La ‘Midnight Stop’ di Elsa Bleda nel paesaggio desolante e misterioso di una stazione di servizio.

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Nella sua ultima serie di immagini, ‘Midnight Stop’ la fotografa sudafricana Elsa Bleda (ho già parlato di lei qui), ci racconta una sosta ad una stazione di servizio nel cuore della notte. 

In realtà non succede niente. Ma si percepisce che da quel momento in avanti tutto potrebbe succedere. Ed è proprio questa quiete inquieta ed inquietante. Questo momento di sospensione in una narrazione che non ci è dato conoscere, ma che rimane sottintesa, a dare corpo alle altrimenti rarefatte fotografie della Bleda.

In ‘Midnight Stop’ , Elsa Bleda cattura il paesaggio notturno di una sperduta stazione di servizio dopo un acquazzone estivo. Nell’aria c’è foschia, le onnipresenti luci al neon si riflettono nelle pozzanghere con i loro toni invadenti e innaturali. In lontananza, le finestre illuminate del locale ci fanno immaginare che all’interno qualcuno possa aver trovato riparo ma allo sguardo tutto è deserto. In uno scatto si intravedono i fari di un camion.

Ce n’è abbastanza per dare l’avvio a un film basato su libro di Stephen King.

Non so se hai mai scoperto una città nebbiosa dall'aspetto deserto a mezzanotte- ha commentato Elsa Bleda- mentre viaggiavi da solo, senza una meta, sentendo solo il fischio di un treno ogni tanto in lontananza, ma è la sensazione più incredibile. Sono stato rapita da questa stazione di servizio e da come stava splendendo nel mezzo di questo luogo buio e silenzioso, come un portale che si era appena aperto.”

Le fotografie che compongono ‘Midnight Stop’ sono state catturate in una piccola città nella provincia sudafricana di KwaZulu-Natal lo scorso agosto. Per vedere altre immagini scattate da Elsa Bleda, oltre al sempre aggiornato spazio Behance, ci sono i suoi account Flick e Instagram.

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Dieci anni di esplorazioni del Monte Everest in soli 2 minuti di video time-lapse

Fotografo e fimmaker, Elia Saikaly, è soprattutto un avventuriero. Ha scalato il leggendario Monte Everest ben sette volte e in due occasioni è riuscito a raggiungere la cima più alta della catena himalayana. E’ sopravvissuto a più d’una valanga, ad un terremoto, e a altri eventi fortuiti che avrebbero potuto essergli fatali. Nel suo ultimo cortometraggio (appena due minuti e mezzo titoli compresi) c’è un po’ di tutto questo, visto che le immagini sono un condensato di dieci anni di scalate del Monte Everest. Anche se, Saikaly, ha preferito concentrare l’attenzione sui colpi di luce all’interno delle minuscole tende arancioni, piantate saldamente a terra per permettere di sopravvivere alle gelide notti himalayane, sulla luminosità strabiliante delle stelle. Senza dimenticare l’inaspettato e veloce depositarsi della coltre nevosa sulle vette del monte. Nel mini-film non compaiono persone o animali e non ci sono dialoghi, solo la stupefacente bellezza di una natura aspra e grandiosa. Il video è girato in time-lapse. Per saperne di più sulla realizzazione di questo corto o sulle avventure di Elia Saikaly ci sono il suo blog l’account instagram. (via Colossal)

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Come sfingi congelate nel tempo i maestri dell’artigianato del fotografo Franck Bohbot

Franck Bohbot, Cecile Kretschmar, Mask Creator, Paris, France, 2018

Franck Bohbot, Cecile Kretschmar, Mask Creator, Paris, France, 2018

Non guardano quasi mai l’obbiettivo gli artigiani francesi ritratti dal fotografo e film maker francese Franck Bohbot. Calati in un’atmosfera irreale in cui delle luci intense e teatrali rompono la penombra degli studi in cui sono al lavoro. Sembrano figure sospese nel tempo. Personaggi di un racconto che non ci è stato raccontato.

Nella sua ultima serie ‘Masters of Craft’, commissionata dall’Institut National des Métiers d'Art, Franck Bohbot usa la sua esperienza nel campo del teatro e del cinema per allontanare le sue immagini dal filone documentario. Nelle fotografie non c’è il più o meno freddo racconto di un fatto, ne il compiacimento di un ritratto fine a se stesso ma un senso di sospensione carico di mistero.

Del resto Franck Bohbot, francese di nascita e newyorkese d’adozione, ha uno stile ben consolidato di cui il racconto è una componente essenziale (anche se sublimata) come spiega lo stesso sito web di Bohbot: “Anche se nel 2008 ha iniziato a dedicarsi completamente alla fotografia (…), le influenze formali ed estetiche della forma cinematografica continuano, senza sorprese, ad essere alla base del suo lavoro attuale. La fotografia di Bohbot abita uno spazio tra realtà e fantasia, documentando e narrando, ogni fotogramma - per prendere a prestito una frase di Nan Goldin - è come il distillato di un film inesistente.” 

Per vedere altri suggestivi scatti di Franck Bohbot, oltre al sito internet del fotografo, ci sono l’account Behance e quello Instagram.

Hubert Haberbusch, Car-body maker, Strasbourg, France, 2018

Hubert Haberbusch, Car-body maker, Strasbourg, France, 2018

Valerie Tanfin, feather worker, Toulouse, France, 2018

Valerie Tanfin, feather worker, Toulouse, France, 2018

Isaak Rensing, Car-body maker, Strasbourg, France, 2018

Isaak Rensing, Car-body maker, Strasbourg, France, 2018

David Rosenblum & Lisa Vanbach, Atelier Bettenfeld-Rosenblum. Master Craftsman Gilder and Art Restorer, Pantin, France 2018

David Rosenblum & Lisa Vanbach, Atelier Bettenfeld-Rosenblum. Master Craftsman Gilder and Art Restorer, Pantin, France 2018

Hugo Canivenc, Master frame maker and designer, Paris, France, 2018

Hugo Canivenc, Master frame maker and designer, Paris, France, 2018

Christophe Bret, Saint-Bonnet-sur-Gironde, France, 2018

Christophe Bret, Saint-Bonnet-sur-Gironde, France, 2018

Sophie Dalla Rosa, Knitter, Paris, France, 2018

Sophie Dalla Rosa, Knitter, Paris, France, 2018