Per comperare il cagnolino di Jeff Koons andato in frantumi c'è già la fila

Durante il fine settimana una piccola scultura del famosissimo artista statunitense Jeff Koons è andata in frantumi a Miami (Florida). Per aggiudicarsi i pezzi si sono già candidati in molti.

L’opera faceva parte delle serie Editions, nate per soddisfare la richiesta del piccolo (si fa per dire) collezionismo, e riproponeva in scala ridotta l’iconico “Balloon Dog di Koons. A differenza dell’originale versione oversize (tra il 1994-2000), però, la scultura distrutta nello stand delle Bel-Air Fine Art Galleries della fiera Art Wynwood di Miami, è stata realizzata di recente in ben 799 pezzi. E il prezzo di ognuno, anzichè avvicinarsi ai 58 milioni del “Balloon Dog (Orange)” venduto da Christie's nel 2013, si aggira intorno ai 42mila dollari.

Per quanto i media di tutto il mondo abbiano diffuso la notizia che a rompere l’opera sia stata una donna che la toccava insistentemente, incapace di capire se si fosse trovata di fronte un palloncino o una sua rappresentazione, il gallerista Cédric Boero (direttore distrettuale di Bel-Air Fine Art, che gestiva lo stand ad Art Wynwood), raggiunto da Cnn, ha negato. La verità sarebbe molto più prevedibile e prosaica. Il piedistallo del Ballon Dog di Koons, sarebbe stato colpito inavvertitamente. Un incidente. Nient’altro.

C’è da dire che, rispetto alle grandi opere riflettenti che hanno contribuito a rendere planetaria la fama di Koons, il piccolo "Balloon Dog (Blue)" che era esposto nello spazio delle Bel-Air Fine Art Galleries, non aveva dalla sua la forza del materiale. Se le sculture di cagnoni degli anni ‘90, infatti, sono fatte di solido acciaio, la recente serie di cuccioli, è stata realizzata con tecniche artigianali in porcellana di Limoges. dallo storico marchio francese Bernardaud ed è delicata per definizione.

Ad ogni modo, l’incidente sarà coperto dall’assicurazione. In attesa dei cui periti i frammenti sono stati posti in una scatola.

Va anche aggiunto che non tutto il male è venuto per nuocere. Infatti, numerosi osservatori hanno segnalato l’aumentato flusso di pubblico alla Art Wynwood dopo la notizia dell’accaduto (un po’ com’era successo tempo fa, quando la banana appesa col nastro adesivo da Maurizio Cattelan all’Art Basel di Miami, era diventata virale).

Senza contare che i frantumi del "Balloon Dog (Blue)" in porcellana sarebbero già stati richiesti da diversi collezionisti. Lo fa sapere sempre Boero. Anche se, in questo caso, assicurazione permettendo, l’ultima parola spetterebbe a Jeff Koons (se l’opera di un artista contemporaneo viene danneggiata quest’ultimo può decidere di disconoscerne la paternità).

La serie Celebration, di cui i “Balloon Dog” fanno parte, è dedicata ai simboli di felicità famigliare negli Stati Uniti (e per estensione in tutto l’Occidente). Come, appunto, i palloncini annodati a rappresentare un bassotto da parte di un clown durante una festicciola di bambini.

Adriano Pedrosa curerà la Biennale Arte di Venezia 2024

Al curatore brasiliano Adriano Pedrosa è stata affidata la guida della prossima edizione dell’Esposzione Internazionale d’Arte. La sessantesima Biennale di Venezia. Pedrosa ne sarà il primo curatore latino-americano e iinsieme il primo a provenire dall’emisfero sud del Pianeta.

Nato a Rio de Janeiro 57 anni fa, Pedrosa non è uno sconosciuto. Già premiato dal prestigioso Central for Curatorial Studies del Bard College di New York, E’ il Direttore Artistico del Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand (MASP). Dove è stato lodato da tutti gli osservatori per il modo radicale in cui ha riallestito il materiale delle collezioni ma anche per le mostre temporanee focalizzate su forme d'arte popolari e vernacolari. D’altra parte Pedrosa è noto sia per per importanti studi monografici su artisti brasiliani che  per  aver  curato importanti  manifestazioni  artistiche internazionali come, per  esempio, la Biennale di San Paolo, quella di Istambul (come  co-curatore) e il Padiglione  di  San Paolo alla Biennale di Shanghai. Un curriculum che giustifica ampiamente la dichiarazione del Presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto:

La scelta di Adriano Pedrosa come curatore della 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia è il frutto di un processo partito dall’esperienza maturata con il lavoro fatto da Cecilia Alemani (...)Pedrosa, stimato curatore e direttore dell’importante Museo de Arte de São Paulo in Brasile (realizzato dall’architetta italiana Lina Bo Bardi), è conosciuto per competenza e originalità nel concepire le sue mostre con occhio attento alla contemporaneità, muovendosi da un punto di osservazione del mondo che non può prescindere dalla natura del proprio luogo di appartenenza (...)"

