Lo strano mondo dell’E\V Nautilus che filma meduse fuoco d’artificio, calamari con occhi da giocattolo e polipi vampiro

L’equipe di ricercatori dell’E\V Nautilus ne vede delle belle. Sul fondo degli oceani ci sono creature che sembrano disegnate dalla Pixar se non da Walt Disney in persona. E gli scienziati americani le filmano tutte con le più moderne tecnologie. 

E‘ il caso della bellissima medusa Halitrephes Maasi che quando si muove sembra un’esplosione di fuochi d’artificio (a suggerire quest’idea sono ad un tempo la forma e i colori vibranti). I ricercatori dell’ E\V Nautilus hanno avvistato questo invertebrato poco conosciuto a più di mille duecento metri sotto il livello del mare nell'Arcipelago di Revillagigedo al largo della Baia California, in Messico.

"I canali radiali che portano i nutrienti nella campana della medusa formano un motivo a stella che riflette le luci del ROV Hercules (veicolo a comando remoto utilizzato per le riprese ndr) con chiari spruzzi di giallo e rosa", spiega il team del Nautilus. "Ma senza le nostre luci questa gelatinosa bellezza scivolerebbe invisibile nell'oscurità."

Il breve video in cui compare la medusa Halitrephes Maasi pubblicato sul canale YouTube del Nautilus ha raccolto migliaia di visualizzazioni. Tanto più che è stato postato per capodanno.
Ma non sono stati da meno quello in cui compare la Rossia Pacifica o Calamaro Tozzo (ovvero un buffo polipo viola con gli occhi che sembrano quelli di un giocattolo, che potete vedere nel secondo video qui sotto). Per non parlare del raro Vampyroteuthis Infermalis o Calamaro Vampiro (terzo video a seguire), che a dispetto del nome inquietante e dell‘immagine minacciosa, non va a caccia e si nutre di spazzatura. (via Core77)

medusa.gif

Le nuove sculture di Ben Young che permettono di portare tutta la bellezza di assolati fondali oceanici in un angolo del salotto

ben-young-sculpture-glass-concrete-ocean-03.jpg

Ben Young (di cui ho già parlato qui) riesce a riprodurre i fondali oceanici e la bellezza delle coste degradanti con materiali semplici: vetro, cemento armato, spesso, ma non sempre, anche bronzo e acciaio. Nient’altro.

Il suo è un lavoro artigianale che richiede una certa dose di pazienza ma soprattutto abilità. Perché per arrivare a un risultato così pulito e coinvolgente deve lavorare una ad una diverse decine di lastre di vetro, che sovrapposte creeranno il mare. Ovviamente ognuna deve avere una forma leggermente diversa dalle altre. 

Ben Young ha una formazione artistica autodidattica, vive a Mount Maunganui, Nuova Zelanda. E’ uno che di mare se ne intende. Per lavoro, infatti, costruisce barche ed è un surfer appassionato.

Nelle sue sculture tutto ha il suo posto. Le lastre di vetro servono per dar vita all’acqua, il calcestruzzo è il materiale che usa per le coste, se ci sono figure umane, barche o palme usa il bronzo. Con l’acciaio, infine, sostiene l’opera, quando si rende necessario.

"Il modo in cui utilizzo il vetro mi consente di ritrarre tanti aspetti diversi delle mie idee- spiega Ben Young sul suo sito internet-  L‘illuminazione gioca un ruolo fondamentale nella presentazione dei miei pezzi. Proiettata in un certo modo, la luce emana riflessi che danno l'illusione che l’opera prenda vita. Spero che gli spettatori possano immaginare il lavoro come qualcosa di "vivente" in grado di dare il senso dello spazio, del movimento, della profondità e dell’essere nello spazio”.

Per vedere altre fotografie della nuova serie di lavori di Ben Young si può consultare il suo sito internet ma anche ricorrere ai suoi account Behance o Instagram. (foto via designboom, Faith is torment)

ben-young-sculpture-glass-concrete-ocean-08.jpg
ben-young-sculpture-glass-concrete-ocean-02.jpg
ben-young-sculpture-glass-concrete-ocean-01.jpg
ben-young-sculpture-glass-concrete-ocean-03.jpg
Ben-Young-01.jpg
ben-young-sculpture-glass-concrete-ocean-07.jpg
Ben-Young-09.jpg

Alle Isole Vergini la barriera corallina avrà la forma di un Kraken e altre bizzarre creature gigantesche

kodiak_queen_06.jpg

Un kraken, ovvero un gigantesco polpo in rete metallica avvinghiato a una vera petroliera, lo scorso aprile ha inaugurato un parco scultoreo sottomarino alle Isole Vergini Britanniche. 
Sul poroso mostro marino e sulle statue che lo seguiranno verrà coltivato il corallo cosi che la barriera nel tempo assumerà la forma di una sequenza di bizzarre creature. 
Il progetto si chiama ‘BVI Art Reef’, e può sembrare fantasioso, ma in un colpo solo si propone di incrementare il turismo e riportare equilibrio nell’ecosistema della barriera corallina. Oltre a fornire un centro di istruzione all’avanguardia per i ricercatori.

‘BVI Art Reef’ nasce quando il fotografo Owen Buggy vede una vecchia nave per il trasporto di combustibile sull’Isola di Tortola. Decide di salvarla dalla rottamazione. E in collaborazione con Sir Richard Branson, la noprofit Unite BVI, al gruppo di artisti e scienziati Secret Samurai Prodution, al network americano a supporto dell’innovazione sostenibile Maverick 1000 e all’associazione senza scopo di lucro per l’educazione oceanica Beneath the waves, la restaura, la rimette in mare con la grande piovra metallica che la cinge e la affonda.

Quest’ultimo passaggio ha richiesto il lavoro della Commercial Dive Services (l’azienda delle Isole Vergini è incredibilmente attrezzata per risolvere i più svariati problemi di sicurezza sottomarini) ma alla fine la barca e la scultura sono state sommerse sulla costa dell’isola Virgin Gorda.

"È previsto che entro un breve lasso di tempo la nave e l’opera d’arte attireranno una miriade di creature marine", ha detto Clive Petrovic che si occupa dell'impatto ambientale per la BVI Art Reef. "Tutto, da coralli a spugne marine, squali e tartarughe, vivrà in, e intorno al relitto. La nave diventerà preziosa per la futura ricerca da parte degli scienziati e degli studenti locali ".

kodiak_queen_07.jpg
KodiakQueen_01.jpg
kodiak_queen_09.jpg
KodiakQueen_03.jpg
KodiakQueen_04.jpg

La costruzione del kraken e l’affondamento della nave sono al centro del documentario del giovane film maker Robert Sorrenti attualmente in post-produzione (sotto un estratto in inglese). Per informazioni su come visitare il BVI Art Reef e le sue sculture sottomarine ci sono il sito del progetto e l’account Facebook. (via Colossal)