E il tris di sculture monumentali “Urs Firscher in Florence” in Piazza della Signoria non poteva essere da meno. Ma stavolta qualcosa è andato storto davvero e c’è mancato poco che il gioioso chiacchiericcio di una grande mostra pubblica non si trasformasse in tragedia, quando il corposo ritratto di cera dell’antiquario (ed ideatore dell’iniziativa) Fabrizio Moretti è caduto e si è rotto.
Per fortuna non è successo nulla, a parte il fatto che i visitatori della mostra del famoso artista svizzero (residente a New York) Urs Fischer, potranno vedere ben poco del trio di opere che avrebbero dovuto costituire l’evento.

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Urs Fischer, Fabrizio e Francesco (particolare) 2017 Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E (in primo piano l'opera che è andata distrutta)

Urs Fischer, Fabrizio e Francesco (particolare) 2017 Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E (in primo piano l'opera che è andata distrutta)

Urs Fischer in Florence’ si componeva della monumentale scultura metallica ‘Big Clay #4(posizionata direttamente sulla piazza) e dei due ritratti in cera a grandezza naturale ‘2 Tuscan Men(sull‘Arengario di Palazzo Vecchio). Dedicati a Fabrizio Moretti ('Fabrizio') e al curatore della mostra Francesco Bonami ('Francesco', che l‘artista ha rappresentato in piedi su un frigorifero pieno, con uno smartphone in mano). Dei quali, come già detto, sopravvive solo quello di Bonami. Che è stato rimosso “temporaneamente” per dei controlli.

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Urs Fischer, Fabrizio e Francesco 2017 Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Fabrizio e Francesco 2017 Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Due ritratti che attraverso la consumazione della cera diventeranno corpi astratti- si legge sul sito dell’associazione promotrice dell’evento Mu.se - La scelta dei due personaggi nasce da uno studio della loro fisionomia compiuto dall’artista nel corso dei vari incontri avuti con loro per la preparazione di questo progetto; c’è sempre, infatti, nel lavoro di Fischer un elemento biografico filtrato attraverso una riflessione formale ed estetica. Le due figure resteranno esposte per circa un mese, fino al completo scioglimento.”

Urs Fischer, Big Clay #4 2013-2014 Kindly loaned by the Foundation for Contemporary Art “Victoria – The Art of Being Contemporary” Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E (l'opera completamente in alluminio è alta 12 metri)

Urs Fischer, Big Clay #4 2013-2014 Kindly loaned by the Foundation for Contemporary Art “Victoria – The Art of Being Contemporary” Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E (l'opera completamente in alluminio è alta 12 metri)

La gigantesca ‘Big Clay #4’ invece, in alluminio e alta ben 12 metri, non si può definire un’opera effimera. “E’soltanto apparentemente monumentale- dice Francesco Bonami- In realtà è un monumento alla semplicità e alla primordialità del gesto umano che plasma la forma. Uno sguardo più approfondito della superficie di alluminio dell’opera scoprirà le impronte digitali delle dita dell’artista. La scultura infatti è l’ingrandimento di piccoli pezzi di creta modellati dall’artista nel suo studio. Un monumento alla manualità e all’azione creativa più semplice e quotidiana”.

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Urs Fischer, Fabrizio, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E(la scultura andata distrutta è il ritratto dell'antiquario Fabrizio Moretti)

Urs Fischer, Fabrizio, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E(la scultura andata distrutta è il ritratto dell'antiquario Fabrizio Moretti)

Sarà possibile visitare “Urs Fischer in Florence” fino al 21 di gennaio 2018, un po’ intristiti perché si vedrà una mostra ridotta, ma rincuorati dal fatto che le casse pubbliche non perderanno neanche un euro per l’incidente dei giorni scorsi. Visto che il ritratto andato distrutto, per quanto destinato a sciogliersi, era rigorosamente assicurato. (via Firenze.Repubblica, La Nazione-Firenze)

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Urs Fischer, Francesco, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E (l'opera è il ritratto del critico Francesco Bonami e attualmente è stata ritirata per sicurezzza. La misura sarà solo temporanea)

Urs Fischer, Francesco, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E (l'opera è il ritratto del critico Francesco Bonami e attualmente è stata ritirata per sicurezzza. La misura sarà solo temporanea)

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Urs Fischer, Fabrizio e Francesco 2017 Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E (in primo piano l'opera che è stata temporaneamente rimossa)

Urs Fischer, Fabrizio e Francesco 2017 Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E (in primo piano l'opera che è stata temporaneamente rimossa)

Urs Fischer, Francesco, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Francesco, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Francesco, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Francesco, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Big Clay #4 (particolare) 2013-2014 Kindly loaned by the Foundation for Contemporary Art “Victoria – The Art of Being Contemporary” Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Big Clay #4 (particolare) 2013-2014 Kindly loaned by the Foundation for Contemporary Art “Victoria – The Art of Being Contemporary” Courtesy of the Artist Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Francesco, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Urs Fischer, Francesco, 2017, Courtesy of the Artist, Photo by Mattia Marasco / MUS.E

Il candore delle cave di Carrara che nella fotografia aerea di Bernhard Lang si fa Astrattismo

all photos © bernhard lang

all photos © bernhard lang

La serie “Carrara Marble” del fotografo tedesco Bernhard Lang (di cui ho parlato qui e qui) sembra un susseguirsi di rappresentazioni astratte tono su tono. Molto raffinate, molto pittoriche, persino materiche.
In realtà, invece, si tratta di fotografie aeree delle cave di marmo di Carrara sulle Alpi Apuane.

Bernhard Lang, che nelle sue immagini mixa estetica e temi sociali, ha già riletto il paesaggio italiano nella serie “Adria” (sul litorale Adriatico). In “Carrara Marble” ha lavorato con la tavolozza composta quasi esclusivamente di toni del crema e del bianco, riuscendo comunque ad arrivare a delle immagini convincenti.

Perfarlo, Lang, senza abbandonare la fotografia aerea che è un po’ il suo marchio di fabbrica, ha dovuto cambiare spesso l’angolazione delle inquadrature.

“L’eccezionale qualità di questo marmo bianco è nota sin dai tempi dei romani- spiega Bernhard Lang- quando l’impero romano già lo usava per la costruzione dei suoi più prestigiosi monumenti e sculture. Il nobile marmo di Carrara è stato valorizzato da da vari artisti e maestritra i quali Michelangelo, Da Vinci, Bernini e Rodin. Le cave di Carrara hanno prodotto più marmo di ogni altro posto sulla terra. Lavorare nelle cave è stato pericoloso e continua ad esserlo ai giorni nostri”.

Del tutto priva di pericoli non è neppure la tecnica di Bernhard Lang, che per catturare i suoi scatti si sporge da piccoli aerei macchina fotografica alla mano.

Per vedere qualche foto in più di “Carrara Marble” o dare un’occhiata ad altre serie scattate dal fotografo con sede a Monaco, si può consultare il suo sito internet o seguire Bernhard Lang sui suoi account Instagram e Behance.

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