Adriano Pedrosa ha, invece, detto:

Sono onorato e riconoscente per questo prestigioso incarico, soprattutto come primo latino-americano a curare l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, e di fatto il primo a risiedere nell'emisfero sud del mondo (…)”.

La 60esima Esposizione Internazionale d’Arte- la Biennale di Venezia verrà aperta al pubblico il 20 aprile 2024 e si concluderà il successivo 24 novembre.

Va all’asta il primo campione di polvere lunare raccolto da Neil Armstrong. La vendita è frutto di un’incredibile serie di eventi

La borsa che conteneva il campione di polvere lunare. Image Courtesy of Bonhams

Il mese prossimo la casa d’aste Bonham metterà in vendita il primo campione di polvere lunare raccolto dall’astronauta statunitense Neil Armstrong, durante la sua celebre passeggiata nello spazio, tramessa in mondovisione nell’estate del ’69. Il reperto, oltre a rendere possibili ulteriori scoperte sulle caratteristiche del suolo lunare con l’evolversi della tecnologia (come testimonia questa recente notizia), ha una grande importanza storica. La Nasa, infatti, era fermamente contraria alla vendita ad un privato della polvere lunare raccolta dalla missione Apollo 11, che riteneva materiale per un museo.

E proprio per questo motivo la casa d’aste sta pubblicizzando l’evento come irripetibile e l’oggetto come: "l'unico campione Apollo che può essere venduto legalmente".

In effetti, le circostanze che hanno portato sul mercato il campione si suolo lunare raccolto durante la missione Apollo 11, sono talmente particolari da escludere che si possano verificare una seconda volta. D’altra parte i reperti vennero considerati cruciali fin dal principio tanto da spingere l’agenzia spaziale a pronunciare la frase: “Prima salvate le rocce lunari. Abbiamo solo una scatola di pietre. Mentre abbiamo un sacco di astronauti" (riportata n seguito da Mike Mallory, un membro della squadra di recupero dell'Apollo 11).

Tuttavia la sacca con il materiale a un certo punto sparì dai magazzini della Nasa. Fino a quando nel 2002 non si scoprì che l’aveva rubata Max Ary, ex direttore e presidente del museo spaziale Cosmosphere di Hutchinson in Kansas. Ary, venne condannato per riciclaggio di denaro, frode e furto, e la borsa diventò proprietà del governo. Che la mise all’incanto senza nemmeno sapere cosa contenesse. Così, nel 2015, l’avvocato, Nancy Lee Carlson, la comprerà per 995 dollari, attirata dalla descrizione: “Borsa gonfia con cerniera per il ritorno dei campioni lunari con polvere lunare”. Dopo essersela aggiudicata, Carlson, vuole saperne di più e la spedisce al Johnson Space Center di Houston (in Texas). Dove ne analizzano il contenuto e si rifiutano di restituirgliela: "questo manufatto, crediamo, appartenga al popolo americano e dovrebbe essere esposto al pubblico". Carlson fa causa allo Space Center e il giudice, comprensibilmente, le da ragione. Questo le frutterà oltre 1 milione e 800 mila dollari (oltre 1 milione e 600 mila euro al cambio attuale), quando il campione andrà all’asta da Sotheby’s per la prima volta nel 2017.

Il 13 aprile 2022 il campione torna all’asta per la seconda volta ed è stimato tra gli 800 mila e il milione e 200 mila dollari. Cifra più modesta di quella pagata la prima volta ma che potrebbe crescere se la vendita avrà successo. L’asta si chiama “Space History Featuring the First Lunar Sample” e oltre alla polvere lunare presenterà altri lotti come un frammento di alluminio originale dello Sputnik 1. (via Artnet)

Image Courtesy of Bonhams

Image Courtesy of Bonhams